Sindrome da rientro, come sfruttare lo stress buono per ricominciare

Programmare, questa è la parola d'ordine. E cercare di cogliere gli aspetti positivi del ritorno alle attività di ogni giorno, che significa una miglior organizzazione del lavoro e la scelta delle corrette priorità.

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Federico Mereta

Giornalista scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica. Raccontare la scienza e la salute è la sua passione, perché crede che la conoscenza sia alla base di ogni nostra scelta. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

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Tachicardia. Ansia. Difficoltà a prendere sonno e a dormire, con risvegli nel cuore della notte o alle prime luci dell’alba. Sono tante le manifestazioni della sindrome da rientro o, se preferite, della “Post-Vacation Syndrome”. A rischio è soprattutto chi ha completamente “sballato” rispetto ai comuni ritmi dei mesi lavorativi nelle 2-3 settimane di vacanza, alterando i tempi della cronobiologia dell’organismo.

Ma per tutti riprendere le attività professionali può nascondere qualche insidia. E soprattutto occorre usare bene lo stress, come motore per un rapido recupero e non come compagno di vita lavorativa e non per alcune settimane. La tensione emotiva a breve termine può rappresentare la “benzina” per riprendere al meglio. Ma se si mantiene nel tempo può aprire la strada ad una serie di problemi che sarebbe meglio evitare.

L’importanza di programmare

Non affidate nulla al caso. Al momento del rientro, a prescindere dallo stile di vacanza e al livello di “rottura” geografica, non solo delle attività e delle esperienze fisiche stressanti e dell’alterazione dei ritmi dei pasti e del sonno (anche chi si è dedicato ad un riposo pressoché assoluto può andare incontro a pesanti condizioni di stress una volta rientrato nella routine professionale quotidiana), programmate. Questa è la parola d’ordine. Quando si cambia la realtà in cui si è vissuto (ancor più se c’è stato particolare benessere psicofisico) e si riprendono abitudini che possono pesare, si crea uno stato di tensione per l’organismo. La psiche, che in qualche modo reagisce.

Come per Giano Bifronte, in ogni caso, l’importante è cogliere gli aspetti positivi da questa situazione. Se è vero che ci si può sentire “schiacciati” quando la macchina riparte, ricordiamo sempre che lo stress, se non diventa cronico, è una risorsa per l’organismo. Ed allora bisogna cercare di cogliere gli aspetti positivi del ritorno alle attività di ogni giorno, che significa una miglior organizzazione del lavoro e la scelta delle corrette priorità. Se si fa l’errore di mettere in fila tutti gli impegni uno dopo l’altro si può avere la sensazione che manchi l’aria, ma se invece si riesce a stabilire delle priorità a breve, medio e lungo termine lo stress del rientro può diventare una forza positiva, e di breve durata.

Governiamo la ripresa contro lo stress

La chiave psicologica di questa situazione è semplice. Pur se stiamo parlando in termini generali – ognuno deve adattare queste indicazioni alla sua situazione specifica – più che farsi dominare dalla fatica di prendere i ritmi professionali occorre governare quanto accade. Altrimenti si rischia di entrare in una condizione di tensione e insoddisfazione cronica, che si manifesta con problemi che interessano l’intero organismo: l’insonnia, e il rimuginare sugli impegni e sulle ansie, diventa la compagna del riposo notturno, ma soprattutto la tensione emotiva può invadere il corpo e andare a colpire i muscoli, con dolori diffusi, e addirittura il capo, con la comparsa della classica cefalea tensiva.

In questo caso le crisi di mal di testa non fortissimo ma continuo tendono a peggiorare durante la giornata e possono richiedere il sollievo di un farmaco. Sotto tiro dello stress, infine, ci sono stomaco e intestino: esistono particolari proteine chiamate neuropeptidi, che collegano direttamente il cervello con l’apparato digerente e hanno un’azione specifica sulla muscolatura dell’intestino. Alla fine, oltre all’aumento di acidità di stomaco, il rientro per i più sensibili diventa anche un momento di “agitazione” intestinale, con dolori diffusi, crampi e meteorismo.

Cosa fare? Ecco qualche suggestione

Veniamo, sempre in termini generali, a piccoli consigli pratici per i primi giorni di ripresa. Prima di tutto, attenzione al ritmo del sonno, e di conseguenza ai tempi del risveglio. Se vi siete comportati da nottambuli in vacanza non pretendete di recuperare i ritmi in pochi giorni, ma piuttosto anticipate progressivamente l’ora del riposo. Magari di mezz’ora per sera, curando di trovarsi in condizioni di prendere sonno (niente cena pesante, addio al fumo e alle bibite ricche di caffeina) senza particolari difficoltà. Se la sveglia suona ogni mattina alla stessa ora, si ricuperano le ore di sonno fino a tornare ai ritmi normali.

A tavola, poi, meglio mantenere il ritmo dei pasti evitando il fast-food dettato dall’orologio a pranzo e le cene eccessivamente “pesanti”, ricche di grassi. Infine, è il momento di iscriversi in palestra o in piscina: chi ha oziato ritrova la forma, chi si è mosso molto in vacanza mantiene con l’attività fisica regolare i ritmi salutari e il “piacere” della scarica di endorfine che segue allo sforzo.

Sul fronte dell’attività fisica, sempre consigliata, potete provare anche con semplici esercizi di stretching “orientali”. Magari in ufficio, per contrastare la tensione, intrecciate i pollici dietro la schiena con le dita allargate all’esterno, poi piegate in avanti il tronco, portando contemporaneamente le braccia verso l’alto. Fermatevi appena lo sforzo vi provoca dolore.

Capitolo computer. Fate attenzione alle overdose di luce blu, dopo la necessaria disconnessione delle vacanze. Se si fissa lo schermo per diverse ore consecutivamente, riducendo sensibilmente gli “ammiccamenti” al minuto (il numero di volte in cui si sbattono le palpebre) e quindi si fa evaporare il film lacrimale. Il riposo visivo riduce il rischio di affaticamento visivo, secchezza, irritazione e rossore oculare, visione offuscata e mal di testa intenso.

Infine, per quanto possibile, create già un percorso che alterni la routine lavorativa e sia ben organizzato. Cosa vuole dire: fate una scaletta di priorità lavorative e create lo spazio per dedicarvi e voi stessi. Sfruttate i week-end per vedere gli amici, fare delle gite o comunque ripetere attività che consentono di riportare, anche solo per poche ore, al clima delle ferie.

Le indicazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a scopo informativo e divulgativo e non intendono in alcun modo sostituire la consulenza medica con figure professionali specializzate. Si raccomanda quindi di rivolgersi al proprio medico curante prima di mettere in pratica qualsiasi indicazione riportata e/o per la prescrizione di terapie personalizzate.