Perché tutti parlano dei nuovi formati di pasta La Molisana

Abissine, Tripoline, Assabesi, Africanini e Zuarini: questi i nomi dati ai nuovi formati di pasta dallo storico pastificio, finito al centro di una gravissima bufera

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Redazione

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La Molisana, azienda pastaia 100% italiana che dopo un difficile periodo ha saputo rinascere fino a diventare il 5° brand nazionale, è finita al centro di un’accesa contestazione per via di alcuni nuovi tipi di pasta lanciati sul mercato, dal “sapore” decisamente fascista.

I riferimenti fascisti della pasta La Molisana

Abissine, Tripoline, Assabesi, Africanini e Zuarini: questi i nomi dati ai formati di pasta con cui, si leggeva fino a poche ore fa sul sito ufficiale del celebre pastificio, “l’Italia degli anni Trenta celebrava la stagione del colonialismo”.

Nelle schede prodotto erano impresse brutture, per non dire scempi storico-linguistici, quali “Abissine rigate dal sapore littorio e coloniale”. Si parlava di un “formato dal nome che è già storytelling. La pasta di semola diventa elemento aggregante? Perché no! Di sicuro sapore littorio, il nome delle Abissine Rigate all’estero si trasforma in shells, ovvero conchiglie”. E via discorrendo…

Si va dalle Abissine alle Tripoline n.68, il cui nome evoca “luoghi lontani, esotici e ha un sapore coloniale”. Ricordandoci quanto il fascismo abbia tentato un’assoluzione storica e morale rimandando al sapore avventuroso di certe conquiste, clamorosamente smentite dai fatti.

Tutta colpa dell’agenzia di comunicazione e di un marketing “ingenuo”?

Forse un errore di comunicazione, seppur gravissimo, magari scappato a qualche copy nostalgico, o profondamente ingenuo, o “semplicemente” ignorante.

Una strategia marketing che definire lacunosa e imbarazzante sarebbe semplicistico: quantomeno anomalo immaginare che lo studio di comunicazione dietro a questo “nerissimo” storytelling non abbia valutato attentamente tutto il processo creativo, con annessi e connessi. E che sia stato così rovinosamente abbandonato a se stesso.

Che si tratti di “facilismo” folkloristico, scarsa conoscenza della storia, pressapochismo, il risultato non cambia. Sta di fatto che la responsabile marketing de La Molisana, Rossella Ferro, ha replicato a Repubblica che non c’era alcun intento commemorativo del fascismo o dell’epoca del Duce. “Non abbiamo alcun intento celebrativo quando parliamo di questi formati storici, nati negli anni ’30”.

Motivo che, assieme alla rivolta social di intellettuali e gente comune, ha spinto l’azienda a ritirare tutto e cambiare nome ai nuovi formati di pasta. “Siamo molto attenti alla sensibilità dell’opinione pubblica e in questo caso l’unico errore è stato non ricontrollare tutte le schede affidate all’agenzia di comunicazione. E invece è la conferma che non si può perdere di vista nemmeno un dettaglio”.

La storia della famiglia e la replica de La Molisana

Tutto questo pare ancora più controverso pensando che la famiglia titolare del pastificio La Molisana è stata duramente toccata dal fascismo. Come ha spiegato all’Ansa Michele Petraroia dell’Anpi Molise, i nazifascisti, ritirandosi da Campobasso, distrussero l’azienda e nel Dopoguerra, come spesso ricordava Alfredo Marraffini del Pci, il capostipite della famiglia Ferro partecipava alle sottoscrizioni della Festa de L’Unità.

Ad ogni modo le scuse de La Molisana sono arrivate. Alla pagina web del sito ufficiale prima dedicato alle Abissine ora troviamo scritto: “Ci scusiamo per il riferimento riguardante i formati di pasta Abissine Rigate e Tripoline che hanno rievocato in maniera inaccettabile una pagina drammatica della nostra storia. Cancellare l’errore non è possibile, ci stiamo già impegnando a revisionare i nomi e i contenuti dei formati in questione attingendo alla loro forma naturale”.