Carlo Ancelotti accusato di frode fiscale in Spagna: rischia il carcere, quanto avrebbe evaso

Ancelotti rischia il carcere in Spagna per aver frodato il Fisco spagnolo: ecco la cifra evasa dal tecnico italiano che era stato assolto in primo grado

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Fresco di rinnovo contrattuale col Real Madrid, Carlo Ancelotti rischia grosso in Spagna, con i quotidiani iberici che riportano la notizia delle accuse di frode fiscale. Il tecnico di Reggiolo, ex di Milan, Juventus e Napoli nel passato recente, è infatti finito nel mirino del fisco spagnolo per aver evaso negli anni fiscali 2014 e 2015. Anni in cui il 64enne tecnico delle Merengues, stando alle prove in mano ai procuratori, avrebbe simulato la cessione dei suoi diritti d’immagine a enti “privi di reale attività” creando, di fatto, una rete complessa e confusa per cercare di aggirare i pagamenti. E per tutto ciò l’allenatore, legato fino al 2026 col Real, rischierebbe addirittura quasi cinque anni di carcere.

Ancelotti rischia il carcere per frode

Quattro anni e nove mesi di reclusione. È questa la richiesta di pena avanzata dalla Procura provinciale di Madrid contro Carlo Ancelotti, accusato di aver frodato il Fisco spagnolo tra il 2014 e il 2015. A riferirlo è il quotidiano Marca, di stampo prevalentemente madridista, che ha riportato le richieste di chi da anni indaga contro Carletto, condottiero delle Merengues e fresco di rinnovo di contratto col Real Madrid. Sulla stampa spagnola, infatti, campeggiano le accuse mosse all’allenatore, che secondo la procura avrebbe commesso diversi reati contro l’Erario.

Stando a quanto riferito, Ancelotti il 4 luglio 2013 aveva firmato infatti un contratto di lavoro come allenatore del Real Madrid per il periodo compreso tra luglio 2013 e il 30 giugno 2016 accordandosi su retribuzione e proventi derivanti dalla cessione dei diritti di immagine al club. . Subito dopo la firma il tecnico italiano avrebbe iniziato a lavorare e risiedere in Spagna, stabilendo come domicilio e residenza abituale un immobile di Madrid, ma quando la relazione con il Real Madrid si interruppe improvvisamente nel maggio 2015 sarebbero iniziati i movimenti sospetti incriminati.

Fino a ottobre dello stesso anno, riferiscono i procuratori, Ancelotti ebbe la casa in affitto a Madrid e dunque la Spagna fu il suo principale centro di relazioni economiche per il 2015. Ma il tecnico, secondo l’accusa, avrebbe cercato di evitare la tassazione dei proventi derivanti dai diritti d’immagine facendo ricorso a  una rete “complessa” e “confusa” di trust e società depositate canalizzare la raccolta dei diritti di immagine.

In poche parole avrebbe simulato la cessione dei diritti di immagine a enti “privi di reale attività”. Così facendo Ancelotti avrebbe perseguito “l’opacità di fronte all’Erario spagnolo e l’occultamento del reale beneficiario dei proventi i suoi diritti di immagine, in modo che né lui né alcuna di dette società debbano pagare tasse sulle ingenti somme ricevute in Spagna o fuori dal Paese”. La Procura sostiene che Ancelotti abbia presentato in tempo le proprie dichiarazioni dei redditi, asserendo lo status di residente in Spagna ma registrando solo l’ingaggio percepito dal Real e omettendo le entrate per lo sfruttamento dei diritti di immagini arrivando a dichiarazioni “con quote negative”.

Quanto avrebbe evaso e lo stipendio di Re Carlo

La Procura, nello specifico, sottolinea che i proventi derivanti dalla cessione dei diritti di immagine rappresentavano redditi pari a 1.249.590 nel 2014 e 2.959.768 nel 2015. Proventi che né Ancelotti né Vapia Limited, la società con cui firmò un contratto privato per la cessione dei diritti per 10 anni e un prezzo di 25 milioni, effettivamente abbiano versato un euro.

L’accusa, quindi, è che Ancelotti abbia frodato il Fisco spagnolo per un importo totale di 1.062.079 euro negli anni fiscali 2014 e 2015.

Ancelotti ha già vinto il primo grado di giudizio, ma il Fisco ha fatto appello. Una richiesta arrivata pochi mesi dopo il rinnovo di contratto del tecnico col Real Madrid. Legato ai Galacticos fino al 2026, l’allenatore quattro volte vincitore della Champions League (sei considerando le due da calciatore) guadagna 11 milioni lordi all’anno, ovvero 6 milioni netti a stagione.