Olgettine sfrattate, la famiglia Berlusconi toglie loro casa e assegno

Gli eredi Berlusconi, a cinque mesi dalla morte del Cavaliere, hanno deciso: stop a assegni di mantenimento e disponibilità di appartamenti per le ragazze delle “cene eleganti” di Arcore

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Mentre si sta per aprire il processo di registrazione degli illustri ospiti al Famedio per Silvio Berlusconi, la famiglia ha deciso di interrompere i pagamenti mensili alle giovani donne coinvolte nell‘affare Olgettine e ha richiesto la restituzione delle case in cui vivevano a titolo gratuito. Una società immobiliare legata agli eredi dell’ex Primo Ministro ha inviato una lettera ad alcune delle donne che un tempo partecipavano alle cene ad Arcore, annunciando la “scadenza naturale del contratto di comodato d’uso gratuito” per i loro appartamenti. Saranno tenute a restituire le residenze entro il 31 dicembre. Nel frattempo, per venti di loro è stato sospeso il pagamento mensile di 2.500 euro, un importo che Berlusconi aveva inizialmente promesso come compensazione per il danno d’immagine subito a causa delle indagini legate al caso Ruby Rubacuori. Dopo undici anni, la famiglia ha deciso di porre fine a questa situazione.

Il pagamento mensile ad ogni ragazza

Nel 2013, Silvio Berlusconi aveva dichiarato durante una delle udienze di aver concesso un pagamento mensile di 2.500 euro a ciascuna delle ospiti di Villa San Martino per le cene e gli eventi “Bunga Bunga”. Durante il processo Ruby Ter, i pubblici ministeri Tiziana Siciliano e Luca Gaglio avevano calcolato che a partire da marzo 2012, Berlusconi aveva erogato un totale di 10 milioni e 846 mila euro alle donne coinvolte nell’affare Olgettine. Tra queste vi era Karima El Mahrough, che aveva ricevuto circa la metà di questa somma. Inoltre, molte delle donne avevano goduto dell’ospitalità in appartamenti situati in via Olgettina a Segrate, alcune avevano ricevuto case in proprietà o in usufrutto.

A quel tempo, gli avvocati di Berlusconi avevano sottolineato che tali pagamenti potevano essere interpretati come un tentativo di influenzare le testimonianze delle ospiti. Nel dicembre 2013, Berlusconi aveva scritto una lettera per spiegare le sue intenzioni e aveva concesso un bonus di 25 mila euro come compensazione.

La maggior parte delle donne coinvolte, tuttavia, ha continuato a pressare Silvio Berlusconi e il suo ragioniere Giuseppe Spinelli per continuare a ricevere i pagamenti mensili. Inoltre, hanno continuato a ottenere assegnazioni di immobili. Durante la requisitoria del processo Ruby Ter, in cui si chiedeva la condanna sia di Berlusconi che delle donne per corruzione, il pubblico ministero Gaglio ha sottolineato che a tutte loro era stato garantito un reddito e una residenza, che per alcune era diventata di fatto una proprietà, allo scopo di indurle a “mentire” riguardo a ciò che era accaduto durante le “cene eleganti” ad Arcore.

Dopo la sentenza di primo grado, la procura ha deciso di presentare un ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del tribunale che ha portato alle assoluzioni. In questo contesto, la famiglia di Berlusconi ha deciso di interrompere tutti i pagamenti mensili e ha persino proceduto allo sfratto di alcune di queste donne.

Ma spunta l’audio di Berlusconi: “Ti intesto quella casa”

A complicare il procedimento giudiziario è però un audio di Silvio Berlusconi, mandato all’ex Olgettina Barbara Guerra. I legali riferiscono di un audio, non agli atti dei vari procedimenti ‘Ruby’, in cui Silvio Berlusconi afferma che, appena concluso il processo Ruby ter e avuto il via libera degli avvocati, avrebbe intestato alla donna la casa che le aveva dato in comodato gratuito.

“Il titolo abitativo deriva dalla precisa volontà del dottor Berlusconi di donare alla signorina Guerra la proprietà dell’immobile in virtù della loro lunga e affettuosa frequentazione” scrivono in una nota in merito alla presunta decadenza del contratto di comodato d’uso della villa brianzola che il Cav mise a disposizione nel 2013 a una delle partecipanti delle serate ad Arcore.