Prodotti made in Italy in crescita con vendite a +7,4%, ma calano i volumi

I prodotti made in Italy crescono nel valore di vendita rispetto al 2022, ma il volume delle vendite nel 2023 è in negativo a causa della riallocazione del budget della spesa

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

I prodotti made in Italy sono di certo sempre apprezzati con volumi di vendita in crescita, ma i dati sul consumo non sorridono. È la situazione che emerge nell’ultimo report redatto dall’Osservatorio Immagino che sottolinea come nel corso del 2023 il carrello dei prodotti italiani ha accusato un calo del -4,5% dei volumi a fronte di un aumento del +7,4% del giro d’affari, con un’offerta in contrazione del -1,2% e una domanda in crescita del +8,6%. E tra Dop, Igp, Doc e Docg l’unica etichetta certificata a esultare è proprio quella Dop che spinge maggiormente le vendite nella Gdo-chiave.

Il made in Italy nel mondo

I numeri del mondo dell’italianità, con prodotti chiaramente made in Italy, risentono pesantemente della riallocazione del budget della spesa domestica delle famiglie. I dati emersi dal report dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy, infatti, parlano chiaro.

L’andamento annuo divergente tra valori e volumi si ritrova, infatti, in sei delle sette indicazioni rilevate dall’Osservatorio, con un’accentuazione maggiore del calo dei volumi per il claim “Prodotto in Italia“. Infatti se è vero che le percentuali di prodotti venduti e quella di valore sono positive, col trend di vendita rispetto al 2022 cresciuto, nel 2023 a stentare è il volume di vendita.

Nello specifico il cluster più significativo è quello dei 15.433 prodotti che riportano in etichetta la “bandiera italiana” e che rappresentano il 16,1% del totale del carrello, e a valore hanno una quota del 17% sul giro d’affari del paniere complessivo e una crescita del +8,1% sull’anno precedente. Ma a volume, invece, hanno chiuso l’anno in negativo, avendo perso il -4,1% nell’arco di 12 mesi.

Di seguito i dati per segmentazione:

  • Bandiera italiana: 16,1% del totale del carrello, 17% sul giro d’affari e +8,1% sul trend di vendita in valore rispetto al 2022, ma -4,1% in volume;
  • 100% italiano: 8,9% del totale del carrello, 12,4% sul giro d’affari e +9% sul trend di vendita in valore rispetto al 2022, ma -5,3% in volume;
  • Prodotto in Italia: 6,2% del totale del carrello, 3,7% sul giro d’affari e +4,4% sul trend di vendita in valore rispetto al 2022, ma -7% in volume;
  • Dop: 1,4% del totale del carrello, 1,8% sul giro d’affari e +9,1% sul trend di vendita in valore rispetto al 2022, e +1,6% in volume;
  • Doc: 2,4% del totale del carrello, 1,3% sul giro d’affari e +3,2% sul trend di vendita in valore rispetto al 2022, ma -3,8% in volume;
  • Igp: 1,3% del totale del carrello, 1,2% sul giro d’affari e +0,5% sul trend di vendita in valore rispetto al 2022, ma -4,9% in volume;
  • Docg: 1% del totale del carrello, 0,7% sul giro d’affari e +1,7% sul trend di vendita in valore rispetto al 2022, ma -3,6% in volume;
  • Igt: 1% del totale del carrello, 0,4% sul giro d’affari e +1,9% sul trend di vendita in valore rispetto al 2022, ma -5,3% in volume.

Cosa cala nelle vendite del made in Italy

Nel report dell’Osservatorio Immagino GS1 Italy emerge che tra i prodotti “bandiera italiana” le perdite sono su gelati multipack, latte fresco e surgelati pizzeria, mentre per i “100% italiano” sul trend hanno impattato soprattutto alcune categorie, quali latte fresco, gelati multipack e birre alcoliche.

Tra le categorie in calo a volume sul “prodotto in Italia” troviamo invece uova di Pasqua, pesce preparato panato surgelato e vini italiani Doc e Docg. In crescita, invece, gli affettati.

I dati regione per regione

Nella classifica 2023 stilata in base al giro d’affari sviluppato dai panieri regionali nel canale supermercati e ipermercati il primo posto va al Trentino-Alto Adige con oltre 406 milioni di euro di sell-out e 1.006 referenze. Nell’arco dei 12 mesi rilevati dall’Osservatorio, il giro d’affari è cresciuto del +5,5% mentre i volumi sono calati del -2,7%. Un trend negativo a cui hanno contribuito lo spumante classico, i salumi cubettati, le mele e la pasta di semola.

Al secondo posto si conferma la Sicilia, con oltre 380 milioni di euro e 1.194 prodotti. Nel 2023 ha registrato un trend del +2,4% a valore e del -6,7% nei volumi, penalizzati dall’andamento negativo di arance, gelati multipack, mozzarelle e birre alcoliche. Il Piemonte resta saldo al terzo posto, con oltre 320 milioni di euro di sell-out, in crescita del +3,8% sul 2022. Di segno contrario, invece, le vendite in volume, diminuite del -7,1%.

A seguire il Molise, protagonista di una delle performance più positive del 2023: +17,3% a valore e +9,2% a volume (grazie soprattutto alla crescita di pasta di semola e passata di pomodoro) per un paniere composto da 158 prodotti per un giro d’affari annuo di 122 milioni di euro.