Energia, rischio raddoppio prezzi il 1° ottobre. Le soluzioni possibili

Dall'Arera all'Ircaf si moltiplicano gli allarmi per il prossimo autunno. Si rischia una bomba sociale che il nuovo governo dovrà disinnescare in fretta

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Redazione

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E’ di nuovo allarme per il rincaro dei prezzi del gas e dell’elettricità sui mercati internazionali delle materie, prospettando un raddoppio delle tariffe di luce e gas per il prossimo autunno e rincari ancor più incisivi rispetto alle tariffe praticate nel 2020. Un grande grattacapo per il nuovo governo che uscirà dalle elezioni del 25 settembre, che dovrà affrontare rapidamente questa nuova emergenza. (Vedi anche i consigli su come risparmiare sulla bolletta del gas)

Verso il raddoppio delle tariffe di luce e gas

Il 1° ottobre scatterà l’aggiornamento delle tariffe da parte dell’Arera, che lancia un avvertimento sull’eventualità di “prendere misure ai numeri che si stanno delineando per la fine di settembre”.

Stefano Besseghini, presidente dell’Arera, l’autorità che vigila sul mercato dell’energia e del gas, ha spiegato in una intervista all’Ansa che le tariffe elettriche sono “molto influenzate dall’andamento del prezzo del gas” e per la fine di settembre si dovrà “capire se le risorse messe del Decreto Aiuti bis sono sufficienti”.

“Bisognerà verificare, per le variazioni tariffarie, se i numeri valutati con largo anticipo a metà giugno hanno bisogno di qualche ulteriore intervento, che dovrà fare il conto con le risorse disponibili”, sottolinea Besseghini.

E in caso di blocco totale del gas russo? Il responsabile dell’Authority prospetta che “ci saranno interventi di emergenza sulla diminuzione della domanda“, a partire dai settori industriali e “soltanto in ultima battuta sul consumatore domestico”, ma non sui consumi critici come ospedali o altri servizi essenziali.

Attesa esplosione spesa energetica famiglie

Frattanto, l’Ircaf – Istituto ricerche consumo ambiente e formazione ha lanciato un allarme sulla possibilità di esplosione della spesa energetica delle famiglie. Stando ai sui calcoli, i prezzi attuali sui mercati all’ingrosso sono già il doppio di quelli dell’anno scorso: il gas costa oltre 200 euro a megawattora, pari a oltre 2 euro al metro cubo, mentre il PUN per l’energia elettrica sta a 300 euro a Megawattora.

La spesa annua per una famiglia tipo – spiega l’Istituto – è già arrivata a 1.382 euro e, confrontando la spesa 2022 con il 2020, l’aumento che si registra è del 142%. In caso di ulteriore aumento delle tariffe, la spesa per i primi tre trimestri 2022 si attesterebbe a 872 euro, che sommati all’aumento ipotizzato per il quarto trimestre di 472,5 euro, porterebbe il costo complessivo a 1.344 euro per il 2022, con un aumento di 713 euro pari a a +178% sul 2020.

“Se sommiamo la bolletta di gas e energia 2022, il costo annuo della famiglia tipo è pari a 3.454,5 euro“, afferma l’Ircaf, giudicando “insufficienti” gli aiuti sinora stanziati dal governo Draghi, pari a circa 52 miliardi di euro, e prospettando che il nuovo governo che uscirà dalle elezioni “dovrà di nuovo intervenire”.

Ma quali sono le opinioni dei partiti sul tema?

La situazione è drammatica se si considera che il taglio delle accise sui carburanti è stato prorogato solo fino alo 20 settembre, quindi il nuovo governo dovrà intervenire in fretta. Ma quali programmi hanno in serbo i veri partiti?

Il Pd punta sul contratto luce “sociale” a favore delle famiglie con redditi bassi. Un contratto stipulato almeno per 10 anni che consentirà di praticare prezzi molto bassi, su energia acquistata da Acquirente Unico e prodotta totalmente da fonti rinnovabili.

Per il centrodestra invece occorre puntare sull’estensione dei prodotti ad IVA ridotta, soprattutto per i beni energetici, ma anche su un ritorno al nucleare “pulito e sicuro”. Il programma punta più in generale sulla diversificazione delle fonti energetiche, sulla produzione di energie rinnovabili e sul potenziamento della produzione nazionale, attraverso la riattivazione e nuova realizzazione di pozzi di gas naturale.

Anche l’accoppiata Azione – Italia Viva scommette su un’aggiunta del nucleare al mix energetico per il lungo periodo, mentre nel breve si punta a completare in fretta la costruzione di due rigassificatori, che consentano l’importazione di gas naturale liquefatto in sostituzione di quello russo.

Il Movimento 5 Stelle sollecita invece una revisione del meccanismo di formazione delle tariffe, attualmente agganciato al prezzo del gas sul mercato olandese TTF,  per “evitare speculazioni”.