Archiviati i gironi della Nations League il calcio italiano è pronto a tuffarsi di nuovo nella Serie A, con le squadre che dovranno però fare i conti con il bollettino degli infortunati. Diversi i giocatori tornati acciaccati dagli impegni delle Nazionali nelle file dei propri club di appartenenza, da Hakan Calhanoglu a Dusan Vlahovic, da Juan Cabal a Nuno Tavares, tra lesioni e problemi muscolari. Un effetto del sempre più alto numero di partite, che potrebbe portare a un impatto ancora maggiore, secondo quanto sostiene lo studio dell’Associazione dei calciatori Aic, anche dal punto vista economico con l’arrivo della nuova edizione del Mondiale per club e un calendario ancora più intasato.
Il report dell’Aic
Nello studio intitolato “Injury Time”, presentato dal presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, Umberto Calcagno, è stato preso in esame il peso economico degli infortuni superiori ai 90 giorni subiti dai calciatori e la conseguente svalutazione del cartellino, per i club di Serie A, della Liga spagnola e della Premier League inglese, tra impegni di campionato, coppe nazionali ed europee.
Prendendo in considerazione 20 giocatori per ogni squadra impiegati nel 90% dei minuti delle partite disputate tra il 2022 e il 2024, il report calcola che un tesserato rimanga infortunato mediamente per 71 giorni su 54 gare disputate a stagione. Alle quali vanno poi sommati gli incontri con le rispettive nazionali.
Secondo le stime emerse nell’analisi, con la nuova Champions League e il prossimo Mondiale per club allargato a 32 squadre, per il quale i sindacati dei calciatori hanno già fatto causa alla Fifa, i giorni di stop rischiano di aumentare del 50%, arrivando così intorno a quota 107 giorni di indisponibilità.
Le 11 partite in più in programma sul calendario internazionale delle società più blasonate, porterebbero così a 36 giorni di infortunio in più a giocatore, pari a un giorno su tre.
Numeri sottolineati dal presidente dell’Aic, Umberto Calcagno, secondo cui “si comprende che il rischio più concreto, derivante dalla strategia di incremento delle partite, è quello di non mettere nelle condizioni di performare al meglio i protagonisti dello spettacolo. Quegli stessi calciatori, con particolare riferimento a quelli più impiegati, che i club tesserano per garantire ai propri tifosi ed ai media il massimo livello di spettacolo”.
L’impatto economico
Dal punto di vista economico, nel report Aic si valuta anche l’impatto dell’indisponibilità dei calciatori sui bilanci dei club dei tre campionati presi in esame.
Per le squadre di Serie A, Liga e Premier League, nella stagione 2023/24, gli infortuni dei propri giocatori sono costati in totale circa 1,5 miliardi di euro: cifra sulla quale, a fronte di un valore di rose e stipendi molto più alto, i club inglesi pesano per oltre la metà (58%), contro il 26% di quelli spagnoli e il 16% degli italiani.
Nello specifico, la scorsa stagione le società del nostro campionato hanno pagato in totale 230 milioni di euro per infortuni.
Se si calcola poi il valore economico dei giorni di indisponibilità dei giocatori infortunati nei tre campionati, la somma è pari a 707 milioni di euro, mentre arriva a complessivi 785 milioni considerando il deprezzamento del cartellino dei calciatori a causa di stop superiori a 90 giorni.
Tutti dati che, secondo l’Aic, sono destinati ad aumentare in questa stagione: se una società di Serie A incasserà dai nuovi format 38 milioni di euro, ne spenderà di contro 25 milioni per gli infortuni, così come una squadra spagnola incasserà 42 milioni perdendone 21 e in Inghilterra un club registrerà 51 milioni di entrate a fronte di 49 milioni di perdite per i giorni di indisponibilità dei propri calciatori.