Covid, aumentano i casi: cambiano le linee guida Oms

Il Covid non è svanito nel nulle e le nuove indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità lo evidenziano: ecco cosa sapere sui nuovi criteri

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Se ne parla sempre meno, ma il Covid non rappresenta una minaccia svanita nel nulla, di colpo. Il fatto che nella vita di tutti i giorni non appaia più come un tema cardine, non cambia la realtà dei fatti. Le statistiche parlano chiaro, con 34.314 positivi registrati nel corso dell’ultima settimana. Ciò equivale a un aumento del 26% rispetto a quella precedente. Ciò non vuol dire che siamo in una situazione d’allarme, ma che l’allerta non può calare di certo. Basti pensare che è in aumento anche il tasso di occupazione dei posti letto. Ad oggi ci sono 4.167 ricoverati negli ospedali, che occupano il 6,7% dei posti, a differenza del 5,9% della scorsa settimana. Un dato più preciso della condizione italiana, tenendo conto di come sempre meno effettuano tamponi al comparire di sintomi sospetti. Per questo il dato dei positivi può risultare ampiamente falsato.

Sul fronte delle varianti si registrano ancora aggiornamenti e allarmi, con la malattia che ha subito delle modifiche sostanziali, come evidenzia l’Oms, in seguito a vaccini e immunizzazioni. Per questo motivo, per la tredicesima volta, l’Organizzazione mondiale della sanità ha scelto di aggiornare le proprie linee guida in merito.

Varianti Covid

È fondamentale mantenere alto il livello d’attenzione nei confronti del Covid e delle sue varianti. I virologi pongono in evidenza quanto sia rilevante principalmente nei confronti dei soggetti più fragili. Abbassare la guardia vorrebbe dire abbandonare parte della popolazione.

Il motivo cardine per il quale il livello d’attenzione dovrebbe restare particolarmente alto, è il seguente: il Covid non è affatto lo stesso di due anni fa. La necessità di ulteriori nuove linee guida da parte dell’Oms rende ben chiaro il concetto. Non si possono adoperare gli stessi identici strumenti dinanzi a un pericolo che è in costante evoluzione.

Tutto ciò non si traduce automaticamente in pessime notizie. Iniziamo col dire che le varianti attuali del virus del Covid-19 causano, in media, malattie meno gravi. Ciò principalmente grazie ai maggiori livelli di immunità, garantiti anche dalle vaccinazioni di massa degli ultimi anni. Tutto ciò conduce, secondo l’Oms, a “minori rischi di patologie gravi e morte, per la maggior parte dei pazienti”.

In questo scenario, la modifica delle linee guida mira a supportare gli operatori sanitari nel processo di identificazione dei soggetti a rischio di ricovero alto, moderato e basso. Si potrà quindi procedere con una personalizzazione delle terapie.

La diffusione dei vaccini

Ricevere aggiornamenti in merito al Covid rappresenta per la maggior parte degli italiani un fastidio. È come se si trattasse di vecchie notizie, che tornano in circolo per chi sa quale motivo. Nessuno ha voglia di pensare a tutto ciò, a meno di avere una persona cara impegnata in una lotta per la sopravvivenza in ospedale.

Il mondo della medicina non può permettersi il lusso di guardare dall’altra parte. Il rischio Covid è ancora terribilmente reale, anche se ha ridotto notevolmente il proprio range d’attacco. Per questo è stata diffusa una nuova circolare del ministero della Salute, che volge lo sguardo alle Regioni.

Si intende spingere la maggior diffusione possibile delle vaccinazioni anti-Covid. L’idea è quella di estenderle a un esteso numero di presidi, a supporto delle persone più fragili. Non siamo in stato d’emergenza e, ad oggi, si tratta di un invito per le Regioni a prevedere un sistema di vaccinazione Covid per tutti i soggetti particolarmente a rischio in strutture ospedaliere. Questo il pensiero di Francesco Vaia, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute.

Oms, nuove linee guida

Per la tredicesima volta, come detto, l’Oms ha aggiornato le proprie linee guida per quanto concerne il trattamento del Covid. Nel documento redatto si includono le nuove stime di quello che è il rischio base per il ricovero ospedaliero, per i pazienti con una forma di Covid non grave.

Si parla di una nuova categoria, quella del rischio moderato, che comprende coloro che fino a poco fa si consideravano statisticamente ad alto rischio. Parliamo di anziani e coloro che soffrono di patologie croniche, disabilità e comorbidità di malattie croniche.

Con l’evoluzione della malattia, occorre spiegare quelle che sono oggi le persone considerate ad alto rischio. Si parla dei soggetti immunodepressi, in grave pericolo in caso di contrazione del virus. Il loro tasso di ospedalizzazione è stimato intorno al 6%.

Per più lungo l’elenco dei soggetti a rischio moderato, invece. Ecco di chi si tratta:

  • persone con età superiore ai 65 anni;
  • soggetti in condizione di obesità;
  • soggetti in condizione di diabete;
  • soggetti in condizioni croniche (cancro, malattie renali o epatiche, broncopneumopatia cronica ostruttiva)
  • soggetti con disabilità;
  • soggetti con comorbilità di malattie croniche

Il rischio medio prevede un tasso di ospedalizzazione del 3%, che cala invece fino allo 0,5% per tutto il resto della popolazione, considerata a rischio basso.