Avete vecchi buoni postali? Rischiate di non incassarli più

Alcuni buoni fruttiferi postali hanno una scadenza: dopo alcuni anni interviene la prescrizione e non è più possibile incassarli. Altri non hanno una data di scadenza e la prescrizione scatta dal momento del ritrovamento

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La signora Teresa, 70enne di Aversa (Caserta), stava rassettando alcune vecchie foto di famiglia. Mentre era immersa nella nostalgia le sono capitati fra le mani due vecchi buoni postali fruttiferi risalenti al 1942, ciascuno del valore di 1.000 lire. La signora li ha fatti stimare da un consulente e per poco non è saltata sulla sedia: quei due pezzetti di carta valevano la bellezza di 85.350 euro grazie a interessi legali, rivalutazione e capitalizzazione.

Ricchi con gli interessi sui buoni fruttiferi postali

Notizia fotocopia in arrivo da San Zeno (Verona), dove una pensionata di 72 anni, sempre frugando fra vecchie foto, ha trovato ben quattro buoni postali fruttiferi. Dopo averli fatti stimare la donna ha scoperto che ciascuno di essi valeva ben 36.337 euro per un totale di 145.350 euro.
Poche settimane prima la signora delle pulizie di una donna ultracentenaria di nome Anna ha trovato una busta nascosta in una vecchia macchina da cucire. Si trattava di un buono postale fruttifero emesso a suo nome nel 1986 del valore di lire 50 milioni. Dopo la stima presso un consulente la donna ha scoperto di avere fra le mani un titolo che valeva quasi 489mila euro.
C’è poi il caso dell’80enne di Chieti che aprendo un cassetto nella casa di villeggiatura ha trovato otto buoni fruttiferi risalenti al periodo compreso tra il 1931 e il 1941 e di tagli da 500, 1000 e 5mila lire. Valore stimato: 163 mila euro.

Tutti questi casi hanno in comune alcuni elementi: la sbadataggine di chi non conservi con la dovuta cura le risorse di famiglia e la fortuna di chi faccia il ritrovamento. Ma anche il fatto che presentarsi presso Poste Italiane con la perizia di un consulente in mano e spalleggiati da un avvocato o da un’associazione dei consumatori possa aiutare a ottenere rimborsi più alti. Alcuni dei casi citati hanno infatti visto l’interessamento dell’Associazione Giustitalia.

Buoni fruttiferi postali e prescrizione: come stanno le cose

Di buoni fruttiferi postali ne esistono diverse tipologie. In anni recenti la normativa è stata rivista dal Decreto rilancio. Chi abbia sottoscritto buoni postali deve stare attento alle eventuali modifiche apportate da Poste, che hanno effetto retroattivo.
Per quanto riguardano le tempistiche esistono due tipi di buoni fruttiferi postali: quelli che riportano una data e quelli privi di data. Quelli che recano una data si considerano prescritti decorsi 10 anni dalla data specificata. Riferimento temporale che a volte può conteggiarsi dal momento in cui scade il rendimento. Ma se il giorno, il mese e l’anno non sono indicati allora la prescrizione si calcola da 10 anni dal ritrovamento del buono postale fruttifero.

Sia il titolare che i suoi eredi possono richiedere il rimborso, maggiorato di interessi e con importo rivisto in funzione della rivalutazione monetaria. Ma, conviene ricordarlo, c’è una condizione: il buono va incassato non oltre il termine di prescrizione di 10 anni. Termine che decorre (e qui sta la stranezza della normativa) da quando il soggetto titolare è in grado di far valere il proprio diritto. In concreto, se il titolo è stato emesso oltre 10 anni fa ma il titolare (o un erede) lo ha ritrovato solo di recente può comunque agire per il rimborso. La prescrizione inizierà dal momento del ritrovamento. E qui può però giocarsi un’altra battaglia legale, dal momento che il momento del ritrovamento è solamente un avvenimento sostenuto da una parte, anche se eventualmente corroborato da testimoni.

Buoni fruttiferi postali ed eredi

In caso di più eredi non è necessario che tutti compartecipino alla richiesta di rimborso. Basta che uno solo fra gli eredi si faccia avanti, salvo poi restituire la loro parte a tutti gli altri.