Il ritorno di Enrico Letta: cosa farà l’ex premier

Tramite un tweet sulla sua pagina personale, l’ultimo segretario del Partito Democratico ha annunciato la nuova nomina europea: ecco di cosa si occuperà

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Nell’ultimo decennio, seguendo il ritmo incalzante della rivoluzione tecnologica e digitale che ha investito la società contemporanea, anche la comunicazione politica e istituzionale ha subìto un cambiamento mai visto prima nella storia recente del nostro continente. E così accade che un volto accademico, formale, figlio di un tempo passato come Enrico Letta decida di annunciare al mondo intero il suo nuovo incarico politico tramite un tweet. Poche righe molto stringate in cui descrive la missione affidatagli da Ursula von der Leyen.

“Ringrazio la Commissione europea per aver formalizzato il mio mandato” ha scritto l’ex premier sulla propria pagina personale presente sulla piattaforma di Elon Musk (che da poco ha cambiato nome, passando dallo storico Twitter ad un enigmatico X). Un messaggio di devozione esteso anche alla “presidenza tedesca e spagnola dell’Unione europea“, ossia ai due Stati che nell’ultimo anno hanno assunto il ruolo di guida che i Paesi membri si alternano a turno ogni sei mesi. Anche questo, nell’era dei social, è un segnale, perché significa che la sua nomina ha richiesto diverso tempo prima di essere ufficializzata.

Nuova vita per Enrico Letta: quale sarà il suo ruolo in Europa

L’ex segretario del Partito Democratico avrà l’arduo compito di stilare un report dettagliato e completo sullo stato di salute del mercato unico del Vecchio Continente. Stiamo parlando del sistema introdotto nell’ambito del Trattato di Roma del 1957, lo stesso che portò alla creazione della Comunità economica europea (CEE). Secondo tutti i manuali di storia contemporanea, quello della Capitale fu un passaggio davvero fondamentale, dato che proprio la CEE e il mercato unico (assieme alla Ceca e all’Euratom) diventeranno i tre pilastri che, nel 1992, porteranno alla creazione dell’Unione europea nelle forme in cui la conosciamo oggi.

Il mercato unico rappresenta dunque il volto più liberale e meno formale dell’istituzione comunitaria, dato che consente a tutti i Paesi membri di intessere rapporti commerciali (e non solo) tra di loro senza alcuna necessità di sottostare ai controlli doganali interni e ai dazi imposti dai singoli governi. Scendendo nello specifico, questo strumento di libertà si basa su quattro regole valide per tutti gli Stati che vi aderiscono:

  • libertà di circolazione di individui e persone (sancita tramite i celebri Accordi di Schengen);
  • libertà di circolazione dei servizi e prestazioni;
  • libertà di circolazione di merci e prodotti;
  • libertà di circolazione di capitali (anche se quest’ultimo punto è quello che risente maggiormente delle leggi in vigore presso le singole cancellerie, come ad esempio le norme sull’utilizzo del denaro contante).

Come si è arrivati alla nomina di Enrico Letta da parte della Commissione europea

Nei palazzi di Bruxelles avranno pensato a lungo su quale fosse il profilo più idoneo per redigere un documento tanto delicato in vista delle prossime elezioni europee del 2024. Infatti, come ricordato dallo stesso Enrico Letta nel suo messaggio online, la relazione affidatagli verrà presentata alla Commissione europea nel marzo del prossimo anno, quando mancheranno meno di tre mesi alla chiamata alle urne. Il suo scopo, quindi, sarà quello di fornire tutti gli elementi possibili – sia quelli positivi, sia quelli più spinosi – affinché i nuovi vertici che si insedieranno dopo la competizione elettorale possano scegliere in che modo agire per aggiornare il mercato unico alle esigenze degli ultimi tempi.

Una cosa simile sta avvenendo anche con un altro profilo tutto italiano, quello di Mario Draghi, che la stessa Ursula von der Leyen ha voluto fortemente al proprio fianco per scrivere un rapporto sul futuro della competitività dell’Unione europea in relazione alle altre grandi potenze mondiali. Un ambito che – si capisce bene – si lega a doppio mandato proprio con il tema di cui si occuperà Enrico Letta: la capacità di rafforzare le relazioni interne e, al contempo, di porsi in una posizione di forza nei confronti del mondo sono due facce della stessa medaglia. Aspetti cruciali per competere con Stati Uniti, Cina, Russia, India e le altre economie emergenti.

La nomina di Enrico Letta può alterare gli equilibri in vista delle elezioni europee?

Se, per la nomina dell’ex capo della Bce, la Commissione europea non deve averci messo troppo tempo per trovare l’unanimità, diversamente dev’essere andata per l’ultimo leader del Nazzareno. Non tanto per le indiscusse qualità di raffinato analista e illustre docente (ha insegnato in alcune delle università più prestigiose d’Europa, tra cui l’istituto di studi politici di Parigi); a pesare sul suo profilo c’è proprio il passato alla guida del PD, un biglietto da visita che in molti a Bruxelles giudicano troppo “schierato”, nonostante il Partito Socialista abbia una folta schiera di commissari ed eurodeputati (a partire da Paolo Gentiloni).

In gioco infatti ci sono gli equilibri del prossimo futuro, in cui gli schieramenti sovranisti potrebbero fare la voce grossa qualora ottenessero un risultato favorevole il prossimo giugno. E allora, ecco che il report sul mercato unico prodotto da Enrico Letta potrebbe essere considerato come un “retaggio” delle vecchie alleanze europee, quelle in vigore fino ad oggi, in cui i Conservatori guidati da Giorgia Meloni sono stati sistematicamente relegati all’opposizione. La possibilità che siano proprio loro il gruppo più numeroso a Strasburgo nei prossimi cinque anni è infatti più concreta che mai.

Quanto percepirà Enrico Letta per il report sul mercato unico europeo

“Lavorerò con il massimo impegno in continuità con le idee di Jacques Delors” ha concluso l’ex braccio destro di Romano Prodi sulla piattaforma social, appellandosi al politico francese che – nell’immaginario collettivo – rappresenta uno dei padri fondatori della moderna architettura europea (fu presidente della Commissione nel decennio tra il 1985 e il 1995, proprio gli anni in cui avvenne il passaggio dalla precedente impalcatura a quella che osserviamo oggi).

“Di fronte a un mondo più conflittuale, volatile e complesso, è necessario uno sforzo particolare in termini di ripensamento strategico del mercato unico“. Questo il messaggio diffuso dal governo del Belgio, che avrà la guida semestrale dell’Unione europea nel momento in cui Letta sarà chiamato ad esporre il proprio lavoro. Un’iniezione di fiducia nei suoi confronti, ma anche un tentativo di indicare la strada entro cui muoversi. Secondo le indiscrezioni trapelate nelle ultime ore, l’incarico dovrebbe essere a titolo gratuito, anche se non ci sono ancora notizie ufficiali a riguardo. Come sempre, aspettiamo di apprenderle da un tweet.