Insalata capricciosa ritirata dal mercato per frammenti di vetro: i lotti interessati dal richiamo

Possibile presenza di vetro nell'insalata capricciosa e ritiro immediato: ecco i lotti interessanti nel doppio richiamo pubblicato dal Ministero della Salute

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il Ministero della Salute non abbassa mai il livello d’attenzione sulla sicurezza alimentare per gli italiani, con un nuovo ritiro nei supermercati per rischi per la salute. A rientrare nella segnalazione pubblicata sul proprio sito è infatti l’insalata capricciosa dopo che è stato fatto notare il possibile pericolo per presenza di frammenti di vetro contenuti nel prodotto.

Da parte del dicastero guidato da Orazio Schillaci è arrivata una doppia nota di richiamo, perché l’insalata capricciosa in questione è prodotta dallo stesso stabilimento, ma si trova nei supermercati in due versioni con altrettante marche differenti.

Insalata capricciosa pericolosa e ritiro

Protagonista del nuovo richiamo pubblicato sul portale del Ministero della Salute dedicato agli avvisi di sicurezza è l’insalata capricciosa prodotta negli stabilimenti della Belmonte S.A.S. e che si può trovare nei supermercati con due marche differenti. Il prodotto, infatti, può essere negli scaffali come “insalata capricciosa” di marca Belmonte oppure “insalata capricciosa decorata” Fontaneto.

Entrambe, però, vengono prodotte alla Belmonte S.A.S. di San Ponso (in via Salassa 3), nel Torinese, che ha comunicato al Ministero il possibile pericolo fisico per i consumatori. In alcuni prodotti, infatti, sono stati rintracciati dei frammenti di vetro che possono minacciare la salute.

Come si legge nei motivi del richiamo, l’insalata capricciosa è ritirata per “possibile contaminazione fisica (frammento di vetro) proveniente da materia prima esterna”. Quindi “si ritirano tutti i lotti non scaduti perché si presume che la causa della non conformità sia nella materia prima ‘insalatina’ del lotto con cui è stata prodotta l’insalata capricciosa nel periodo in questione”.

I lotti interessati della marca Belmonte, fa sapere il Ministero della Salute, sono quelli con numero:

  • BL24003450 del 12/03/2024 (scadenza 27/03/2024);
  • BL24003581 del 14/03/2024 (scadenza 29/03/2024);
  • BL24003647 del 15/03/2024 (scadenza 30/03/2024);
  • BL24003775 del 19/03/2024 (scadenza 03/04/2024);
  • BL24003841 del 20/03/2024 (scadenza 04/04/2024).

Si tratta dell’insalata capricciosa da 1000g e da 250g, con marchio di identificazione dello stabilimento F5U4N.

Per quanto riguarda invece l’insalata capricciosa decorata di marca Fontaneto, il Ministero fa sapere che i lotti interessati sono quelli con numero:

  • 073 del 12/03/2024 (scadenza 27/03/2024);
  • 078 del 15/03/2024 (scadenza 30/03/2024);
  • 078 del 15/03/2024 (scadenza 27/03/2024);
  • 080 del 19/03/2024 (scadenza 03/04/2024);
  • 080 del 19/03/2024 (scadenza 31/03/2024).

In questo caso, invece, si tratta dell’insalata capricciosa da 1500g e quella capricciosa decorata da 2000g, con medesimo marchio di identificazione dello stabilimento F5U4N.

Tutti i prodotti  indicati della Belmonte S.A.S. saranno ritirati dagli stessi addetti al Ministero, con la nota di richiamo che serve per mettere in stato di allerta tutti i negozi o depositi che hanno l’insalata capricciosa delle due marche in magazzino.

La sicurezza alimentare per il Ministero

Come detto, la sicurezza alimentare è messa al primo posto dal Ministero della Salute che vigila come meglio può sulla qualità dei prodotti venduti nei supermercati. Nello specifico questo meccanismo è possibile grazie agli operatori del settore alimentare (OSA) che hanno l’obbligo di informare i propri clienti sulla non conformità riscontrata negli alimenti da essi posti in commercio e a ritirare un prodotto dal mercato.

In aggiunta al ritiro, qualora il prodotto fosse già stato venduto al consumatore, l’OSA deve provvedere al richiamo, cioè deve informare i consumatori sui prodotti a rischio, anche mediante cartellonistica da apporre nei punti vendita, e a pubblicare il richiamo nella specifica area del portale del Ministero della Salute.