Addio alle pensioni agevolate per gli italiani in Portogallo

Introdotta per gli stranieri che vivono almeno la metà dell’anno in Portogallo, questa esenzione è stata totale fino al 2020, passando poi al 10%

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Il Portogallo ha annunciato che a partire dal 2024 non concederà più esenzioni fiscali ai pensionati stranieri. L’annuncio è stato fatto dal primo ministro Antonio Costa, il quale ha spiegato che mantenere queste agevolazioni avrebbe il potenziale di aumentare i prezzi delle proprietà durante una crisi immobiliare.

“Continuare a implementare questa misura in futuro sarebbe un’ingiustizia fiscale ingiustificata e avrebbe l’effetto indiretto di innalzare ulteriormente i prezzi nel mercato immobiliare”, ha dichiarato Costa durante una conferenza stampa.

Come funziona la tassazione in Portogallo

Attualmente, i vantaggi fiscali in Portogallo prevedono un’aliquota fissa del 20% per i professionisti qualificati e i nomadi digitali, mentre per i pensionati è del 10%. Fino al 2020, i pensionati godevano di un’esenzione fiscale totale, che si applicava sia ai pensionati stranieri che a quelli portoghesi che ricevevano una pensione dall’estero.

Secondo i dati dell’INPS aggiornati al 2021, si è verificato un notevole aumento nel numero di italiani che si sono trasferiti in Portogallo, passando da meno di mille alla fine del 2017 a circa 3.500. Anche persone provenienti da altri paesi hanno scelto di trasferirsi in Portogallo, il che ha avuto un impatto sul costo della vita nel paese.

Tuttavia, a partire dal 2024, questi vantaggi fiscali verranno sospesi, e di conseguenza non ci sarà più una motivazione fiscale significativa per trasferirsi in Portogallo, a meno che la pensione annuale sia inferiore a 7.112 euro.

Per coloro che percepiscono redditi compresi tra 7.113 e 10.732 euro, non ci sarebbe alcun beneficio fiscale nel trasferirsi in Portogallo, e coloro che hanno un reddito fino a 20.332 euro in Portogallo pagherebbero effettivamente il 3,5% in più di imposte rispetto all’Italia (28,5% contro il 25%).

Il trasferimento in Portogallo ai fini fiscali diventa decisamente sconveniente per i redditi annui superiori ai 20.323 euro, anche se con geometrie variabili.

I motivi di questa decisione

Circa 10.000 persone, in gran parte pensionati provenienti da Francia, Regno Unito e Italia, hanno beneficiato dei vantaggi fiscali in Portogallo. Questi individui hanno scelto di stabilirsi principalmente nella regione di Lisbona e nelle località balneari dell’Algarve, e la loro presenza ha effettivamente contribuito alla ripresa del mercato immobiliare portoghese.

La decisione di revocare questi vantaggi fiscali è stata in parte motivata dalla pressione dell’Unione Europea, che ha preoccupazioni riguardo alla riduzione delle entrate fiscali nei paesi membri. Inoltre, in Portogallo, c’è la richiesta di trattamenti fiscali equi che non discriminino i cittadini portoghesi. La crescente inflazione nel mercato immobiliare e l’accesso al welfare da parte dei cittadini stranieri con vantaggi fiscali hanno contribuito alla decisione.

È importante notare che questa misura non sarà retroattiva, quindi coloro che hanno già aderito al regime di tassazione agevolata potranno continuare a beneficiare di tali vantaggi, ma dal 2024 la situazione fiscale cambierà completamente per i nuovi pensionati stranieri in Portogallo.

Gli altri “paradisi fiscali” per i pensionati

Restando in Europa, possono guardare al mare della Grecia, dov’è possibile usufruire di flat tax al 7% per dieci anni. Oppure pensare di trasferirsi a Cipro, pagando un’aliquota massima del 5%. Probabilmente attraggono meno l’Est europeo e i Balcani, per quanto Albania, Bulgaria e Slovacchia promettano l’esenzione totale da imposte e la Romania offra un’aliquota del 10%.

Sulla scelta pesano fattori quali lingua e cultura, i collegamenti diretti e a basso costo con l’Italia, l’assistenza sanitaria, il costo e la qualità della vita. Per chi sogni il mare e un clima mediterraneo non resterà che trasferirsi in Tunisia: promette l’esenzione da imposte sull’80% della pensione e aliquota massima del 7%. Per i più audaci c’è addirittura Panama.