Torna a crescere l’export italiano. I dati Istat confermano la ripresa ad aprile delle vendite di beni e servizi dall’Italia verso l’estero a un ritmo che non era registrato da diversi mesi. Un +10,7% su base annua aiutato da una crescita sul mese precedente di oltre il 2%. Anche se ci sono alcune circostanze momentanee che hanno aiutato questi risultati, come le due giornate lavorative in più rispetto a marzo, le cifre rispecchiano una ripresa netta delle esportazioni nel nostro Paese.
Principale traino di questi risultati sono i Paesi extra Ue. Nell’ultimo anno la crescita del valore e dei volumi delle esportazioni al di fuori dei confini dell’Unione europea è stata la più significativa in tempi recenti. Il Made in Italy torna ad affermarsi lontano dai confini nazionali, ma a livello mensile non è da sottovalutare il ritorno di uno dei mercati più importanti in assoluto per il nostro Paese: quello tedesco. Dopo diversi mesi di calo, le esportazioni in Germania sono tornate a salire influenzando in maniera significativa il dato a breve termine.
Nel rapporto Istat vengono segnalate anche le variazioni delle importazioni, in leggero calo a livello monetario. Pesano soprattutto quelle energetiche, che grazie alla normalizzazione dei prezzi del gas rispetto la 2022 e al 2023 hanno subito una forte discesa. Questo ha portato a una bilancia commerciale fortemente positiva, in aumento a livello annuale.
Le esportazioni italiane tornano a crescere ad aprile
Nel mese di aprile le esportazioni dall’Italia hanno fatto registrare una crescita del 10,7% su base annua. Lo riporta l’Istat nel suo ultimo documento sui dati relativi al commercio italiano con l’estero. Rispetto a marzo, la crescita è stata del 2,3% aiutata anche dalle due giornate lavorative in più che il quarto mese del 2024 ha avuto nei confronti del precedente. Nei primi 4 mesi dell’anno l’Italia ha venduto all’estero quasi 208 miliardi in beni e servizi.
Aprile presenta una netta ripresa nei confronti dei primi tre mesi dell’anno. Queste performance hanno permesso di riportare in crescita l’export del trimestre febbraio-aprile, con un dato del +1,9%. Importanti in questa ripresa due mercati in particolare. In primo luogo quelli esterni all’Unione europea, che hanno fatto registrare una crescita delle esportazioni del 13,6%, significativamente maggiore rispetto a quella verso il resto dell’Ue, +8,2%.Dati positivi anche dai Paesi Opec, i maggiori esportatori al mondo di petrolio, che hanno aumentato i loro acquisti di bni italiani del 18,2% su base annua.
I mercati con la crescita più forte per l’esportazione italiana
Tra i mercati con la crescita più forte per l’esportazione italiana ci sono:
- La Turchia +70%
- Il Regno Unito +42,3%
- Il Giappone +23,2%
- Il Belgio +20,2%
- I Paesi Bassi +14,9%
- La Spagna +12,7%
- La Francia +5,2%
Nel breve periodo è invece importante sottolineare il dato delle esportazioni verso la Germania. Storicamente quello tedesco è un’importante mercato di sbocco delle merci italiane, data la vicinanza geografica e le dimensioni dell’economia del Paese. Negli ultimi mesi però Berlino ha sofferto di una congiuntura economica complessa, data da alti prezzi dell’energia e una complessiva difficoltà di ripresa dalla crisi post pandemia.
Di recente però il sistema produttivo tedesco è tornato a crescere e questo ha avuto un impatto quasi immediato sulle esportazioni italiane in Germania. Dopo quasi un anno di flessioni consecutive, il dato è tornato positivo su base mensile, +3,8%. Gli unici Paesi con un significativo calo delle esportazioni sono Austria, -8% e Svizzera, -6,5%.
I prodotti Made in Italy di maggior successo
L’aumento delle esportazioni italiane è stato piuttosto generalizzato. Quasi tutti i settori sono stati coinvolti dall’andamento positivo delle vendite verso l’estero, ma in alcuni casi alcuni prodotti hanno trovato un successo maggiore di altri. Su base mensile sono i beni di consumo non durevoli e quelli strumentali ad aver subito le variazioni più significative. Sul trimestre invece cala la rilevanza di quest’ultimi mentre crescono i beni di consumo durevoli.
Situazione simile su base annuale. Rispetto al mese di aprile del 2023, i beni di consumo, durevoli e non durevoli, rimangono il maggiore traino della crescita delle esportazioni. Si fanno notare però in questo arco temporale anche quelli intermedi, altrimenti attestatisi attorno alla parità. I risultati peggiori, sia a livello congiunturale che tendenziale, sono quelli dei beni energetici.
Stando ai dati Istat, i settori che crescono di più nelle esportazioni ad aprile rispetto all’anno precedente sono:
- L’alta manifattura +53,6%
- La farmaceutica +50,7%
- Gli alimentari +19,3%
- L’elettronica +18,7%
- Gli apparecchi elettrici +10,7%
- La chimica +10,6%
- La gomma e la plastica +10,4%
- I macchinari +8,9%
Non tutti questi settori hanno però lo stesso valore assoluto. La farmaceutica italiana, nonostante sia cresciuta meno dell’alta manifattura, contribuisce di più alla crescita totale delle esportazioni con più di 3 punti percentuali contro i 2 dell’altro settore. Seguono in questa classifica alimentari, macchinari e chimica. Da segnalare anche il solo settore in calo in tutto il panorama economico italiano: quello degli autoveicoli. Le esportazioni sono calate del 15,6% per le auto e gli altri mezzi da strada e del 5,7% per gli altri mezzi di trasporto.
Il calo delle importazioni e la bilancia commerciale
All’aumento delle esportazioni si unisce nel mese di aprile un calo congiunturale delle importazioni. Rispetto a marzo il valore delle merci importate dalle aziende italiane è diminuito dell’1,1%, con particolare calo dei beni strumentali e del settore energetico. Proprio per quanto riguarda l’energia, la diminuzione diventa netta a livello trimestrale, -7,2%, e tendenziale. Rispetto ad aprile 2023 infatti, le importazioni energetiche sono diminuite del 26,2%.
Questi risultati sono frutto principalmente della diminuzione dei prezzi dei beni energetici, in particolare del gas naturale, sui mercati internazionali nell’ultimo anno. Passato il periodo di instabilità dovuto all’invasione russa dell’Ucraina, l’Italia ha trovato nuove forniture di metano via gasdotti e via mare che hanno sensibilmente stabilizzato i prezzi e anche l’inflazione, ormai stabilmente sotto l’1%.
Conseguenza di questi dati è la variazione della bilancia commerciale del nostro Paese, la differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni. Questo dato è tornato ad essere costantemente positivo. L’Italia ha esportato 4,8 miliardi di euro in beni in più rispetto a quanto ha importato, in confronto ai soli 362 milioni di euro dello stesso mese del 2023. A pesare su questo risultato è il deficit energetico, la differenza tra esportazioni e importazioni di beni energetici, che passa da un negativo di 5,7 miliardi di euro a uno di 3,7 miliardi.