Brescia fallito sotto la guida di Cellino, la fine di un club storico: la Sampdoria ha una chance storica

Il Brescia Calcio è ormai fallito. La società lombarda dovrà ripartire dai Dilettanti per 3 milioni di euro. La scelta del proprietario Massimo Cellino appare illogica

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

Aggiornato: 6 Giugno 2025 15:31

Nessuna clamorosa svolta dell’ultima ora. Il Brescia Calcio è fallito. La società lombarda, che in passato ha avuto tra le sue fila Roberto Baggio e Pep Guardiola così come Andrea Pirlo (e più recentemente tra gli altri Marek Hamsik e Sandro Tonali), si trova in una situazione estremamente critica. Una serie di scelte ha portato all’esclusione dai campionati professionistici. Manca la ratifica ufficiale ma il termine ultimo per saldare i debiti è ormai scaduto.

Entro le ore 9.00 di questa mattina, i dipendenti del club avrebbero dovuto ricevere i propri stipendi arretrati, pari a oltre 3 milioni di euro. In assenza di questo pagamento, il club manca della documentazione necessaria per l’iscrizione al campionato 2025/26, aprendo la strada alla ripartenza dai dilettanti. L’ultima scadenza era fissata alle ore 15.00 di questo venerdì 6 giugno.

Tensione crescente intorno a Cellino

Secondo quanto riportato dal Giornale di Brescia, nella serata di ieri la situazione appariva ancora lontana da una soluzione. I collaboratori del presidente Massimo Cellino hanno tentato invano di sbloccare lo stallo, cercando anche di convincerlo a cedere il club per evitare il fallimento. A mancare non sono solo gli stipendi, ma anche il versamento degli F24 relativi a contributi e alla prima rata del debito fiscale. La scadenza definitiva era fissata per oggi alle ore 15.00.

Ciò che appare davvero illogico è la scelta da parte di Massimo Cellino di non versare quanto dovuto e determinare così il fallimento, una scelta che si sarebbe potuta evitare vendendo alcuni calciatori (considerando che il valore totale della rosa è di circa 20 milioni di euro) così da assicurarsi la partecipazione al prossimo campionato e ottenere di conseguenza un “paracadute” da 1,4 milioni di euro.

La trattativa fallita con il gruppo Scuola-Maroccu

A nulla sono valsi anche i tentativi di poter cedere la società. Le trattative con il gruppo guidato da Scuola e Maroccu si sono fermate qualche giorno fa perché Massimo Cellino aveva richiesto un deposito di garanzia prima di procedere con l’iscrizione, mentre la controparte proponeva un rimborso post-iscrizione. Secondo le dichiarazioni, gli accordi via PEC prevedevano condizioni differenti.

Le parti non hanno trovato un punto di incontro, alimentando un clima di diffidenza reciproca. Il risultato è stato uno stallo prolungato: Cellino attendeva una conferma formale tramite notaio, mentre gli investitori pretendevano un’iniziativa da parte dell’attuale proprietà. Nessuna delle due parti ha compiuto il primo passo.

Segnali contrastanti e un clima di incertezza

Eppure nella giornata di ieri, un piccolo spiraglio si era aperto: tutti i 13 dipendenti ordinari del club, dagli impiegati ai manutentori, sono stati saldati. Inoltre l’Agenzia delle Entrate aveva accettato una proposta di rateizzazione del debito fiscale: cinque rate da 480.000 euro, per un totale di 2,4 milioni, a fronte di un debito iniziale vicino ai 4 milioni. L’accordo non è stato formalizzato: la prima rata, necessaria per rendere efficace l’intesa, non è stata versata.

La notizia poi delle dimissioni di Stefano Midolo, consigliere con potere di firma dopo le inibizioni a Massimo ed Edoardo Cellino, ha fatto capire che difficilmente la situazione si sarebbe risolto. Un clamoroso passo indietro per i tifosi che speravano ancora in una soluzione che potesse salvare lo storico club.  L’atto è ancora revocabile, ma rappresenta un ulteriore segnale negativo. Restano infine gli asset immobiliari, tra cui il centro sportivo e un edificio acquistato in centro città per 1,5 milioni di euro, destinato a ospitare uffici e store del club. Senza un intervento risolutivo, tutto potrebbe restare inutilizzato.

Sampdoria-Salernitana, le date dei playout

I quattro punti di penalità, devastanti, piovuti sul Brescia hanno aperto uno spiraglio di speranza per la Sampdoria. Di colpo i blucerchiati si sono ritrovati dalla Serie C alla chance di un’insperata Serie B. Di mezzo soltanto la Salernitana, in un confronto tra realtà che non intendono arrendersi.

I blucerchiati stanno vivendo una condizione cinematografica. Un colpo di scena, quello che si è concretizzato in aula, a dir poco insperato. E ora non si attende altro che giocare le ultime due battaglie di una stagione che non accenna a terminare. Con il Brescia ormai fallito tra le lacrime di chi lo ama e sostiene, si attende con ansia domenica 15 giugno. È questa la data dell’andata dei playout. Sampdoria e Salernitana in campo alle ore 20:30. Stesso orario per venerdì 20 giugno, quando l’ultimo atto andrà in scena.