Allerta meteo rossa e arancione su queste regioni: l’Italia si è tropicalizzata

Non accenna a diminuire il maltempo in Italia, in particolare adesso al Sud. Ecco gli effetti del cambiamento climatico sull'Italia sempre più a clima tropicale

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Dopo l’alluvione che ha messo ko l’Emilia Romagna, dopo le violente grandinate che hanno ricoperto di bianco l’hinterland di Torino, Pesaro, Bologna, Roma, dopo la bomba d’acqua a Firenze, dopo le piogge battenti che stanno colpendo parte dello Stivale da quasi due settimane, non accenna a placarsi il maltempo in Italia. Per la settimana che si apre con l’Overshoot Day per l’Italia – dal 15 maggio abbiamo esaurito le risorse – le previsioni meteo continuano ad essere pessime.

Ricordiamo che il quadro meteorologico e delle criticità previste sull’Italia è aggiornato quotidianamente in base alle nuove previsioni e all’evolversi dei fenomeni, ed è sempre disponibile sul sito del Dipartimento della Protezione Civile, insieme alle norme generali di comportamento da tenere in caso di maltempo. Le informazioni sui livelli di allerta regionali, sulle criticità specifiche che potrebbero riguardare i singoli territori e sulle azioni di prevenzione adottate sono gestite dalle strutture territoriali di protezione civile, in contatto con le quali il Dipartimento seguirà l’evolversi della situazione.

Allerta meteo su queste regioni

In base all’ultimo bollettino diramato dalla Protezione civile, questa, d’intesa con le regioni coinvolte, cui spetta l’attivazione dei sistemi di protezione civile nei territori interessati, ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

A partire da lunedì 15 maggio è in arrivo sul nostro Paese un profondo minimo depressionario, in formazione tra la Tunisia e il Mar Libico, che si sta muovendo rapidamente verso lo Stretto di Sicilia, andando ad interessare già dalle prime ore di oggi la Sicilia con piogge e temporali intensi, specie a ovest. Nel corso della giornata i fenomeni si estenderanno su gran parte del Sud, accompagnati anche da vento anche forte. Piogge intense in arrivo anche in Campania, Basilicata, Puglia e Molise.

Come chiarisce il bollettino, i fenomeni saranno accompagnati da rovesci di forte intensità, possibili frequenti temporali, grandinate e forti raffiche di vento. Dalla tarda mattinata, inoltre, si prevedono sempre sulla Sicilia occidentale venti forti o di burrasca, che via via si estenderanno a Calabria, Basilicata e Puglia. Attenzione al mare, perché sono previste mareggiate lungo le coste interessate.

Nello specifico, ecco le previsioni meteo per lunedì 15maggio:

  • allerta rossa e allerta arancione su parte della Sicilia
  • allerta arancione in Emilia-Romagna
  • allerta gialla in 8 regioni:
    – Abruzzo
    – Molise
    – Campania
    – Puglia
    – Basilicata
    – parte di Emilia-Romagna
    – Calabria
    – restanti settori della Sicilia.

In Sicilia la Regione ha deciso di tenere le scuole chiuse in diversi Comuni dell’isola occidentale. Niente scuola a Palermo, Agrigento e Trapani. Tra gli altri Comuni in cui è stata già firmata l’ordinanza di stop alle scuole ci sono anche Sciacca, Castelvetrano, Campobello di Mazara, Partanna, Mazara del Vallo, Marsala, Porto Empedocle, Valderice, Carini, Montallegro, Balestrate, Trappeto, Alcamo, Bivona, Canicattì, Petrosino, Partinico, Terrasini, Montelepre e Borgetto.

Gli effetti sull’Italia tropicalizzata

L’ondata di maltempo arriva dopo che, nei primi 4 mesi del 2023, secondo i dati Isac-Cnr, è caduta al Nord il 40% di acqua in meno rispetto alla media storica. Se da un lato le piogge di maggio hanno dato una mano contro la siccità (il governo Meloni intanto sta pensando ai dissalatori), dall’altro i danni sono ingentissimi. Le precipitazioni violente soprattutto dove accompagnati da grandine hanno provocato danni irreparabili alle coltivazioni ma anche frane e smottamenti, perché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade così rapidamente.

Da un lato il livello del Po è salito di 1,5 metri rispetto allo scorso a mese ed è tornato su livelli medi del periodo a -1,8 metri al Ponte della Becca, dove normalmente si calcola, mentre la percentuale di riempimento del lago Maggiore è salita addirittura al 94% e quella del lago Como al 77%; solo quella del Garda al 54% rimane sotto la media del periodo.

Dall’altro, però, solo dall’inizio di maggio si sono abbattuti sull’Italia ben 89 eventi estremi tra bufere di vento, grandinate e violenti temporali che hanno colpito a macchia di leopardo lungo tutta la Penisola le città e le campagne con danni alle coltivazioni. Sui terreni resi fragili proprio dalla siccità, si sono abbattute vere e proprie bombe acqua che hanno provocato frane, smottamenti e alluvioni con molti fiumi in piena.

Come continua a sottolineare da tempo la Coldiretti, siamo di fronte alle evidenti conseguenze del cambiamento climatico, con l’eccezionalità degli eventi atmosferici che è ormai la norma, e la tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di fenomeni meteo violenti, sfasamenti stagionali, piogge brevi e intense, rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi ed eventi estremi che compromettono notevolmente le coltivazioni, con perdite della produzione agricola nazionale e alle strutture e purtroppo anche con vittime.

La situazione in Emilia Romagna dopo l’alluvione

I danni

A preoccupare ora è soprattutto la situazione in Romagna: nella regione sono stati allagati circa 1.000 ettari di coltivazioni, secondo il monitoraggio della Coldiretti. Kiwi, albicocchi e peschi sono le piante più sensibili, che rischiano di morire a causa del ristagno dell’acqua, mentre per colture come ortaggi, mais e grano potrebbe andare persa la maggior parte del raccolto. Secondo l’indagine di monitoraggio avviato da Coldiretti, sott’acqua anche decine di aziende agricole e allevamenti, magazzini, attrezzature.

Nel Ferrarese, per la tracimazione dei canali, sono state danneggiate le colture frutticole, le orticole in pieno campo, le fragole, il mais, la soia e il grano. Anche il Bolognese soffre: bietole, girasole, orzo e grano le coltivazioni messe peggio. La perdita dei raccolti rischia di mandare in crisi la Fruit valley italiana, tutta la filiera fatta di agricoltura e delle aziende di trasformazione della frutta e degli ortaggi che rendono la Romagna massima espressione del Made in Italy e unica al mondo.

A fronte di questa situazione climatica – chiede la Coldiretti – è strategico intervenire immediatamente per aiutare le aziende colpite ma anche realizzare progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza, come il piano elaborato dalla Coldiretti stessa in collaborazione con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale.

Gli aiuti: bonus casa fino a 1.100 euro e stop ai mutui

Proprio per gestire il disastro che si è consumato in Emilia, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio ha firmato un’ordinanza con la quale ha nominato il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini Commissario delegato per la gestione dell’emergenza dichiarata dopo l’alluvione che, a partire dal 1° maggio, ha colpito il territorio delle province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna e Forlì-Cesena.

Bonaccini può contare su 10 milioni di euro stanziati dal Consiglio dei Ministri e dovrà subito definire un piano con le prime e più urgenti misure e gli interventi per garantire, dove necessario, il soccorso e all’assistenza alla popolazione, per rimuovere le situazioni di pericolo, per effettuare rilevazioni, anche aeree, con l’obiettivo di analizzare l’evoluzione della situazione. Massima allerta per possibili frane e dissesti, per il ripristino delle funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, ma anche per gestire i rifiuti, le macerie, il materiale vegetale, e garantire la continuità amministrativa necessaria.

L’ordinanza autorizza anche il Commissario ad assegnare alle famiglie la cui abitazione principale, abituale e continuativa sia stata distrutta, in tutto o in parte, o sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle autorità, un contributo per una sistemazione autonoma:

  • 400 euro al mese per i nuclei composti da 1 persona
  • 500 euro al mese per i nuclei composti da 2 persone
  • 700 euro al mese per i nuclei composti da 3 persone
  • 800 euro al mese per i nuclei composti da 4 persone
  • 900 euro al mese per i nuclei composti da 5 o più persone.

Nel caso in cui nella famiglia siano presenti persone di età superiore a 65 anni, o portatori di handicap o disabili con una percentuale di invalidità almeno del 67%, viene poi assegnato un ulteriore bonus in aggiunta a questi di 200 euro al mese per ognuno.

Come sempre in caso di emergenze nazionali – elemento importantissimo anche questo, soprattutto in questa fase di inflazione alle stelle – l’ordinanza dispone anche una procedura per la sospensione dei mutui in essere nelle zone colpite, definita sulla base di un accordo con l’ABI, l’Associazione Bancaria Italiana.

Gli aiuti in Piemonte

In Piemonte invece la Giunta regionale ha approvato 40 progetti su 36 Comuni che potranno usufruire di 2 milioni 796mila euro per consolidare le sponde dei torrenti, rifare ponti, costruire nuovi attraversamenti, mettere in sicurezza movimenti franosi e ripristinare i danni al patrimonio comunale. Si tratta di fondi totalmente della Regione che si è riusciti a sbloccare per riprendere le graduatorie di fine 2022.

Lo stanziamento si aggiunge ai fondi già stanziati nel 2022 pari a circa 2,435 milioni e 61 interventi a dicembre, circa 2,2 milioni a ottobre distribuiti su 64 interventi e 2,1 milioni a maggio per 20 interventi, raggiungendo quasi 10 milioni per 183 interventi.

528 milioni vanno all’Alessandrino per 13 interventi, 465mila euro per 6 opere in provincia di Cuneo; in quella di Vercelli sono previsti 3 interventi per 458mila euro, 430mila per 2 progetti nella provincia di Novara; nella provincia di Torino sono 8 i progetti che avranno un finanziamento di 426mila euro, mentre nel Verbano-Cusio-Ossola 4 opere per 406mila euro, e poi ancora 47mila euro vanno all’Astigiano e 36mila euro a Biella.

I danni del maltempo in Italia: più di 6 miliardi solo nel 2023

Intanto, in attesa di un’estate torrida, si continuano a contare i danni lungo tutta la Penisola. Solo per il 2023, i danni stimati a strutture e infrastrutture nelle campagne sono superiori ai 6 miliardi dello scorso anno.

La caduta della grandine nelle campagne – continua la Coldiretti – è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni nei campi proprio alla vigilia della raccolta, mandando in fumo un intero anno di lavoro. Un evento climatico avverso che si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi, che risulta essere aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio, anche più grandi di una palla da tennis.

I danni sono ingentissimi in tutta Italia:, coltivazioni, frutta, verdura, soprattutto bietole, girasole, orzo e grano fino agli ulivi e le vigne del Chianti. Dal Piemonte alla Lombardia, dal Veneto alla Toscana, e ora l’allerta è estesa al Sud, dalla Campania alla Sardegna.

La forte perturbazione in Toscana – riferisce la Coldiretti – non ha risparmiato la zona del Chianti, tra Panzano e Greve, dove le radici delle vigne nel Chianti fiorentino sono state coperte da un manto sconfinato di chicchi di grandine come peraltro è accaduto con alberi da frutto e distese di ortaggi mentre nel grossetano il torrente in piena ha travolto tutto ciò che ha incontrato portandosi via, insieme alle piante di pomodori, insalata e zucchine anche l’impianto di irrigazione.

In Veneto, nel Padovano, le coltivazioni di cereali, in particolare di grano sono state appesantite dall’acqua e piegate dal vento. Il rischio è quello di una perdita di produzione, per la formazione di marciumi, muffe e funghi a causa dell’eccessiva umidità e del contatto con il terreno bagnato. In Piemonte i forti temporali, che nei giorni scorsi si sono abbattuti con violente grandinate nella zona occidentale, hanno provocato danni alle colture cerealicole ed orticole, soprattutto mais e grano in fioritura.

In Lombardia, in provincia di Mantova, la straordinaria caduta di pioggia ha rallentato lo sviluppo vegetale di meloni e cocomeri, ma ci sono stati anche numerosi danni da allagamenti per la forte umidità che si è venuta a creare che, con un mix esplosivo dato dalle basse temperature, rischia di tagliare la produzione. Sott’acqua sono finiti diversi ettari fra Sermide e Felonica, dove si coltiva anche il pregiato melone mantovano, che dal 2013 ha ottenuto il riconoscimento Igp.

Preoccupazione anche in Puglia, dove le piogge improvvise e torrenziali fuori stagione stanno ritardando il trapianto dei pomodori per la produzione delle pregiate passate, polpe e pelati mentre l’aumento dei prodotti energetici e delle materie prime si riflette sui costi di produzione del pomodoro, schizzati a +30% rispetto alla media.