La Spal rinuncia a iscriversi alla serie C e rischia di scivolare verso l’ennesimo fallimento. Dopo la cancellazione dei 114 anni di storia del Brescia, destinata a fallire per il mancato pagamento da parte del presidente Massimo Cellino di stipendi e contributi, un’altra nobile decaduta è condannata a sparire dal calcio professionistico italiano.
Nonostante la salvezza conquistata sul campo, il club di Ferrara ripartirà dall’Eccellenza, sempre se riuscirà a scongiurare il terzo fallimento in 21 anni.
La mancata iscrizione della Spal
Nel comunicato con cui è stata annunciata la mancata iscrizione alla serie C, il presidente della Spal Joe Tacopina ha precisato che per adesso la società non è fallita, ma il fantasma del fallimento prende sempre più forma.
La proprietà dello storico club di Ferrara ha dato spiegazione dell'”epilogo doloroso maturato dopo numerosi tentativi di individuare soluzioni concrete che potessero garantire la continuità del progetto sportivo e societario”.
“Negli ultimi quattro anni, la proprietà ha compiuto significativi sforzi economici, investendo 50 milioni di euro in liquidità reale (12 milioni solo nell’ultima stagione) nel tentativo di rilanciare la Spal, con l’obiettivo di restituire alla città di Ferrara una squadra all’altezza della sua storia e della sua passione” si legge nel comunicato, con il quale si spiega che i risultati sportivi non sarebbero stati all’altezza degli investimenti realizzati.
La società ha aggiunto, inoltre, come le trattative per cedere il club a investitori interessati siano state complicate da un episodio di violenza avvenuto nell’ultima stagione, con un blitz di alcuni tifosi al campo di allenamento.
Un caso emblematico dei rapporti da tempo ai minimi termini tra la presidenza e la tifoseria: dopo l’acquisto della Spal di Tacopina nel 2021, a seguito della retrocessione in B alla fine di tre anni nella massima serie, gli attriti si sono aggravati di anno in anno, fino al dito medio mostrato dal presidente in risposta alle contestazioni nel giorno della retrocessione in C del 2023.
Secondo quanto comunicato dalla società, l’incursione degli ultrà biancoazzurri al centro sportivo Fabbri, con tafferugli e lancio di petardi in campo, avrebbe fatto ritirare improvvisamente uno dei partner che aveva manifestato l’intenzione di entrare nella società con un “investimento significativo”.
Il rischio fallimento
Sta di fatto che nella giornata di venerdì 6 giugno non è arrivato dagli Stati Uniti il bonifico da circa 3 milioni di euro che Tacopina, o il socio Marcello Follano, avrebbe dovuto inviare per iscrivere la Spal alla serie C.
Nel comunicato la proprietà ha comunque tenuto a precisare che “non siamo ‘falliti’ e il club non ha presentato istanza di fallimento. Nei prossimi giorni valuteremo le opzioni disponibili, tra cui l’iscrizione del club, di cui siamo ancora pienamente proprietari, a una categoria inferiore”.
Il pericolo rimane però concreto, per una società che già nel 2012 si era dovuta arrendere ancora una volta al fallimento.