Vantaggi e svantaggi di un conto cointestato

Aprire conto cointestato comporta dei vantaggi e degli svantaggi. Ed è una soluzione per semplificare la gestione delle finanze

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Prima di prendere la decisione di aprire un conto cointestato è necessario conoscere tutte le implicazioni. Tale procedura viene preferita da molte coppie, convinte di semplificare enormemente la gestione delle proprie finanze. Ciò può in parte corrispondere al vero ma è necessario approfondire il tema per capire se realmente un conto cointestato faccia al proprio caso.

Al di là della propria decisione finale, è fondamentale essere consci del fatto che qualsiasi banca non avrà in alcun caso responsabilità in caso di danni ottenuti da tale soluzione. Se uno dei due cointestatari dovesse prelevare l’intera somma presente o più della propria quota, l’istituto di credito non avrebbe modo di impedirlo e non potrà essere ritenuto responsabile.

Cos’è un conto cointestato

La prima cosa da capire è cosa si intenda realmente per conto corrente cointestato. Il riferimento è a un rapporto bancario che prevede più di un soggetto titolare, siano questi due o più. A meno che non vengano poste delle specifiche limitazioni, gli intestatari possono liberamente effettuare operazioni in autonomia, dai prelievi ai pagamenti, dalla gestione dei titoli agli investimenti.

Richiedendo la documentazione necessaria all’apertura di questo tipo di conto ci si ritroverà a leggere la definizione firma disgiunta. Ciò vuol dire che ognuno dei titolari avrà il potere di eseguire qualunque attività senza il necessario consenso dell’altro o degli altri. Non si tratta però dell’unica formula attuabile. Vi è infatti anche la definizione firma congiunta da approfondire. In questo caso si pone un limite a determinate operazioni, solitamente con importi superiori a una data cifra. Per ovviare al limite sarà necessario che tutti i titolari vengano coinvolti nell’operazione, così da prevenire eventuali abusi.

Conto cointestato, cosa prevede

In passato la giurisprudenza italiana riteneva come la cointestazione di un conto bancario, tra due o più persone, corrispondesse alla donazione della metà della somma di denaro presente sullo stesso. La Cassazione ha però in seguito fornito una visione differente. Se è vero che entrambi i contitolari possono operare, ciò non comporta la cessione del credito, con divisione al 50%. Per questo sarebbe infatti necessario redigere un vero e proprio contratto

Il concetto di cointestazione di un conto può essere ridotto a una semplice presunzione di comproprietà, fino a prova contraria. In assenza di un contratto specifico, sarà dunque sempre possibile la dimostrazione di non comproprietà del denaro.

Discorso identico per quanto concerne i casi di eredità. Qualora il titolare originario di un conto dovesse venire a mancare e lo stesso venisse trasferito ai propri eredi, nessuno di loro potrà appropriarsi dell’intera somma presente.

Conto cointestato, pro e contro

Un conto corrente cointestato presenta svariati pro e contro. La decisione finale dipende principalmente dalle proprie esigenze. Prima di procedere è però necessario essere in possesso di tutte le informazioni del caso.

I vantaggi

  • ogni operazione potrà essere svolta in assenza di una specifica delega;
  • uso del conto per finalità familiari, lì dove affluiscono i redditi dei coniugi o gli accrediti eseguiti da costoro tramite altro conto;
  • ogni cointestatario vanta un proprio bancomat e un differente carnet per gli assegni;
  • ogni cointestatario potrà ricevere o far partire bonifici e pagamenti sul conto;
  • possibilità di attuare la “firma congiunta” per limitare determinate operazioni;
  • risparmio nell’apertura e gestione di un unico conto.

Gli svantaggi

  • presunzione di comproprietà delle somme presenti sul conto (necessario un costante controllo del bilancio, al fine di verificare se gli altri cointestatari rispettino la propria quota);
  • la banca non ha responsabilità qualora uno dei cointestatari dovesse prelevare l’intero patrimonio;
  • chi sostiene che la cointestazione sia meramente una simulazione ha l’onere della prova;
  • se uno dei cointestatari dovesse contrarre dei debiti, i suoi creditori potrebbero pignorare il 50% del conto corrente (con o senza firma disgiunta).

Cos’è una delega sul conto

Seppur con alcune similitudini, la contestazione e la delega su conto corrente sono operazioni ben differenti. Nel caso in cui si dovesse optare per l’assegnazione di una delega sul proprio conto corrente, in nessun caso la titolarità del denaro presente verrà modificata.

Il conto resterà di proprietà di un unico soggetto, il delegante in questo caso. Tutto ciò che viene autorizzato è una procura atta a garantire determinate operazione a un soggetto dato. Questi non potrà avanzare alcuna richiesta sulle somme presenti sul conto.