L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) ha inflitto una pesante sanzione a quattro società che gestiscono la movimentazione dei container nel porto di Napoli di quasi 3 milioni di euro. Il provvedimento, annunciato oggi dalla Confetra, riguarda una violazione delle normative comunitarie dell’Unione Europea sulla concorrenza e coinvolge alcune delle realtà più importanti del comparto logistico italiano.
Le società chiamate Conateco e Soteco, insieme alla controllante Marinvest, sono state multate per la cifra astronomica di 2,4 milioni di euro. Inoltre, il Terminal Flavio Gioia (Tgf) è stato colpito da una sanzione di ben 625.974 euro. Le accuse mosse dall’Antitrust derivano dall’introduzione di una nuova tariffa definita “energy surcharge” (sovrapprezzo energetico), applicata a partire dal primo febbraio 2023 sui container in importazione nel porto di Napoli.
La tariffa “Energy Surcharge”: un caso di collusione
Il caso che ha destato l’attenzione ruota attorno all’introduzione della controversa tariffa denominata “energy surcharge”, applicata ai container in importazione nel porto di Napoli. Introdotta il primo febbraio 2023, la tassa ha, come normalmente accade, suscitato immediatamente polemiche e critiche da parte degli operatori del settore. Questo “sovrapprezzo energetico” era stato giustificato come necessario per compensare l’aumento dei costi operativi, ma la sua applicazione uniforme da parte delle aziende ha suscitato perplessità sulla sua effettiva legittimità. In poche parole, sembra che si sia provato ad aggirare la norma.
Secondo l’Antitrust, le aziende hanno collaborato per stabilire un aumento dei prezzi in maniera coordinata, concordando l’importo e la data di applicazione della sovrattassa. L’Autorità ha dichiarato che tali azioni rappresentano un “accordo di prezzo fra concorrenti”, il che costituisce una violazione dell’articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (Tfue). Questa norma vieta infatti accordi tra imprese che possano limitare o falsare la concorrenza all’interno del mercato comune.
L’Agcm ha accertato che le aziende coinvolte hanno concertato l’aumento tariffario, definendone l’importo e la decorrenza in maniera coordinata. Questo comportamento configura una violazione dell’articolo 101 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, che vieta i cartelli, e dunque accordi tra concorrenti che limitino la concorrenza.
L’indagine, avviata il 18 giugno 2023, ha rivelato dettagli sconcertanti sulle dinamiche di mercato nel porto di Napoli. Le società sanzionate avrebbero collaborato in modo tale da influenzare direttamente le condizioni di mercato a sfavore degli spedizionieri, che sono stati individuati come i destinatari della nuova tariffa. L’intervento dell’Antitrust è stato determinante per disinnescare un potenziale monopolio tariffario che rischiava di destabilizzare l’intero settore logistico.
Confetra e Fedespedi: una denuncia contro le pratiche illegali
Le organizzazioni di categoria, Confetra e Fedespedi, si sono schierate in prima linea nella battaglia contro queste pratiche anticoncorrenziali. Durante le audizioni, entrambe le associazioni hanno sottolineato l’importanza di mantenere la concorrenza leale e hanno evidenziato le ripercussioni che tali comportamenti potrebbero avere sull’economia nazionale.
La decisione dell’Antitrust è stata accolta con favore da molti operatori del settore, che vedono in essa un passo importante verso un mercato più equo e competitivo. Le aziende coinvolte, nel frattempo, potrebbero valutare la possibilità di ricorrere contro la sentenza, ma il messaggio dell’Agcm è chiaro: la concorrenza leale è una priorità irrinunciabile per il mercato europeo.