I turisti tedeschi, olandesi e austriaci non pagano le multe prese in Italia

Scoppia lo “scandalo multe”: il ministro Salvini interviene dopo che Germania, Austria e Olanda hanno bloccato l’accesso ai dati dei turisti multati in Italia

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Pubblicato: 25 Settembre 2024 16:32

Dal 2015 l’Unione europea ha dato vita ad un progetto denominato Eucaris, tramite cui i Paesi membri possono scambiarsi a vicenda dati e informazioni riguardanti le violazioni del Codice della strada punite in maniera unanime dai rispettivi sistemi legislativi. Parliamo di un reticolato di interscambi ideato per garantire la punibilità dei trasgressori in maniera omogenea ed uniforme in tutto il territorio continentale: in sostanza, se un turista italiano commette una violazione all’estero, viene punito come se l’avesse fatta nel nostro Paese (e viceversa).

Oggi però, alla luce della notizia circolata in queste ore, questo meccanismo sembra scricchiolare. Infatti, come riportato in maniera dettagliata dal Corriere della Sera, durante l’estate appena trascorsa si è venuto a creare un vero e proprio “scandalo multe” che vede protagoniste la Germania, l’Olanda e l’Austria. Vediamo cosa sta succedendo e perché la questione rischia di avere un’importanza da non sottovalutare.

Germania, Olanda e Austria hanno bloccato l’accesso ai dati degli automobilisti multati in Italia

Partiamo dall’antefatto. Durante i mesi appena trascorsi, decine di turisti provenienti dal nord Europa hanno infranto il Codice della strada italiano mentre trascorrevano le vacanze nel nostro Paese. Niente di strano, verrebbe da dire, visto che da sempre il Belpaese rappresenta la meta privilegiata per tantissime persone che dagli Stati più freddi vanno alla ricerca di un clima più mite sulle nostre coste e nelle nostre valli (celebre l’esempio dell’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, che da tanti anni si trasferisce in Alto Adige con il marito per difendersi dall’afa e dalle alte temperature durante i periodi più caldi dell’anno).

Quest’anno però, a differenza di quanto successo a partire dal 2015, il meccanismo di condivisione dei dati creato con Eucaris si è incappato. Infatti la Germania, l’Olanda e l’Austria hanno bloccato la visibilità delle targhe dei veicoli che hanno scorrazzato per il continente europeo negli scorsi mesi. Una scelta che ostacola il lavoro delle forze dell’ordine italiane – in particolare della Polizia di Stato – che non riescono ad emettere le notifiche dei verbali nei confronti dei proprietari delle vetture. Un impasse che, vista la portata, finisce per coinvolge direttamente i governi dei Paesi citati, oltre al nostro ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L’elenco delle violazioni commesse dai turisti tedeschi, austriaci e olandesi in Italia durante la scorsa estate

La ragione che soggiace alla svolta impressa dai Paesi del nord starebbe nel presunto utilizzo improprio dei dati da parte di una delle aziende italiane che si occupano di gestire le violazioni del Codice della strada e la comunicazione della relativa sanzione ai soggetti trasgressori. Non si sa ancora quale partecipata pubblica sia finita nel mirino degli Stati esteri, visto che al momento non è stata emessa nessuna comunicazione ufficiale in merito da parte degli uffici del ministero guidato da Matteo Salvini. La cosa che però ha potuto fare il vicepremier è stata quella di aprire un tavolo di confronto con le controparti, tanto che con la Germania è già stata trovato un accordo per sbloccare la situazione entro fine mese. Per mettersi d’accordo con Austria e Olanda, invece, occorrerà attendere.

Giusto per completare il quadro, è bene sapere che – secondo quanto decretato con la Direttiva 2015/43 – le violazioni del Codice della strada punibili in tutti i Paesi dell’Unione europea sono otto: eccesso di velocità, mancato uso della cintura di sicurezza, passaggio con semaforo rosso, guida in stato di ebbrezza, guida sotto sostanza stupefacenti, mancato uso del casco, circolazione su corsia vietata, uso indebito di telefono cellulare o altri dispositivi.