Quando arriva il picco influenzale? Allarme degli esperti e ospedali sotto stress

Italiani alle prese con una violenta sindrome influenzale, col picco ancora non raggiunto: ecco l'allarme degli esperti sull'attuale situazione sanitaria

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il 2024 non è iniziato nel migliore dei modi per milioni di italiani che si trovano a letto con i tipici sintomi dell’influenza. Tra Covid e sindrome influenzale stagionale, infatti, l’Italia è alle prese con un momento complicato dal punto di vista sanitario, con ospedali e i pronto soccorso in affanno. Non si tratta di certo di un’emergenza come quella vissuta nel 2020, va sottolineato, ma non è di sicuro un momento facile.

E gli esperti, tra pediatri, medici e virologi, lanciano i primi appelli per cercare di arginare il contagio, col picco influenzale che però non è ancora stato raggiunto.

Picco influenza in arrivo, ospedali in difficoltà

A pochi giorni dalla proroga dell’obbligo di mascherina anti-Covid al 30 giugno 2024, l’Italia sembra dover affrontare una nuova emergenza. Due fuochi incrociati, Covid e influenza, stanno infatti mettendo in difficoltà il sistema sanitario che, all’aggravarsi delle condizioni di alcuni pazienti più deboli e fragili, vedono aumentare a vista d’occhio i casi da ricovero negli ospedali.

E secondo l’ultimo rapporto RespiVirNet, il Sistema di Sorveglianza Integrata (epidemiologica e virologica) coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) con il sostegno del ministero della Salute, le sindromi simil-influenzali sono in aumento in questo inizio di 2024, così come i casi di ospedalizzazione.

Nello specifico si assiste al 17,2 casi per mille pazienti, con la settimana precedente chiusa col 15,6. Il numero di casi stimati, tra bambini e adulti, supera il milione e ad aumentare non sono solo sindromi come l’influenza, ma anche virus respiratori la cui incidenza è in crescita specie nelle fasce di età pediatriche, mentre è stabile negli adulti e anziani.

E a risentirne, come detto, sono soprattutto le strutture ospedaliere. Il presidente della Fiaso (Federazione italiana Aziende sanitarie e ospedaliere) Giovanni Migliore, infatti, ha spiegato che “i virus influenzali stanno avendo un impatto in termini assoluti maggiore, soprattutto sulla popolazione di anziani e fragili che per affrontare le conseguenze di scompensi respiratori affolla i Pronto soccorso in attesa di ricovero“.

La traduzione, quindi, è una maggiore attesa ai pronto soccorso. Come vi abbiamo anticipato, infatti, le ricadute negli ambulatori dei medici di famiglia e nei pronto soccorso è da allarme.

Quando arriva il picco influenzale

A prevedere quando arriverà il picco influenzale ci ha pensato Gianni Rezza, professore di Igiene al San Raffaele di Milano.

L’esperto, infatti, ha sottolineato che “la curva è ancora in crescita e con l’apertura di scuole e uffici i contagi aumenteranno tanto che il picco influenzale è previsto per la metà di gennaio“. Dunque ancora 10 giorni prima del punto massimo di contagi, poi una discesa.

Ma secondo Rezza sarà un discesa non molto rapida perché “il virus circolerà per l’intero mese di febbraio“.

L’allarme di Bassetti sul virus influenzale

E Matteo Bassetti, direttore della clinica malattie infettive dell’0spedale San Martino di Genova, non usa mezzi termini per descrivere il picco di influenza che sta riguardando l’Italia in questo periodo.

La peggiore stagione degli ultimi 15 anni, ma anche nei precedenti 15 non si era visto nulla di simile” ha detto a La Repubblica, sottolineando però che “non bisogna drammatizzare”.

Bassetti, infatti, ha spiegato che l’importante, innanzitutto, è non portare il virus in giro: “Se una persona non sta bene dovrebbe rimanersene a casa, e non portare il virus in giro. Se proprio non si può rinunciare ai pranzi in famiglia perché è Natale o Capodanno o l’Epifania, almeno mettersi una mascherina“.

Poi, un’osservazione sul sovraffollamento dei pronto soccorso: “Vale per tutta Italia ma io non ci sto a criticare sempre il sistema. In momenti come questi, con i virus che circolano moltissimo, la scelta di andare al pronto soccorso dovrebbe essere iper ponderata“.