Sostenibilità, la UEFA cambia le norme e il calcio ha l’obbligo di rispettarle

Sostenibilità delle infrastrutture, circular economy, corporate social responsability. Il calcio si gioca il futuro con la partita della sostenibilità

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

La corporate social responsibility directive è un altro tema discusso al Social Football Summit di Roma ed è stato oggetto di un interessantissimo panel che ha visto come protagonisti Gaia Pretner, Head of Sustainability ECA e Michele Uva, Social and Environmental Sustainability Director UEFA.

La corporate social responsibility directive si applicherà alle aziende di medie e grandi dimensioni in tutta Europa. Per i club calcistici l’obbligo di reporting scatterà nella stagione 2025-2026.

Questo vuol dire coinvolgere da subito gli stakeholder, analizzare il contesto in cui si va ad operare, comprendere gli impatti sociali, ambientali ed economici dell’operato del Club, verificare le relazioni che il Club intesse con la comunità in cui si inserisce.

Dialogo, coinvolgimento e obbligo a fare diventano 3 pilastri su cui fondare la strategia di sostenibilità.

Gli obblighi delle Federazioni calcistiche

Per rendere più concreto, accessibile e semplice ogni attività dei Club calcistici in tale direzione, la UEFA è intervenuta andando a modificare o implementare delle norme.

In particolare ha inciso sui progetti di finanziamento UEFA alle Federazioni rendendo obbligatorio il fatto che ogni Federazione debba dotarsi di un manager della sostenibilità e una strategia di sostenibilità.

Tutte e 55 le Federazioni aderenti alla UEFA hanno già nominato un Sustainability Manager e 50 su 55 Federazioni aderenti hanno definito una strategia di sostenibilità.

È altresì mutato il meccanismo delle licenze UEFA che impatta sui 700 club che ogni anno, in media, fanno domanda di ricevere la licenza. Anche per loro è obbligatorio avere il Sustainability Manager e definire una strategia.

La necessità di incidere sul tessuto normativo in termini di obbligatorietà si è reso necessario, ha spiegato Michele Uva, perché mantenere ogni attività su base volontaria avrebbe rallentato considerevolmente il lavoro da svolgere in termini di obiettivi da perseguire.

La Germania, con UEFA EURO 2024, è sicuramente il contesto più opportuno per saggiare e implementare le politiche di sostenibilità messe in campo dalla UEFA, così come abbiamo potuto anticipare nell’articolo Germania 2024, la UEFA porta in campo la sostenibilità

I criteri di licensing della Bundesliga

La Bundesliga, in particolare, ha ulteriormente provveduto ad aggiungere dei criteri di licensing per giocare in quel contesto nazionale.  Sono 117 i criteri sociali ed ambientali, che trovano applicazione in tutti i Club calcistici tedeschi, a prescindere dalle dimensioni, dando vita ad un sistema complesso, molto articolato.

Gaia Pretner ha ricordato che, nel contesto tedesco, non solo si ha l’obbligo di attenersi a certe dichiarazioni, ma seguono una serie di follow up. E’ necessario, quindi, sostanziare quello che si dichiara.

“L’Italia ha tradizionalmente degli ottimi progetti di coinvolgimento della comunità locale di riferimento e dei tifosi. Problemi sorgono nel momento in cui si deve trattare l’aspetto ambientale, soprattutto quando il Club italiano non ha uno stadio di proprietà” evidenzia Gaia Pretner.

Le linee guida della UEFA

La UEFA, in tal senso, ha pubblicato due linee guida. La prima è rivolta alle infrastrutture sostenibili. Un documento copioso, ricco di case study, condiviso un anno fa circa.

Una settimana fa, invece, sono state aggiornate le linee guida sull’economia circolare.

Nei prossimi giorni, invece, verrà condivisa una check list, o meglio una guida pratica di quali sono le azioni semplice ed immediate che ogni società calcistica deve svolgere per applicare nei propri eventi la circular economy, rimodulando le 4 R che la caratterizzano nell’ambiente calcistico.

Sostenibilità finanziaria

Introdotto per la prima volta nel 2009, il concetto di sostenibilità finanziaria ha aiutato a ridurre drasticamente i debiti dei club.

Lo sviluppo, l’introduzione e la continua evoluzione del sistema di sostenibilità finanziaria rimane uno dei progetti finanziari più ambiziosi e riusciti della UEFA.

Implementato tramite il processo di monitoraggio dei club, definisce un quadro a cui i club, che disputano le competizioni UEFA, accettano di attenersi e si affida alla loro collaborazione nel dichiarare una situazione finanziaria completa e trasparente.

Attraverso tre pilastri fondamentali

  • solvibilità
  • stabilità
  • controllo dei costi

il sistema monitora la sostenibilità finanziaria dei club partecipanti alla Champions League, all’Europa League e all’Europa Conference League. Il monitoraggio viene effettuato durante l’intera stagione UEFA.

I pilastri mirano a:

  • aumentare la sostenibilità economico-finanziaria dei club, accrescendone la trasparenza e la credibilità
  • attribuire la necessaria importanza alla tutela dei creditori
  • promuovere un migliore controllo dei costi
  • incoraggiare i club a operare sulla base delle proprie entrate
  • incoraggiare una spesa responsabile per il bene duraturo del calcio
  • proteggere la fattibilità e la sostenibilità del calcio europeo per club nel lungo periodo.

L’obiettivo principale del processo di monitoraggio per club è garantire che tutti i club che partecipano alle competizioni UEFA siano finanziariamente sostenibili e mantengano i costi sotto controllo.

Il Fair Play Finanziario

Il sistema è stato implementato per la prima volta nel 2010 con il nome di Fair Play Finanziario. Dalla allora si è evoluto costantemente fino all’ultima modifica del 2023, quando il Comitato Esecutivo UEFA ha approvato il nuovo Regolamento sulle licenze per club e la sostenibilità Finanziaria, adattandolo alle nuove sfide che il calcio deve affrontare e rafforzando i nuovi requisiti per aumentare la sostenibilità finanziaria del calcio europeo per club.

Il regolamento ha introdotto una regola sui costi di squadra per garantire un migliore controllo degli stipendi dei giocatori e dei costi di trasferimento.

Regolamento di sostenibilità finanziaria

Attualmente, un regolamento norma la sostenibilità finanziaria delle competizioni UEFA.

Il 28 giugno 2023, il Comitato Esecutivo UEFA ha approvato l’ultima versione del regolamento sulle licenze per club e la sostenibilità finanziaria (Edizione 2023), che è entrato in vigore il 1° luglio dello stesso anno e ha sostituito il Regolamento UEFA sulle licenze per club e sostenibilità finanziaria (Edizione 2022).

Il regolamento UEFA sulle licenze per club e la sostenibilità finanziaria fornisce il quadro legale per due strumenti applicabili alle competizioni UEFA per club:

  • Il sistema di licenze per club UEFA. La licenza è un certificato che conferma che un club soddisfa tutti i criteri minimi della UEFA per l’ammissione alle competizioni europee per club, tra cui sport, responsabilità sociale calcistica, infrastrutture, personale e criteri amministrativi, legali e finanziari. Tutti i club, che si qualificano per meriti sportivi per le competizioni UEFA, devono conseguire una licenza prima di potervi prendere parte. Il club viene valutato dai concessori di licenza nazionali per verificare i criteri pertinenti una volta a stagione. Se i requisiti sono soddisfatti, al club viene concessa una licenza UEFA per la stagione successiva. Questo vale per le competizioni UEFA maschili e femminili.
  • Il processo di monitoraggio dei club UEFA. Il sistema di sostenibilità finanziaria UEFA viene applicato mediante un processo denominato “monitoraggio dei club”. In totale, più di 230 squadre vengono monitorate nell’arco dell’intera stagione. Il monitoraggio è incentrato sui requisiti finanziari ed è condotto dall’Organo di controllo finanziario dei club UEFA.

Le nuove regole sono frutto di una revisione completa che ha tenuto conto dell’esperienza maturata negli ultimi anni e dei cambiamenti nel calcio. Durante la stesura, la UEFA ha consultato tutti i portatori di interesse del calcio europeo, come federazioni nazionali, European Club Association (ECA), leghe, FIFPro, tifosi, Commissione europea, Parlamento europeo e Consiglio d’Europa.

L’evoluzione del panorama finanziario dal 2010, gli effetti della pandemia e la maggiore globalizzazione sono stati gli aspetti presi in considerazione per preparare le nuove normative.

Linee guida per le infrastrutture sostenibili

La Sostenibilità delle Infrastrutture è una delle undici policy messe in atto dalla Strategia UEFA di Sostenibilità del Calcio per il 2030, “Strength through Unity“.

L’obiettivo di questa policy è continuare ad alzare l’asticella delle infrastrutture calcistiche europee, sia a livello di stadi che di centri sportivi, stabilendo criteri e condividendo buone pratiche per una nuova generazione di strutture calcistiche sostenibili.

Specificatamente al contesto della UEFA, la sostenibilità delle infrastrutture si riferisce:

  • allo sviluppo di linee guida per strutture calcistiche sostenibili
  • alla promozione e applicazione di criteri di sostenibilità delle infrastrutture nella governance, nelle politiche e nelle linee guida della UEFA
  • al trasferimento di conoscenze e buone pratiche relative agli stadi.

La UEFA sta lanciando il proprio documento di lavoro a sostegno dei propri stakeholder in tutta Europa, interessando Associazioni Nazionali, club, gestori di infrastrutture, autorità locali, operatori degli stadi, architetti, per inserire le pratiche ambientali, sociali e di governance (ESG) a ogni livello del ciclo di vita di un’infrastruttura calcistica, ovvero tenendo conto:

  • della fase di ideazione e progettazione, che include l’impatto sulla biodiversità e sulle comunità locali
  • della fase di costruzione
  • della fase di gestione, che include la fase finale di utilizzo di un’infrastruttura.

I criteri ambientali nel contesto delle infrastrutture calcistiche riguardano l’identificazione e la gestione dell’impatto ambientale.

Il calcio, per rafforzare la resilienza delle infrastrutture fisiche a livello europeo, deve impegnarsi a:

  • preservare e rigenerare l’ambiente condiviso
  • sostenere il benessere sociale e ambientale, adesso e in futuro
  • integrare le considerazioni ambientali nelle decisioni
  • ridurre l’impatto dello sport sull’ambiente

Le politiche e le procedure per la costruzione e la gestione di uno stadio o di un impianto sportivo devono essere in linea coi principi e le linee guida internazionali sui diritti umani.

L’Impegno sui Diritti Umani della UEFA getta le basi su cui la UEFA intende garantire un accesso sicuro ed equo al gioco, assicurando un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo in tutto il calcio.

Coinvolgimento e monitoraggio dei fornitori

Coinvolgere stakeholder come l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e la Building and Wood Worker’s International può essere molto utile per far sì che il progetto sia in linea con gli attuali requisiti e regolamenti e per sostenere la due diligence nell’intero ciclo di vita di un progetto infrastrutturale. Gli aspetti della sostenibilità sociale spesso interagiscono o si sovrappongono a quelli della buona governance.

La governance si occupa di assicurare che le regole, le norme e le azioni siano strutturate, promosse e regolate in modo che le persone siano responsabili di qualsiasi infrazione.

La strategia di sostenibilità della UEFA è allineata a direttive standard e norme riconosciute a livello internazionale, come il Green Deal Europeo e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, oltre agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU, lo Sports for Climate Action Framework, i Principi Guida su imprese e diritti umani e i principi del Global Compact dell’ONU.

La strategia e la sua attuazione sono supervisionate dal Comitato Esecutivo della UEFA e dal Comitato UEFA per il Fair Play e la Responsabilità Sociale.

La governance degli stadi e delle strutture sportive implica comunque l’allineamento a politiche locali, nazionali e internazionali relative agli obblighi ambientali e sociali.