Da un lato la necessità di differenziare gli approvvigionamenti di energia, dall’altro l’impegno nel percorso di transizione ecologica: il ricorso alle fonti rinnovabili risponde a diversi imperativi del nostro tempo. Ecco perché il Governo ha previsto misure per incentivare l’utilizzo di energie “verdi”, come quella solare.
L’ultima novità nell’ambito del fotovoltaico riguarda l’ulteriore semplificazione dell’installazione degli impianti, tramite l’estensione del modello unico semplificato.
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Il modello unico semplificato: cos’è e quali sono le novità
La semplificazione è stata disposta dal Ministero della Transizione Ecologica che, come annunciato, ha firmato il decreto che attua le norme del Decreto Energia. La novità principale riguarda l’installazione di impianti fino a 200 kW, per la quale si potrà utilizzare il modello unico semplificato. Finora la procedura era applicabile solo agli impianti fino a 50 kW (pannelli solari liberi sui tetti, ora si può: come fare).
Il modello deve essere utilizzato per la realizzazione, la modifica, il potenziamento, la connessione e l’esercizio di impianti con le seguenti caratteristiche:
- situati presso clienti finali già dotati di punti di prelievo;
- per i quali siano necessari lavori semplici;
- per i quali sia richiesto il ritiro dell’energia al Gestore dei servizi energetici.
Il nuovo modulo, non utilizzabile sugli immobili sottoposti a vincolo (con alcune eccezioni), dovrà essere inviato dal richiedente al suo gestore di rete. Quest’ultimo effettuerà le verifiche e, in caso di esito positivo, avvierà automaticamente l’iter di connessione alla rete senza ulteriori passaggi burocratici.
Cos’è il fotovoltaico e come funziona
Un impianto fotovoltaico consente di produrre energia elettrica sfruttando l’energia irraggiata dal sole, che rappresenta una fonte inesauribile. Tale meccanismo è reso possibile grazie a “moduli fotovoltaici” fatti di silicio, in grado di produrre energia elettrica se investiti dalla luce solare. Esistono due tipologie principali di impianti fotovoltaici:
- i “grid connected”, cioè quelli connessi alla rete elettrica locale che lavorano parallelamente alla rete che alimenta l’abitazione; durante il giorno un accumulatore immagazzina l’energia e quella che “avanza” viene venduta alla rete;
- gli “stand alone”, cioè quelli indipendenti dalla rete elettrica locale, spesso provvisti di un sistema di batterie (“energy storage”) in grado di garantire la “continuità di servizio”.
Quanto conviene il fotovoltaico: costi e tempistiche
Negli ultimi anni, in particolare a partire dal 2017, i costi del fotovoltaico sono calati. Secondo Sorgenia, si va dai 2.500 ai 3.500 euro per kWp (chilowatt di picco) di potenza. Le case necessitano di un impianto di almeno 3 kWh. La differenza tra i prezzi è determinata dalla qualità dei materiali adoperati, dalla provenienza degli elementi e dalla tecnologia, dalla grandezza dell’impianto e dall’azienda responsabile dei lavori.
Come riporta il Corriere della Sera, per un impianto da 3 kWp si parla di una spesa media che va dai 5mila ai 7mila euro (considerando lo sconto applicato in fattura). Da punto di vista dello spazio necessario, si calcoli che per un impianto di produzione da 1kW elettrico da fotovoltaico occorrono 5-7 metri quadri per i moduli. Secondo Altroconsumo, è possibile risparmiare fino al 55% del prelievo dalla rete. Per recuperare i costi dell’investimento iniziale si stima una media di 7-8 anni.
Per quanto riguarda le tempistiche di installazione, bisogna ovviamente considerare la portata dell’impianto. Occorrono generalmente pochi giorni di lavoro. Nel complesso, a partire dalla richiesta, si può arrivare ad aspettare anche fino a 2 mesi per le installazioni semplici fino a 5 mesi per i lavori complessi.