Mobilitazioni contro nuovo Codice della strada: quali sono le criticità

Dubbi sul nuovo Codice della strada presentato dal Mit. Sono previste manifestazioni in oltre 40 città per dire "no" alle norme

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Redazione

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Pubblicato: 9 Marzo 2024 13:21

Da Codice della strada a “Codice della strage”, questo lo slogan della mobilitazione prevista in oltre 40 città italiane. Sono migliaia i cittadini e le cittadine che si stanno opponendo alla revisione del Codice della strada proposto dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (Mit). Dal 9 al 12 marzo è prevista una mobilitazione nazionale per segnalare le criticità delle nuove disposizioni.

Secondo gli esperti, il nuovo Codice della strada ignora i dati e fa un balzo indietro sulle norme, andando ad aggravare le condizioni di sicurezza sulle strade. Una direzione che, al netto dei numeri degli incidenti gravi e mortali (1 persona perde la vita in strada ogni 3 ore), risulta incomprensibile. Gli attivisti e le attiviste che stanno per aprire le danze della mobilitazione nazionale chiedono sicurezza per le persone e città più vivibili.

A tale scopo, nelle giornate di manifestazione saranno organizzate diverse azioni per denunciare le “misure vetrina” proposte dal Mit. A partire da Roma, dove i manifestanti indosseranno tute bianche macchiate di rosso o faranno altri gesti simbolici, come occupare le strisce pedonali e posizionare caschetti e bici sdraiate a terra in punti sensibili delle città. Infine, in corso da alcuni giorni, c’è un’azione di mail bombing nei confronti dei parlamentari che saranno chiamati a votare la riforma. Il testo spiega che votare a favore del nuovo Codice della strada vuol dire “essere responsabili della prossima vittima stradale”.

“Codice della strage”: mobilitazioni contro il nuovo Codice della strada

Il nuovo Codice della strada non piace ai cittadini e alle cittadine, ma soprattutto non piace alle vittime della violenza stradale. Il primo punto che fa storcere il naso è l’assenza di un intervento sulla moderazione della velocità, ovvero sulla prima causa di morte in strada, insieme a guida distratta e mancata precedenza (nel caso di vittime pedoni). Tecnici, come urbanisti, architetti, ingegneri, avvocati ed esperti di politiche pubbliche, e 17 tra associazioni e fondazioni di famigliari vittime della strada si sono riuniti per dire “no” al nuovo Codice della strada.

Lo slogan della mobilitazione, che impegnerà gli attivisti e le attiviste in oltre 40 città italiane, è “Stop al Nuovo codice della strada – Nuoce gravemente alla salute”. Dal 9 al 12 marzo da Torino a Roma si svolgeranno azioni, die-in (una forma di protesta dove i partecipanti simulano di essere morti) e mail bombing per tentare di far sentire la propria posizione in merito al nuovo Codice della strada.

Quali sono i punti critici del nuovo Codice della strada?

Nelle diverse analisi del nuovo Codice della strada emergono punti critici. Andrea Colombo, esperto di mobilità che ha firmato la proposta di legge nazionale sulle Città 30, ha spiegato quali sono i rischi delle proposte.

Le misure del nuovo Codice della strada limitano le azioni delle amministrazioni comunali, per esempio restringendo le condizioni e le modalità per installare e usare le telecamere per il controllo dei comportamenti più pericolosi. Inoltre è previsto un depotenziamento delle Ztl, le aree pedonali, la mobilità ciclistica e la sosta regolamentata. Questo avverrà attraverso l’emissione di una sola multa al giorno, anziché per ogni infrazione registrata.

Vengono però inasprite le pene per chi guida in stato alterato, seguendo la direzione di un approccio repressivo per rispondere ai casi che hanno indignato il pubblico, ma che rappresentano solo il 5% delle cause di incidenti.

A questo si accompagna una mancanza di tutela della mobilità sostenibile. Questo avviene attraverso l’impostazione di un fondo per cui l’insicurezza stradale per i ciclisti dipende dalle ciclabili e dai ciclisti e non dai guidatori forti (mezzi a motore). Inoltre fino a un futuro regolamento del Mit, vengono bloccati i lavori per nuove corsie ciclabili, anche nei Comuni dove esistevano già dei progetti.