Éric Zemmour nel partito europeo di Meloni: chi è e cosa ha detto su immigrati e Nord Italia

Personaggio scomodo ed estremista della destra francese, Zemmour ha fondato il partito Reconquête!, candidato alle prossime elezioni europee nel gruppo di Meloni

Pubblicato: 9 Febbraio 2024 16:57

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Tacciato di populismo e complottismo, vagamente misogino, apertamente razzista, dichiaratamente sedotto dagli ideali putiniani. Éric Zemmour, giornalista, scrittore ma soprattutto politico dell’estrema destra francese, gareggerà con il suo Reconquête! alle prossime Europee. Lo ha dichiarato Marion Maréchal Le Pen, nipote di Marine, capolista appunto di Reconquête! alle elezioni europee, che ha fatto sapere che il suo partito farà parte del gruppo Ecr al Parlamento Ue.

E chi guida Ecr a Bruxelles? Giorgia Meloni, presidente dal 2020. Insomma, in pochi minuti, in Italia Zemmour è diventato famoso anche tra chi non ne aveva mai sentito parlare e non è certo avvezzo alla politica estera. Ma chi è esattamente Éric Zemmour e perché questa investitura vicina alla nostra premier ha destato così tanto scalpore? Proviamo a capire per cosa è diventato famoso, e cosa c’entrano Nord Italia e immigrati con lui.

Chi è Éric Zemmour

Dopo la laurea al prestigioso Istituto di Studi Politici di Parigi, Zemmour ha iniziato la sua carriera da giornalista nella carta stampata, lavorando prima al Quotidien de Paris, dal 1986 al 1994, e a Le Figaro, dal 1996 al 2009, e poi ancora nel 2013, per poi proseguire come editorialista a Figaro Magazine fino al 2021. Ma è grazie alla radio e ai saggi che si fa conoscere al grande pubblico francese, e non solo.

Fin dagli anni Novanta si batte per “l’unione dei diritti”, con – scrive Libération – una vicinanza palese al discutissimo fondatore del Front National, Jean-Marie Le Pen. Perseguito penalmente più volte per le sue dichiarazioni alquanto controverse, Zemmour è stato condannato in particolare per provocazioni al razzismo, odio verso i musulmani, incitamento all’odio e insulti razzisti, nonostante le sue stesse origini algerine e ebraiche. Ad esempio, nel 2009 si è interrotta la sua collaborazione con Le Figaro dopo che aveva affermato in tv, davanti a milioni di francesi, che “la maggior parte dei trafficanti sono neri e arabi”.

L’intervista al Corriere in cui diceva di deportare gli immigrati

Famosa anche un’intervista rilasciata nel 2014 al Corriere della Sera, dove ha sostenuto senza mezzi termini che l’immigrazione e il multiculturalismo sarebbero all’origine dei mali del secolo e del declino della società francese nelle sue istituzioni tradizionali: famiglia, Stato, lavoro, scuola.

Un “attentato alla vecchia Francia” insomma, all’evoluzione della società “imposta dalle élite francesi” come ha dichiarato in quelle righe. “Negli ultimi quarant’anni queste élite hanno agito secondo le tre D: derisione, decostruzione, distruzione della Francia, in nome dei grandi ideali, ovvero l’Europa, l’apertura al mondo, il progresso”. Modernità, globalizzazione, immigrazione che, sì, riguardano tutti, ma “solo in Francia c’è un simile odio di sé veicolato dalle élite. Non fanno che ripeterci che non siamo abbastanza tedeschi, o americani, o svedesi. Tutti i modelli sono buoni, tranne il nostro”.

Una deriva complottista verso un presunto caos, tanto da arrivare a dire che sarebbe favorevole a “mettere su degli aerei, o su delle navi, 5 milioni di musulmani francesi per cacciarli“. “Lo so, è irrealistico, ma la storia è sorprendente. Chi avrebbe detto nel 1940 che un milione di pieds-noirs , vent’anni dopo, avrebbero lasciato l’Algeria per rientrare in Francia? O che dopo la guerra 5 o 6 milioni di tedeschi avrebbero lasciato l’Europa centro-orientale dove vivevano da secoli?”: queste le parole pronunciate allora al giornalista del Corriere.

Contro Islam e donne

Nel 2008 pubblica anche “Petit Frère”, romanzo in cui attacca l’“angelismo antirazzista”. Ma Zemmour è famoso anche per aver pubblicato, prima, nel 2006, il libro diventato bestseller in Francia “Il primo sesso”, sorta di saggio su quella che bolla come “femminilizzazione” o “devirilizzazione” della società.

Nel 2014 esce il suo, diciamo, capolavoro, quello che in una certa destra lo eleva a “fenomeno”: “Le suicide français”. Qui sostiene la tesi di un progressivo indebolimento dello Stato nazionale francese a partire dagli anni ’70, attribuibile, secondo lui, in particolare all’influenza della “generazione del maggio ’68”.

In “French Destiny” torna ancora una volta sulla questione Islam e attacca l’influenza islamica sulla società francese. Nel 2021, grazie a “La Francia non ha detto l’ultima parola”, vende 165mila copie in appena tre settimane, intascando, secondo le stime de Le Parisien, ben 1,3 milioni di euro.

La carriera politica: Reconquête! in Ecr guidato da Meloni

Alla fine del 2021 ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali del 2022 e ha fondato il partito politico Reconquête!, con l’obiettivo di unire i diritti attorno a temi identitari e nazionalisti tipicamente francesi. Si è piazzato quarto al primo turno, con il 7,07% dei voti espressi, ma poi non è riuscito a essere eletto deputato nella quarta circoscrizione elettorale del Var, essendo stato eliminato al primo turno, come tutti i candidati del suo partito.

Ora, parte l’avventura europea dentro a Ecr, coalizione guidata dalla premier italiana Giorgia Meloni. Senz’altro un sodalizio tra le due destre, italiana e francese, che da anni “flirtano” nel nome di una grande unione di ideali.

La frase sul Nord Italia francese

Da ultima, ma certo non meno importante, la frase pronunciata tre anni fa a proposito della nostra Italia, ma appena ripescata dai 5 Stelle in Europa. “L’Italia del Nord sarebbe dovuta essere francese. Penso che non c’è differenza tra Milano e Nizza. Penso che dovrebbe esserci una grande Francia” aveva detto Zemmour in tv a “Face à l’info”.

“Ora Fratelli d’Italia può diventare Fratelli di Francia: è un attimo” attaccano i grillini. Che aggiungono: “Marine Le Pen (alleata di Matteo Salvini, ndr) può sembrare moderata. Giorgia Meloni sostiene l’autonomia differenziata di Calderoli che spacca l’Italia e si allea in Europa con chi sogna di annetterne una parte per costruire la Grande Francia. Siamo con Zemmour davanti a oscuri personaggi che vagheggiano pericolose teoria di ingegneria politica e istituzionale”.