Decreto Salva casa approvato in Cdm: ok anche a tende e pompe di calore

Soppalchi, verande, dehors, tende e pompe di calore: cosa contiene la bozza del decreto Salva casa

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

AGGIORNAMENTO: Via libera al decreto salva-casa: il provvedimento è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, dopo una riunione durata circa un’ora.

 

Il Consiglio dei ministri esaminerà oggi il famoso decreto Salva casa di Matteo Salvini, il provvedimento che dovrebbe porre rimedio alle piccole difformità nelle case italiane. Nei giorni scorsi sono state fatte le ultime aggiunte, come l’inclusione di tende e pompe di calore tra le misure.

Il decreto non riguarda gli abusi edilizi strutturali, come lo spostamento di un muro portante, ma solo quelli minori, come un tramezzo spostato o una finestra posizionata diversamente. “Non è un condono perché, se qualcuno ha costruito tre piani in più o una villa con piscina sulla spiaggia, la soluzione è l’abbattimento. Ma se una persona sta lottando con 30 centimetri di difformità in un appartamento di 100 metri quadrati, con l’approvazione del decreto liberiamo le case di milioni di italiani”, ha spiegato Salvini.

In cosa consiste il decreto e cosa riguarderà

Negli ultimi giorni, il testo ha subito alcune modifiche in seguito alle osservazioni del Quirinale sull’effettivo rispetto del requisito d’urgenza. Tra le novità c’è il freno al “Salva Milano”, una norma pensata per risolvere i problemi autorizzativi di alcuni piani di rigenerazione urbana nella città. Questa disposizione, attesa per chiarire gli iter urbanistici dopo gli interventi della Procura su presunti abusi edilizi, probabilmente sarà introdotta nella fase di conversione in legge del provvedimento.

Il provvedimento sarà rivolto agli edifici realizzati prima del 1977, ovvero quelli che presentano più difformità. Prima del 1977, infatti, non era possibile apportare modifiche al progetto in corso d’opera, quindi tali discrepanze non venivano mai corrette. Come ad esempio il caso di una finestra prevista nel progetto ma non effettivamente realizzata, o un cornicione progettato per essere lungo 30 centimetri che invece, nella realtà, misura mezzo metro.

Un altro problema su cui interviene questo decreto sono le discrepanze interne che vanno oltre la semplice forma. Prima del 1977, quando si progettava un edificio, non era necessario presentare le planimetrie complete, ma era sufficiente un “piano tipo”. Durante la realizzazione degli immobili, però, alcuni elementi venivano modificati, creando così delle discrepanze. Inoltre, è comune il caso delle modifiche interne apportate nel corso dei decenni, che magari non sono sempre state dichiarate, portando alla stratificazione di elementi su elementi, il che oggi risulta difficile da giustificare. Anche queste modifiche diventeranno soggette a regolarizzazione.

Ci sarà quindi la possibilità di legittimare, con la presentazione di una Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Lavori) e il pagamento di una sanzione pecuniaria, le varianti realizzate in corso d’opera in parziale difformità ai titoli abilitativi rilasciati prima dell’entrata in vigore della legge 10/1977.

Con il decreto, dovrebbe diventare possibile sanare le tolleranze esecutive di cantiere (cioè gli scostamenti tra quanto autorizzato e quanto effettivamente realizzato in cantiere) che non compromettano la stabilità dell’immobile. Ad esempio, si parla della mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali.

Le tolleranze vengono riparametrate dall’attuale 2% a livelli più alti.

  • Del 2% per una superficie superiore a 500 metri quadri;
  • Del 3% per una superficie tra i 300 e 500 metri quadri;
  • Del 4% per una superficie tra i 100 e 300 metri quadri;
  • Infine, del 5% sotto i 100 metri quadri.

Dalle tende ai dehors, tutte le novità aggiunte in questi giorni

Novità del decreto sarà la regolarizzazione di tende, comprese quelle da esterno, e vetrate panoramiche amovibili. Il piano di Salvini introduce facilitazioni per “opere di protezione dal sole e dagli agenti atmosferici la cui struttura principale sia costituita da tende, tende da sole, tende da esterno, tende a pergola” e che “sia addossata o annessa agli immobili o alle unità immobiliari, anche con strutture fisse necessarie al sostegno e all’estensione dell’opera”.

Queste opere non possono determinare la creazione di un organismo edilizio rilevante e, comunque, di uno spazio stabilmente chiuso, con conseguente variazione di volumi e di superfici. Devono avere caratteristiche tecnico-costruttive e un profilo estetico tali da ridurre al minimo l’impatto visivo e l’ingombro apparente e devono armonizzarsi con le preesistenti linee architettoniche.

In edilizia libera sarà possibile realizzare interventi di manutenzione ordinaria, installare pompe di calore con potenza inferiore a 12 kW, rimuovere barriere architettoniche e installare vetrate panoramiche amovibili (le cosiddette Vepa) su logge e balconi. Sarà inoltre possibile realizzare e installare vetrate panoramiche amovibili e totalmente trasparenti, destinate a funzioni temporanee di protezione dagli agenti atmosferici, miglioramento delle prestazioni acustiche ed energetiche, riduzione delle dispersioni termiche e parziale impermeabilizzazione dalle acque meteoriche non solo per balconi o logge, ma anche per porticati rientranti all’interno dell’edificio.

Ulteriore novità sono i dehors: nella bozza del decreto si legge che “le strutture amovibili realizzate durante l’emergenza sanitaria da Covid-19 e mantenute in esercizio alla data di entrata in vigore della presente disposizione possono rimanere installate”. Tuttavia, il testo sottolinea che “resta ferma la facoltà per il Comune territorialmente competente di richiederne in qualsiasi momento la rimozione”.