Bonus edilizi, cessione del credito entro il 4 aprile: che succede a chi buca la scadenza

Chi buca la scadenza del 4 aprile per la comunicazione in merito alla cessione del credito per il Superbonus e gli altri bonus edilizi dovrà poi rimediare in sede di dichiarazione dei redditi

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il 4 aprile 2024 è il termine ultimo per inviare la comunicazione della cessione del credito all’Agenzia delle Entrate. Con la comunicazione, ogni utente potrà informare l’Agenzia in merito alla scelta di avere optato per la cessione del credito o per lo sconto in fattura, in alternativa alla fruizione diretta del Superbonus o degli altri bonus edilizi.

Cessione del credito: termine ultimo 4 aprile 2024

È dunque corsa contro il tempo per chi ha fatto un errore o non ha comunicato all’Agenzia delle Entrate di aver optato per lo sconto in fattura e la cessione del credito rispetto ai lavori del 2023. Chi buca la scadenza del 4 aprile sarà poi costretto a pagare la fattura per poi scontarla dalle imposte della dichiarazione dei redditi, spalmando l’importo su più anni. Lo sconto sulla dichiarazione relativo agli importi dei lavori effettuati non può però essere sfruttato da chi ha redditi bassi e non ha imposte da scontare.

Stop alla remissione in bonis

Per effetto del nuovo decreto recentemente approvato dal Consiglio dei ministri, da quest’anno viene meno la remissione in bonis. In pratica, non sarà più possibile apportare correzioni o integrazioni alle comunicazioni di cessione del credito. La remissione in bonis è una possibilità che esiste da sempre in ambito fiscale e dal 2022 è stata estesa anche al Superbonus e agli altri bonus edilizi. Si tratta di un utile strumento per chi si accorga di avere commesso errori nelle dichiarazioni e nella comunicazione di cessione del credito. La comunicazione in bonis, tuttavia, non è stata indolore: per poter accedere allo strumento, i beneficiari delle detrazioni da cedere hanno dovuto versato una sanzione da 250 euro per ogni comunicazione in ritardo.

Il governo ha però scelto di spegnere la remissione in bonis per gli utenti del Superbonus e degli altri bonus edilizi. La motivazione è basata due elementi: il tempo e i soldi. Come ha spiegato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, continuare a consentire la remissione in bonis avrebbe permesso ai titolari dei crediti relativi al Superbonus e ai bonus edilizi di temporeggiare fino al 15 ottobre 2024 per inviare la comunicazione di cessione del credito e, di conseguenza, poter utilizzare i bonus edilizi. La data del 15 ottobre 2024 corrisponde al termine ultimo per l’invio della dichiarazione dei redditi. Il governo presieduto da Giorgia Meloni punta invece ad avere immediatamente chiaro l’ammontare delle risorse in cassa.

Deroga per le aree terremotate

Lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito non si applicherà agli immobili danneggiati dai terremoti di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria verificatisi il 6 aprile 2009 per gli interventi dal 24 agosto 2016. La deroga – viene specificato – “trova applicazione nel limite di 400 milioni di euro per l’anno 2024 di cui 70 milioni per gli eventi sismici verificatesi il 6 aprile 2009”.

Il governo ha inoltre annunciato che il Superbonus nella aree terremotate potrà continuare ad essere applicato.

Sempre relativamente al Superbonus, è stato inoltre annunciato lo stop alla compensazione crediti per chi ha dei debiti con l’Agenzia delle Entrate.