Latte TreValli sotto accusa: “Soda caustica e acqua ossigenata nel latte”

Indagine in corso su possibile frode alimentare: uso di soda caustica e acqua ossigenata per correggere latte deteriorato. Tutto è partito da una denuncia di una ex dipendente

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

L’azienda TreValli Cooperlat, uno dei principali gruppi lattiero-caseari italiani, si trova al centro di un’inchiesta condotta dalla procura di Pesaro. La scintilla di questa indagine è scaturita dal recente sequestro dei prodotti nello stabilimento di Fattorie Marchigiane di Colli al Metauro, una delle società controllate dal gruppo. Questa impresa, che ha festeggiato il suo sessantesimo anniversario lo scorso giugno, ora si trova nel mirino delle autorità giudiziarie per presunte violazioni gravi.

È di pochi giorni fa, infatti, l’accusa di utilizzo di soda caustica e acqua ossigenata per correggere l’acidità del latte deteriorato, mossa da un’ex dipendente della TreValli, azienda lattiero-casearia. Questa rivelazione è stata riportata dal Resto del Carlino.

L’accusa dell’ex dipendente

L’ipotesi di reato su cui si concentra l’indagine riguarda l’adulterazione del prodotto e frode in commercio. Attualmente, ci sono nove nomi nella lista degli indagati, tra cui dipendenti della produzione e vertici aziendali di Fattorie Marchigiane. Anche un consulente esterno e un tecnico di laboratorio dell’Amap, l’Agenzia Marche agricolture e pesca, sono sotto la lente d’ingrandimento dei pm.

Nel comunicato emesso lo scorso giugno in occasione del sessantesimo anniversario, Trevalli Cooperlat si descrive come una società partecipata da nove cooperative socie presenti in sei regioni italiane, rappresentando una filiera in grado di raccogliere oltre 500 milioni di litri di latte. Questo gigante del settore lattiero-caseario, con oltre 500 dipendenti e un fatturato di circa 245 milioni di euro, distribuisce i suoi prodotti sia in Italia che all’estero, con una significativa presenza nei mercati extra-UE.

L’intera vicenda è emersa quando la Procura di Pesaro ha deciso di avviare un’inchiesta sulla questione. La denuncia dell’ex dipendente ha portato al sequestro di duecento tonnellate di latte e prodotti caseari. Secondo quanto riportato dalla testimone, questa pratica sarebbe stata diffusa all’interno dell’azienda e conosciuta da tutti.

L’utilizzo di soda caustica e acqua ossigenata per correggere il latte acido, in generale, è un fatto estremamente grave che non tiene conto della sicurezza alimentare e la correttezza delle pratiche aziendali.

La soda caustica, nota anche come idrossido di sodio, è una sostanza chimica estremamente corrosiva e pericolosa se ingerita o a contatto con la pelle. L’uso di questa sostanza nel trattamento del latte rappresenta un grave rischio per la salute dei consumatori, oltre che un’azione moralmente riprovevole.

La difficoltà nel rilevare la presenza di soda caustica durante i controlli è un ulteriore motivo di allarme, poiché questa sostanza è volatile e può essere difficile da individuare.

L’azienda nega l’accadimento

L’azienda TreValli ha respinto le accuse mosse dall’ex dipendente, sostenendo che gli ispettori hanno confermato la perfetta igiene degli ambienti e l’integrità dei prodotti. Le indagini sono ancora in corso e sarà necessario attendere i risultati completi prima di trarre conclusioni definitive.

La reazione dei sindacati

I sindacati di categoria Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil hanno reagito all’inchiesta esprimendo stupore per le notizie apparse sui media riguardanti il gruppo Cooperlat. Queste organizzazioni sindacali, pur ribadendo la presunzione di innocenza, ribadiscono il loro impegno per la legalità e il rispetto delle norme. Sottolineano inoltre l’importanza di garantire la sicurezza alimentare e la salute dei consumatori, così come la tutela dei lavoratori e dell’immagine di qualità del settore agroalimentare nel suo complesso.

Le forze dell’ordine intanto procedono con gli accertamenti

Un’operazione congiunta dei carabinieri e dell’ufficio di polizia giudiziaria ha portato al sequestro di 90 tonnellate di latte e 110 di formaggi adulterati, del valore complessivo di oltre 800 mila euro. La procura ha avviato indagini contro 10 individui e 3 società per frode alimentare.

Fattorie Marchigiane ha dichiarato la propria disponibilità a collaborare, mentre il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha lodato gli sforzi dell’Ispettorato centrale per proteggere i produttori e i consumatori.