La Triestina ha come proprietario una società di criptovalute amata da Elon Musk

La Triestina è sotto il controllo della Dogecoin Foundation, società di criptovalute sponsorizzata da Elon Musk

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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La US Triestina Calcio 1918 è la prima squadra professionistica in Europa a essere controllata direttamente da un soggetto legato al mondo delle criptovalute. La Dogecoin Foundation, attraverso la società Dogecoin Ventures Inc., è infatti il principale azionista del club che milita in Serie C. Una svolta inedita per il calcio italiano e per l’intero settore sportivo, che introduce un modello proprietario basato su asset digitali e tecnologie decentralizzate.

L’uscita del precedente proprietario e il passaggio a Dogecoin

L’ingresso di Dogecoin arriva dopo la fine del percorso del fondo americano LBK Capital LLC, guidato da Ben Rosenzweig. Il gruppo aveva investito circa 25 milioni di euro in un anno e mezzo, senza però riuscire a stabilizzare la società. Tra difficoltà finanziarie, ritardi nei pagamenti e rischi di prefallimento, la Triestina si è ritrovata in una fase critica, culminata con penalizzazioni in classifica.

Il subentro della Dogecoin Foundation introduce così un nuovo piano di rilancio legato alla valuta digitale nata nel 2013 come progetto open‑source. Dogecoin, caratterizzata da una struttura decentralizzata e da un modello inflazionistico, ha guadagnato notorietà globale grazie alla visibilità offerta da Elon Musk, che in più occasioni l’ha citata pubblicamente e accettata come metodo di pagamento per Tesla.

Gli altri precedenti in Italia

Il caso Triestina non è del tutto isolato, anche se si tratta della prima vera acquisizione diretta. In passato alcune società hanno intrecciato rapporti con l’ambiente crypto attraverso sponsorizzazioni o partecipazioni. Tra gli esempi più rilevanti emerge la Juventus, il cui 10,1% è oggi detenuto da Tether, e l’Inter, che nel 2021 aveva firmato un contratto da 85 milioni con DigitalBits, partnership poi naufragata senza che il club percepisse una sola rata.

Con l’operazione Triestina, Dogecoin compie però un passo ulteriore. L’obiettivo dichiarato è costruire un modello che unisca tifoseria locale, ecosistemi digitali e sviluppo economico ispirato alle tecnologie decentralizzate.

“Si tratta di connettere la comunità internazionale di Dogecoin con uno dei club più storici d’Europa e dimostrare che gli asset digitali possono generare valore reale”

ha spiegato Marco Margiotta, CEO di House of Doge.

Il ruolo di Elon Musk e il valore di Dogecoin

Dogecoin è nata come meme coin, cioè un token digitale inizialmente legato a dinamiche social. Negli anni si è trasformata in una valuta peer‑to‑peer utilizzabile per acquisti e transazioni. La sua crescita è stata influenzata anche dalle dichiarazioni di Elon Musk, che pur non avendo alcun ruolo nella fondazione del progetto, ha contribuito alla diffusione del token attraverso i suoi canali social.

Il valore complessivo della criptovaluta evidenzia una rilevanza significativa. La capitalizzazione di mercato di Dogecoin si aggira infatti intorno ai 24 miliardi di dollari, a testimonianza dell’interesse internazionale e della capacità del token di generare un forte seguito comunitario.

Per la Triestina il ricorso a un soggetto legato alle criptovalute può aprire a nuove forme di finanziamento, partnership e progetti commerciali. L’evoluzione di questa operazione definirà se l’esperimento potrà rappresentare un precedente per altri club o restare un caso isolato nel panorama europeo.