Il piano per salvare San Siro: nuova vita per lo stadio

Quale sarà il futuro dello stadio San Siro. Inter e Milan sembrano pronte a guardare altrove ma non è ancora detta l'ultima parola

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Si parla molto in questo periodo del futuro dello stadio San Siro. La città di Milano è infatti in attesa di scoprire quali saranno le decisioni definitive di Inter e Milan, che paiono sempre più distanti dallo stadio Meazza.

Le società cugine aveva ipotizzato l’abbattimento, al fine di mantenere un solo stadio condiviso ma, al tempo stesso, proponendo alla città tutta una cattedrale del calcio in linea con i tempi moderni. Prospettiva irrealizzabile, considerando il quasi ufficiale vincolo sul secondo anello, che ne impedisce la distruzione.

San Siro è salvo dunque? Non proprio, dal momento che la sua ragion d’essere principale verrebbe meno. Vediamo però nel dettaglio cosa va profilandosi.

Ristrutturare San Siro

Il nuovo stadio dell’Inter sarà a Rozzano, o almeno così pare. La società nerazzurra ha infatti tempo fino alla prima parte del 2024 per agire in tal senso. Individuato però il terreno dove l’impianto potrebbe sorgere, con infrastrutture annesse all’esterno e un grande indotto per l’intera zona.

Se l’Inter “scappa”, il Milan resta? Non è detto. Lo stato attuale del Meazza non convince affatto i rossoneri, che vorrebbero un impianto all’altezza delle big d’Europa, in termini d’immagine e di servizi.

In merito al futuro dello stadio si è espresso Carlo Monguzzi, capogruppo di Europa Verde in Consiglio Comunale. Ecco le sue parole a Radiosveglia: “Il vincolo non è un capriccio, bensì l’applicazione di una legge dello Stato. La Sovrintendenza ha avuto la schiena dritta per applicarla”.

Parlando delle due squadre, ha definito le società come gruppi finanziari molto aggressivi, che intendono “fare quattrini”. Monguzzi è certo del fatto che la città di Milano, data la sua forza politica, sia in grado di convincere i club, o almeno uno dei due: “Dobbiamo lavorare in questa direzione. L’Inter, probabilmente, farebbe festa per ristrutturare San Siro, dato il suo indebitamento. Se così non sarà, non dobbiamo andare dietro a due gruppi finanziari”.

L’alternativa sarebbe una gara internazionale, stando alle parole del capogruppo, nella speranza che concerti, eventi e altri sport possano restituire alla città un Mezza del tutto riqualificato.

Il nuovo vecchio piano

In una situazione complessa e in costante evoluzione come quella attuale, si torna a parlare di un piano ristrutturazione per lo stadio San Siro. Il tutto mentre l’Inter guarda a Rozzano e il Milan a San Francesco a Donato per i loro nuovi stadi, ancora teorici per il momento.

Che ospiti le due squadre o meno, il Meazza necessita di un restyling. Patti chiari e amicizia lunga, ristrutturare e non abbattere. La Repubblica Milano parla del progetto Galleria, firmato da Riccardo Aceti e da Nicola Magistretti. Se ne è parlato molto negli ultimi anni e ora torna in prima pagina.

Un progetto che è stato affiancato a quello di Inter e Milan, che prevede com’è noto l’abbattimento. Aceti ipotizza un accordo almeno con una delle due squadre, che potrebbe ottenere un diritto di superficie. Ciò vuol dire una concessione di lunga durata. Immaginando l’avvio dei cantieri nel 2024, “si potrebbero ultimare i lavori di un primo lotto funzionale entro luglio-agosto 2025, concentrandosi magari sulle sotto tribune del secondo anello, oggi vuote”.

Un discorso che non riguarda unicamente il calcio. Lo sguardo, ad oggi, è infatti rivolto alla cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026, così come alla finale di Champions League che dovrebbe svolgersi proprio in quest’impianto storico.

Lavori che avrebbero un tratto qualificante, realizzando una nuova galleria panoramica polifunzionale, totale o parziale. Questa andrebbe a ospitare differenti servizi commerciali e non solo. A ciò si aggiungerebbe, poi, una riqualificazione dell’impianto con il fotovoltaico.

Il piano prevedrebbe la conclusione entro il primo semestre del 2028. E i costi? Ecco le parole di Aceti: “Circa la metà dei soldi previsti per l’esecuzione di un nuovo impianto. Gestibilissimo anche da una sola delle due squadre”.