Salame ritirato dai supermercati per Listeria: “Rischio microbiologico”

Un lotto di salame è stato richiamato e ritirato dai supermercati per la presenza del batterio Listeria. Quali sono i rischi per la salute e cosa fare se si è acquistato il prodotto

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Negli ultimi giorni è stato diffuso l’ennesimo allarme alimentare per un prodotto venduto nei supermercati. Il Ministero della Salute ha risposto il ritiro di migliaia di confezioni di salame paventando il rischio microbiologico di infezione dal batterio Listeria Monocytogenes.

Cosa fare se si è già acquistato il prodotto? Quali sono i rischi per la salute in caso di ingestione? Quali lotti sono coinvolti? Proviamo a rispondere.

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Quali lotti di salame sono stati richiamati dai supermercati

L’annuncio da parte del Ministero è giunto il 20 novembre e ha disposto di un lotto specifico, giudicato a rischio Listeria. Si tratta del salame prodotto e confezionato da Toresan nello stabilimento di Ponzano Veneto (Treviso), con marchio di identificazione ITE9Y6LCE e lotto di produzione (derivante dalla data di produzione) 28092023.

A essere richiamati sono in particolare due tipologie di salumi, entrambi del peso di 700 grammi. Il primo è denominato semplicemente “salame”, mentre il secondo è una partita di salame affumicato (come specificato dallo stesso Ministero).

Cosa fare se si è acquistato il salame a rischio microbiologico

In caso si sia già acquistata il lotto di salame segnalato dalle autorità sanitarie, la raccomandazione primaria è ovviamente quella di non consumarne il prodotto. Quest’ultimo va riportato al punto vendita per richiederne la sostituzione o il rimborso.

Sul sito del Ministero si specifica infatti che gli operatori del settore alimentare “hanno l’obbligo di informare i propri clienti sulla non conformità riscontrata negli alimenti da essi posti in commercio e a ritirare il prodotto dal mercato”. Si deve inoltre “pubblicare il richiamo nella specifica area” del portale del Ministero della Salute.

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Cos’è e quant’è pericolosa la Listeria

Tutti i rischi e i comportamenti da assumere in caso di infezione da listeriosi sono specificati sul sito del Ministero. Il batterio responsabile, la Listeria monocytogenes, è un agente patogeno molto diffuso in praticamente tutto l’ambiente, molto resistente e capace sopravvivere e moltiplicarsi anche a basse temperature e in soluzioni ad alta concentrazione di sale. Si può riscontrare facilmente la sua presenza, dunque, anche nelle cucine e nei luoghi di preparazione e conservazione degli alimenti, sia crudi sia cotti.

In particolare, la Listeria può facilmente contaminare gli alimenti con elevato grado di lavorazione (affettati, macinati, porzionati), i prodotti di salumeria (sopratutto poco stagionati), le pietanze cotte a base di carne, i formaggi a pasta molle e i prodotti affumicati, nonché nel latte e in vari tipi di ortaggi e verdura (dalla Cina arriva intanto un nuovo allarme polmonite).

La specie  Listeria monocytogenes è soltanto una delle dieci che compongono questa famiglia di batteri. Seppur rara, la listeriosi può rivelarsi una malattia grave che comporta elevati tassi di ricoveri ospedalieri e decessi. Il rischio di infezione è maggiore nei soggetti fragili: donne incinte, anziani, neonati e pazienti immunodepressi, che potrebbero sviluppare una forma grave della malattia a prescindere dalle quantità di cibo contaminato ingerito. Il modo più comune di contagiarsi è tramite il consumo di cibi contaminati. Per ridurre al minimo il rischio di contaminazione è la cottura a temperature superiori a 65 gradi, soglia oltre la quale i batteri vengono debellati. Il batterio Listeria può tuttavia contaminare i cibi anche dopo la loro produzione, prima del confezionamento.