Carrello tricolore sospeso: polemica sui risultati, dove trovare gli ultimi sconti

Con la fine dell'anno volge al termine (fra le polemiche) anche il Trimestre anti-inflazione. Ecco dove è possibile trovare gli ultimi sconti

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il Carrello tricolore volge al termine. L’iniziativa del cosiddetto “Trimestre anti-inflazione” è coincisa con gli ultimi tre mesi dell’anno e il governo non intende rinnovarla, come già annunciato a suo tempo. Lo stop è previsto per il 31 dicembre 2023. Il ministero delle Imprese e del Made in Italy di Adolfo Urso aveva attuato l’iniziativa per portare una serie di prodotti scontati sugli scaffali dei supermercati.

Stop al Carrello tricolore

“Era una misura straordinaria. Il nostro obiettivo era contenere l’aumento dei prezzi e l’abbiamo raggiunto. L’inflazione è allo 0,8% lo scorso anno era l’11,8% e siamo per la prima volta sotto la media dell’Unione Europea e sotto il tasso di inflazione di Germania, Francia e Spagna”, rivendica il ministro Urso. “Facciamo meglio degli altri. Il nostro obiettivo era contenere i prezzi del carrello della spesa dei beni alimentari dei prodotti a più largo consumo e ci siamo riusciti”.

A venire scontati, i beni di prima necessità, alimentari e non alimentari purché di largo consumo come ad esempio i prodotti per l’infanzia e quelli per la cura della persona. Al Patto anti-inflazione hanno aderito i “principali attori della filiera, dalla distribuzione moderna e classica al mondo delle cooperative, delle farmacie, delle parafarmacie, dell’industria, della produzione, dell’artigianato e agricoltura”, come si legge sul sito ministeriale.

L’Unione Nazionale Consumatori critica il Carrello tricolore

L’Unione nazionale dei consumatori ha osservato l’andamento dei prezzi dei beni di prima necessità sulla base dei dati sull’inflazione di novembre dell’Istat. L’associazione ha evidenziato come sia vero che l’inflazione cala trascinando, di conseguenza, al ribasso i prezzi di una generalità di prodotti. Ma viene evidenziato anche come alcuni prodotti (fra i quali diversi considerati di prima necessità) mantengano prezzi stabili o registrino addirittura un aumento. Questa la top 10 dei rincari di novembre rispetto al mese precedente:

  1. frutta fresca (+4,4%);
  2. olio d’oliva (+3%);
  3. prodotti per l’infanzia (+2,9%);
  4. burro (+2,1%);
  5. prodotti a base di cereali come pasta sfoglia e pasta brisée (+2%);
  6. acqua minerale (+1,7%);
  7. pasta fresca, secca e preparati di pasta (+1,6%);
  8. latte conservato, yogurt e gelati (+1,1%);
  9. piatti pronti (+1%);
  10. carne di coniglio, carne equina, vegetali secchi e vegetali trasformati (+0,9%).

Non utilizza mezzi termini Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori: “Questi dati attestano il flop del trimestre anti-inflazione. Se, infatti, la frutta fresca era esclusa dai possibili sconti, avendo prezzi troppo volatili e instabili per poter prendere impegni, spicca il terzo posto occupato dagli alimenti per bambini, +2,9% su ottobre 2023 e addirittura +12,8% su novembre 2022, contro il +11,1% del mese precedente”.

“Un dato che da solo basterebbe a decretare il fallimento del ‘carrello tricolore’, visto che i prodotti per l’infanzia erano gli unici esplicitamente citati negli impegni del Protocollo, che aveva tra i tanti difetti anche quello di non avere un elenco dettagliato dei beni su cui intervenire. Vergognoso poi che la pasta (fresca, secca e preparati di pasta), simbolo dell’alimentazione italiana, continui a salire nonostante prezzi oramai astronomici”.

Carrello tricolore: quali supermercati aderiscono

Come detto, c’è tempo fino al 31 dicembre 2023 per acquistare i prodotti delle 36 associazioni aderenti al Carrello tricolore. Qui sotto l’elenco suddiviso per province:

Abruzzo

Basilicata

Calabria

Campania

Emilia-Romagna

Friuli Venezia Giulia

Lazio

Liguria

Lombardia

Marche

Molise

Piemonte

Puglia

Sardegna

Sicilia

Toscana

Trentino Alto Adige

Umbria

Valle d’Aosta

Veneto