Superbonus, è caos: attenzione alla scadenza del 30 settembre

Il 30 settembre è la data cerchiata in rosso come prima scadenza per il Superbonus, ma è caos sulle procedure di liquidazione del credito

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Il ritorno dalle ferie e dalle vacanze fa chiudere agli italiani la pagina estiva, fatta di relax e divertimento in famiglia, tra mare e altre destinazioni turistiche, per aprirne una nuova pronta a essere arricchita di tutti gli impegni lavorativi e non da qui alla fine dell’anno. La fine dell’estate, infatti, porta con sé delle scadenze che non sono più rimandabili e, con l’arrivo di settembre, cominciano a sommarsi sempre più.

Se settembre è stato accolto dagli italiani con la brutta notizia sul pagamento delle tasse, a essere cerchiata in rosso sul calendario è la data del 30 settembre per tutti coloro che stanno fruendo del Superbonus 100%.

Superbonus 110%, le scadenze

La prima e importante scadenza del Superbonus, infatti, è ormai dietro l’angolo. Come detto, infatti, il 30 settembre è la data cerchiata in rosso entro la quale chi ha avuto accesso all’intervento dovrà dare conto e ragione per poter continuare i lavori. Il termine, nello specifico, interessa gli interventi sulle unifamiliari, ville e abitazioni funzionalmente indipendenti, sulle quali è stata orientata la prima grande lente d’ingrandimento delle scadenze.

A tutti coloro che stanno usufruendo della misura per questo tipo di edifici, infatti, è chiesto che al 30 settembre siano stati completati almeno il 30% dei lavori dichiarati che, per alcuni, potrebbe essere un grande ostacolo. Chi vorrà continuare i lavori sulle abitazioni familiari funzionalmente indipendenti e sulle villette dovrà infatti dimostrare di aver realizzato gli interventi richiesti e non di aver pagato il 30% dei lavori. Ciò significa che, se non dovesse essere dimostrato l’avanzamento dei lavori, potrebbe essere perso il beneficio per proseguire i lavori fino al 31 dicembre 2022.

L’ostacolo, però, potrebbe essere evitato in quanto il vincolo è stato reso un po’ più facile da raggiungere dato che nel conto dei lavori portati a termine possono rientrare anche gli altri lavori effettuati sullo stesso immobile.

Caos Superbonus e cessione del credito

Non bastassero le scadenze, però, a mettere i bastoni tra le ruote è il nodo legato alla cessione del credito. A ostacolare sono infatti le modifiche alla normativa relativa alla cessione del credito, in ottica antifrode, che hanno portato a una stretta sulla circolazione dei crediti che ha spinto gli istituti bancari a non accettare nuove cessioni. Dal 2021 a oggi, infatti, diversi decreti hanno rallentato in maniera decisa l’impianto fino a paralizzarlo.

Col Decreto Sostegni Ter, che introduceva l’obbligo di visto di conformità anche nel caso di fruizione diretta della detrazione, e il successivo Dl numero 4 del 2022 che ha introdotto il limite di due cessioni successive alla prima e solo a soggetti qualificati che è andato in conflitto con il divieto di cessione parziale del credito e della sua tracciabilità, tutto si è fermato per mesi. Il Dl, in qualche modo, ha provato a superare l’empasse che però, con successive richieste di ulteriori documentazioni di lavori e procedure, ha reso farraginoso e lento il processo che, con il primo importante conto alla rovescia agli sgoccioli, vede ancora alcuni fruitori della misura non aver ricevuto la liquidazione dei crediti.