Il campionato libico si gioca a Milano: gli interessi e i risvolti economici

La final six del campionato libico si gioca in Lombardia tra interessi strategici, accordi politici e legami economici con l’Italia

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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La Libia e l’Italia, si sa, da sempre fanno affari d’oro e, in via collaterale, sembra essere questo il senso della final six del campionato libico nel nostro Paese per il secondo anno consecutivo. La fase dei playoff della Libyan Premier League 2025 si disputa in Brianza fino al 4 agosto – interessate in particolare le aree dell’Arena civica di Milano, Sesto San Giovanni e Meda.

A essere coinvolte 6 squadre con la media di 3 partite in contemporanea alle 19.00 ogni tre giorni. I match in questione sono a porte chiuse e poco sponsorizzati, scelta che sta creando un vespaio di polemiche tra chi è pro o contro questa scelta.

L’accordo per il campionato libico in Italia

Secondo la Gazzetta dello Sport, che ha sollevato la questione, l’Italia avrebbe scelto di ospitare il campionato libico per ragioni economiche, strategiche e politiche nell’ambito del Piano Mattei.

L’accordo per le partite sarebbe stato siglato dopo un viaggio in Libia del premier Giorgia Meloni con il Ministro dello Sport Andrea Abodi, risalente a maggio 2024. l’Italia avrebbe permesso di giocare la final six del principale campionato libico nel nostro Paese in cambio di controlli più serrati da parte della Libia per contrastare l’immigrazione clandestina.

Ci sono però anche diversi aspetti economici che legano le due nazioni.

Libia primo fornitore di petrolio per l’Italia

La Libia risulta essere il principale fornitore di petrolio del nostro Paese, coprendo il 21,5% delle importazioni nazionali.

Il dato risale agli ultimi anni in contrasto con il calo netto registrato nel 2011. Una rinnovata partnership dovuta anche ai problemi di importazione di energia elettrica, gas e petrolio conseguente allo scoppio, e al perdurare, della guerra tra Russia e Ucraina.

È dal 2022 che l’intera Unione Europea ha trovato canali alternativi alla dipendenza di forniture energetiche da Mosca, diversificando le fonti di approvvigionamento.

Il piano Mattei e il campionato libico in Lombardia

In questo quadro geopolitico, oltre alla Libia per il petrolio, è l’intero Nord Africa a guadagnare un ruolo importante nell’ambito del Piano Mattei, che ha come obiettivo il consolidamento dei rapporti con i Paesi di quest’area.

Come risulta analizzando i dati pubblicati dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica diffusi a maggio, l’Algeria è il nostro primo fornitore di gas tramite gasdotto.

Ha fornito all’Italia 21 miliardi di metri cubi di gas attraverso il punto di ingresso di Mazara del Vallo con una crescita del 12% rispetto al 2023. Ovviamente, di contro, sono sfumate le forniture di gas russo: da 3 miliardi di metri cubi al mese del 2021 si è passati a 165 milioni a novembre 2024.

La Libia ha un ruolo cruciale sul petrolio minore sul gas: attraverso il punto di ingresso di Gela ha fornito 1,4 miliardi di metri cubi.

Leggendo questi numeri non è difficile immaginare che ci potrebbe essere tra Italia e Libia anche una sorta di suggello agli interessi economici proprio con il campionato libico in Lombardia.

Piano Mattei
🎯 Obiettivi Ridurre i flussi migratori irregolari
Rafforzare i partenariati economici e strategici con i Paesi africani
Promuovere lo sviluppo sostenibile locale
📦 Strumenti Fondo iniziale da 5,5 miliardi di euro (tra garanzie, crediti, investimenti e donazioni)
Coinvolgimento di imprese italiane e organismi multilaterali
Collaborazione con Ue, G7 e Nazioni Unite
🏗️ Ambiti di intervento Transizione energetica (rinnovabili, gas)
Agricoltura e filiere agroalimentari
Infrastrutture e logistica
Sanità e formazione
Sicurezza e controllo dei confini
📍 Paesi coinvolti (fase 1) Tunisia, Libia, Niger, Egitto, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Algeria, Kenya, Mozambico
📅 Tempistiche Lancio nel gennaio 2024
Attuazione in corso (con primi protocolli firmati nel 2025)
🔍 Controllo e governance Cabina di regia a Palazzo Chigi
Coordinamento con Maeci, Mimit, Mef, enti locali e soggetti privati