Cessione del credito: quali bonus sono esclusi dalla stretta

La decisione del Governo di fermare la cessione dei crediti per gli abusi e la mancanza di fondi per il superbonus 110% non interesserà altre detrazioni

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Il Governo ha introdotto, attraverso il decreto 11/2023, nuove restrizioni riguardanti la cessione dei crediti d’imposta, ma queste limitazioni non si applicano a tutte le categorie di agevolazioni. In particolare, la nuova stretta di Palazzo Chigi impone dei vincoli solo sulla cessione dei crediti d’imposta derivanti dai bonus edilizi, mentre altre tipologie di crediti non sono soggette a tali restrizioni, avendo regole in parte diverse. Ad esempio alcuni sono cedibili a chiunque solo per intero, senza facoltà di un secondo trasferimento da parte del cessionario.

Che differenza c’è tra detrazione fiscale, sconto in fattura e cessione del credito

Quelli che nel linguaggio comune sono detti bonus sono in genere detrazioni fiscali. Significa che la percentuale di rimborso spettante viene detratta dalle tasse in sede di dichiarazione dei redditi nelle modalità e nei tempi previsti dalla legge. Questo comporta per il cittadino la spesa immediata ad esempio sui lavori edilizi, che vengono poi in parte o totalmente rimborsati dallo Stato in rate annuali.

Per incentivare l’uso dei bonus, sono previsti però anche lo sconto in fattura e la cessione del credito.

  • Con lo sconto in fattura la detrazione viene applicata a monte dalla ditta che fornisce i servizi o, nel caso dei bonus edilizi, effettua i lavori e vende i materiali. Questo permette al cittadino di spendere poco o niente (nel caso di sconto del 100%), mentre è la ditta a usufruire delle detrazioni fiscali per sostenere le spese.
  • Con la cessione del credito, un creditore trasferisce il proprio credito a un cessionario in cambio di un corrispettivo. Quest’ultimo diventa il titolare del diritto al pagamento. In questo caso è l’Agenzia delle Entrate a essere il soggetto debitore. Cedere un credito a una banca, ad esempio, permette di ridurre subito la quota di mutuo o prestito dovuti.

I bonus non interessati dal decreto del Governo contro la cessione del credito

Con il nuovo decreto del Governo, queste due possibilità spariscono per i bonus edilizi, e si torna dunque ai rimborsi statali attraverso la dichiarazione dei redditi. Rimangono però in alterati i seguenti bonus, come conferma l’inchiesta condotta da Il Sole 24 Ore.

  • Bonus digitalizzazione per le agenzie di viaggio e i tour operator.
  • Crediti per l’acquisto di energia elettrica e gas per il terzo e per il quarto trimestre del 2022.
  • Crediti per l’acquisto di carburanti nei settori agricolo e della pesca per il terzo trimestre del 2022, per il quarto trimestre del 2022 e per il primo trimestre del 2023.
  • Credito di imposta per i cuochi professionisti (il cosiddetto bonus chef).
  • Credito di imposta per le imprese turistiche erogato attraverso i fondi del Pnrr.
  • Credito super Ace.

La stretta del Governo sul Superbonus ha fatto infuriare le imprese, come spiegato qua. Sono cambiate inoltre le regole per le varie categorie di richiedenti dei bonus edilizi. Qua vi abbiamo anticipato cosa rischiano le famiglie italiane con l’entrata in vigore del nuovo decreto, mentre qua, nel dettaglio, cosa cambia per i condomini che hanno già presentato la Cila e per quelli che non hanno deliberato in assemblea l’inizio dei lavori.