Chiara Ferragni di nuovo nel mirino dell’Antitrust per il caso uova di Pasqua

Ci risiamo, sta succedendo lo stesso che abbiamo visto col caso Balocco, ma questa volta con le uova di Pasqua. L'Antitrust ha avviato un procedimento contro Chiara Ferragni

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Chiara Ferragni è di nuovo al centro del mirino dell’Agcm, per un’altra collaborazione poco comprensibile. L’occhio dell’Antitrust si estende sul mondo dolciario delle festività pasquali, con un’indagine che coinvolge le uova di Pasqua brandizzate del celebre marchio Dolci Preziosi, in collaborazione con Chiara Ferragni.

Dopo il caso del pandoro Balocco che ha sollevato un enorme polverone sulle pratiche commerciali del settore, sembra che un altro gigante del mercato dolciario sia finito sotto la lente d’ingrandimento dell’autorità garante della concorrenza e del mercato.

Pratica commerciale scorretta anche per le uova di Pasqua

Il presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, ha reso noto che l’ente ha avviato un’indagine su queste uova di Pasqua dopo aver ricevuto tre segnalazioni che segnalavano delle criticità. Rustichelli ha spiegato che l‘indagine è partita a gennaio e ha coinvolto ispezioni condotte dalla Guardia di Finanza. L’ipotesi su cui si sta procedendo è quella di una possibile pratica commerciale scorretta, con l’aggiunta di una potenziale falsa informazione ai consumatori.

L’indagine dell’Antitrust arriva dopo il clamore suscitato dal caso del pandoro Balocco. In quel caso, secondo l’Antitrust, le società Balocco e Chiara Ferragni avrebbero fatto intendere che acquistando il pandoro griffato avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. Tuttavia la donazione era già stata fatta mesi prima da Balocco stessa e ammontava a 50mila euro .

L’indagine su Dolci Preziosi e Chiara Ferragni fa riflettere sulla trasparenza delle informazioni fornite ai consumatori e alla correttezza delle pratiche commerciali adottate. Se confermate, le accuse potrebbero mettere in discussione l’affidabilità del marchio e minare la fiducia dei consumatori nei confronti di entrambe le aziende coinvolte. Sarebbe un ulteriore colpo anche al Brand Chiara Ferragni perché sta perdendo sempre più credibilità, con gli affari che crollano a picco.

Il brand di Dolci Preziosi, rinomato per la produzione di dolci e cioccolatini, ha stretto una collaborazione con Chiara Ferragni, una delle influencer più seguite al mondo, per lanciare un‘edizione speciale di uova di Pasqua. Tuttavia, se le accuse di pratica commerciale scorretta verranno dimostrate, ciò potrebbe danneggiare non solo la reputazione delle aziende coinvolte, ma anche l’immagine stessa di Chiara Ferragni come influencer.

Indagine simile al caso Balocco

La notizia dell’indagine sulle uova di Pasqua è stata resa nota, come dicevamo sopra, dal presidente dell’Antitrust, Roberto Rustichelli, nel corso del programma televisivo Cinque Minuti, trasmesso su Rai 1.

Secondo quanto dichiarato da Rustichelli, l‘ipotesi accusatoria è simile a quella del caso del pandoro Balocco, che ha visto coinvolta Chiara Ferragni in un’indagine per truffa. Nel caso del pandoro, Ferragni aveva collaborato con l’azienda Balocco per una campagna promozionale chiamata “Pandoro Pink Christmas“, presentata come un’iniziativa benefica a favore dell’ospedale Regina Margherita di Torino. L’Antitrust ha evidenziato che la quota della donazione era già stata fissata in precedenza da Balocco, indipendentemente dalle vendite effettive.

La nuova indagine riguarda una linea di uova di Pasqua realizzate in collaborazione con la società Dolci Preziosi nel 2021 e nel 2022, con l’obiettivo di destinare i proventi all’associazione benefica “I Bambini delle Fate”. L’accusa principale è che le vendite delle uova non avrebbero comportato una reale correlazione con le donazioni in beneficenza: secondo l’Antitrust, Dolci Preziosi avrebbe effettuato una donazione complessiva di 36mila euro, mentre Ferragni avrebbe ricevuto un compenso di 1 milione e 200mila euro per l’utilizzo dei diritti d’immagine. Insomma, praticamente quello che è successo già con Balocco, con un modus operandi veramente simile.

L’Antitrust si sta concentrando sull’importanza della chiarezza e della veridicità nelle campagne promozionali, soprattutto quando queste coinvolgono iniziative benefiche che riguardano il pubblico e il sostegno a cause sociali.

Chiara Ferragni, nota per la sua presenza online e per le sue attività imprenditoriali, si trova ora al centro di un’altra controversia legata alle sue pratiche commerciali. Resta da vedere quali saranno gli esiti dell’indagine condotta dall’Antitrust e quali conseguenze avranno sulle sue attività future e sulla sua immagine pubblica, mentre lei si è chiusa in un silenzio stampa da giorni.