I ricercatori della Icahn School of Medicine del Mount Sinai di New York, uno dei più importanti ospedali e centri di ricerca degli Stati Uniti, hanno scoperto che i preparati profilattici contro il Covid-19 sono associati a meno attacchi di cuore, ictus e altri problemi cardiovascolari tra le persone che sono state infettate dal virus Sars-Cov-2, il patogeno che causa la malattia. Lo studio, che indaga sull’impatto della vaccinazione sugli eventi cardiovascolari avversi maggiori nei pazienti con infezione da Covid-19 è stato pubblicato il 20 febbraio sulla rivista scientifica settoriale Journal of the American College of Cardiology.
Vaccini anti Covid, analizzati 2 milioni di pazienti con infarti e ictus
Quello del Mount Sinai è il primo studio che ha messo in relazione sia il ciclo di vaccinazione completo che la vaccinazione parziale agli eventi cardiaci avversi maggiori, noti nella letteratura americana con l’acronimo MACE. I ricercatori statunitensi hanno confermato quanto emerso da precedenti analisi sul registro Covid-19 della Corea del Sud.
Gli studiosi hanno utilizzato il database National Covid Cohort Collaborative (N3C), la più estesa banca dati nazionale completa sui pazienti risultati positivi al virus. Sin dalla sua creazione nel 2020, l’N3C ha continuamente raccolto e armonizzato i dati dalle cartelle cliniche elettroniche delle istituzioni degli Usa.
Per questo studio sono state prese in considerazione le storie cliniche di quasi 2 milioni di pazienti, per l’esattezza 1.934.294. Di questi 217.843 avevano ricevuto formulazioni di vaccini a mRNA di Pfizer-BioNTech o Moderna oppure quelli con tecnologia a vettore virale di Johnson & Johnson. Attraverso complessi calcoli statistici, i ricercatori del Mount Sinai hanno valutato il rapporto tra la vaccinazione e il verificarsi di eventi cardiaci avversi maggiori.
Scoprendo una controtendenza rispetto a quanto atteso sulla base di precedenti ricerche, come quella sulla correlazione tra vaccino anti Covid e l’insorgenza di miocardite nei giovani maschi, come spiegato qua.
Cosa è emerso dallo studio su ictus e infarti e i vaccini anti Covid
Gli scienziati hanno infatti scoperto che, soprattutto nei pazienti a rischio e con comorbidità, ovvero quelli con precedenti MACE, diabete di tipo 2, colesterolo alto, malattie del fegato e obesità, la somministrazione del ciclo vaccinale anti Covid completo è risultata associata a un minor rischio di complicanza. Una prova a supporto che la vaccinazione potrebbe dunque avere effetti benefici su una varietà di complicanze che emergono dopo l’infezione da Sars-Cov-2.
Dallo studio è emerso, “a sorpresa“, come sottolineano i suoi autori, che anche la vaccinazione parziale è associata a un minor rischio di eventi cardiovascolari avversi. Data la diffusione dell’infezione del coronavirus in tutto il mondo, gli stessi ricercatori hanno concluso, presentando i risultati della loro analisi, di sperare a contribuire al miglioramento dei tassi di vaccinazione a livello internazionale, soprattutto tra i soggetti fragili e tra i pazienti con comorbidità.
Una buona notizia in questo senso è l’imminente arrivo dei vaccini anti Covid somministrati con modalità innovative, come nel caso dei preparati spray di cui vi abbiamo parlato qua. In Italia, tuttavia, ci sono importanti ritardi sulla somministrazione della quinta dose. Qua vi abbiamo spiegato chi riguarda.