Continua l’allerta sul vaiolo delle scimmie, anche in Italia. L’OMS ha aggiornato i dati relativi alla diffusione dell’infezione, che in appena una settimana sono aumentati di 6mila nel mondo. In inglese monkeypox (MPX), è una malattia infettiva zoonotica, cioè che viene trasmessa dagli animali all’uomo, causata dal virus Monkeypox e identificata per la prima volta nel 1970 nei villaggi rurali delle zone delle foreste pluviali dell’Africa centrale e occidentale, quando invece il vaiolo (in inglese smallpox) era nelle fasi finali di eradicazione.
Mentre il vaiolo è stato eradicato definitivamente nel 1980, il vaiolo delle scimmie continua ad essere presente nei Paesi dell’Africa centrale e occidentale. Con la successiva cessazione della vaccinazione antivaiolosa, il vaiolo delle scimmie è emerso come il più importante orthopoxvirus per quanto riguarda il suo possibile impatto sulla salute pubblica.
Il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha spiegato che la valutazione dell’OMS è che il rischio di vaiolo delle scimmie sia moderato a livello globale e in tutte le regioni, ad eccezione dell’Europa, dove il rischio è valutato come alto. C’è anche un “chiaro rischio” di un’ulteriore diffusione internazionale, spiega il numero uno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Da qui, una serie di raccomandazioni per attuare una risposta coordinata per fermare la trasmissione e proteggere i gruppi vulnerabili, intensificare le misure di sorveglianza e di sanità pubblica, rafforzare la gestione clinica e la prevenzione e il controllo delle infezioni, e accelerare la ricerca sull’uso di vaccini, terapie e altri strumenti.
Dove si diffonde e chi colpisce di più
I casi si trovano spesso vicino alle foreste pluviali tropicali dove ci sono animali che portano il virus. La prova dell’infezione da virus del vaiolo delle scimmie è stata trovata in animali tra cui scoiattoli, roditori, ratti gambiani, ghiri, diverse specie di scimmie e altri.
Il vaiolo delle scimmie è endemico in Africa centrale e occidentale, dove sono regolarmente segnalati dei focolai, soprattutto nella Repubblica Democratica del Congo. I rari casi segnalati in Paesi non endemici sono solitamente di importazione. Nei Paesi endemici la trasmissione avviene prevalentemente da animale a uomo, mentre la trasmissione tra persone ricopre una percentuale limitata di casi.
La malattia colpisce tutte le fasce di età. Nei Paesi endemici i bambini di età inferiore ai 16 anni hanno storicamente costituito la percentuale maggiore di casi. In anni recenti è stato osservato un aumento dell’incidenza di casi nei Paesi endemici con focolai segnalati di tutte le età e in contesti più diversi.
La trasmissione da uomo a uomo è limitata, dicevamo, con la catena di trasmissione documentata più lunga di 6 generazioni, il che significa che l’ultima persona ad essere stata infettata in questa catena era a 6 anelli di distanza dalla persona malata originale.
Come si trasmette
Può essere trasmessa attraverso il contatto con fluidi corporei, lesioni sulla pelle o sulle superfici mucose interne, come nella bocca o nella gola, goccioline respiratorie e oggetti contaminati: occhio quindi anche a smartphone, computer, asciugami e altri oggetti usati comunemente.
I ricercatori dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Inmi Spallanzani di Roma hanno pubblicato uno studio su Lancet Infectious Diseases in cui hanno verificato che il virus del vaiolo delle scimmie “rimane a lungo nello sperma“, fino a circa 20 giorni dall’insorgenza dei sintomi, “e non solo come Dna, ma con la presenza viva di particelle virali con una capacità infettante”, dimostrando così la natura di malattia a trasmissione sessuale (più info sulla trasmissione sessuale e chi è più a rischio le trovate qui).
Il rilevamento del DNA virale mediante reazione a catena della polimerasi (PCR) è il test di laboratorio preferito per il vaiolo delle scimmie. I migliori campioni diagnostici provengono direttamente dall’eruzione cutanea: pelle, liquido o croste o biopsia ove possibile.
I sintomi
Provoca una malattia con sintomi simili, ma meno gravi, al vaiolo. Nell’uomo il vaiolo delle scimmie si manifesta spesso con la combinazione di questi sintomi:
- febbre
- mal di testa
- brividi
- stanchezza
- astenia (debolezza generale)
- linfonodi ingrossati
- mal di schiena
- dolori muscolari
- dopo 1-3 giorni dall’inizio della febbre, si manifesta un’eruzione cutanea. Le lesioni cutanee evolvono in vescicole, pustole e croste.
Quanto è diffuso in Italia e dove
Da maggio 2022, diversi Paesi non endemici in quattro Regioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno segnalato casi, la maggior parte dei quali non riferisce una storia di viaggi in Paesi endemici.
A giugno erano stati segnalati all’OMS 3.040 casi, provenienti da 47 Paesi. Da allora, l’epidemia ha continuato a crescere e ora ci sono più di 35mila in 92 Paesi, con 12 decessi. Circa 7.500 sono stati registrati la scorsa settimana, il 20% in più delle settimana precedente quando l’incremento era stato del 20%. Il 23 luglio 2022 l’OMS ha dichiarato il vaiolo delle scimmie emergenza di salute pubblica internazionale.
In Italia, attualmente sono oltre 600 i casi confermati, 54 in più rispetto all’ultima rilevazione di 4 giorni fa, secondo il bollettino pubblicato dal Ministero della Salute con dati aggiornati al 9 agosto. Aumentano a 9 le donne, da 5 del report precedente, a fronte di 590 uomini. I contagi collegati a viaggi all’estero sono 169 (+10) e l’età mediana dei pazienti è di 37 anni, per un range che va dai 20 ai 71 anni.
La regione con il più alto numero di casi confermati è la Lombardia, con 265, seguita da Lazio (114), Emilia Romagna (65), Veneto (42), Toscana (25), Piemonte (22), Campania (18), Liguria e Puglia (12), Friuli Venezia Giulia (11). 5 le regioni che non hanno ancora segnalato nessuna infezione: Basilicata, Calabria, Molise, Umbria e Valle d’Aosta. Le restanti, comprese le province autonome di Bolzano e di Trento, segnalano meno di 10 contagi.
Intanto sono partite le somministrazioni di vaccino anche nel nostro Paese (sul vaccino più info qui).
In Germania il primo caso europeo di una bambina
Intanto, è stato rilevato il primo caso di vaiolo pediatrico in Europa su una bambina di 4 anni nella città tedesca di Pforzheim. La piccola, che vive in una famiglia con due adulti infetti, al momento non ha sintomi: è stata visitata da un medico a scopo precauzionale e le è stato prelevato un tampone dalla gola ai fini della diagnosi. E non è entrata in contatto con nessuno al di fuori della sua famiglia.
La notizia arriva dopo quella delle prime infezioni tra gli adolescenti di 15 e 17 anni la scorsa settimana. Meno di tre mesi dopo la conferma del primo caso di vaiolo delle scimmie in Germania, sono stati segnalati un totale di 2.916 casi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha affermato di recente che c’è stato solo un piccolo numero di bambini infettati dal vaiolo delle scimmie nell’attuale epidemia globale.