Jas Gawronski, il rapporto con Berlusconi e Agnelli

Una vita scandita da incontri dall'enorme prestigio. Le figure più rilevanti per lui sono però di certo state l'Avvocato Agnelli e Silvio Berlusconi

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Jas Gawronski è un giornalista e politico italiano dalla storia decisamente intrigante. Nato a Vienna il 7 febbraio 1936, è figlio di un ex diplomatico polacco e della scrittrice italiana Luciana Frassati. Europarlamentare e Senatore, si è occupato tra le altre cose di programmi culturali, scientifici e politici per Fininvest/Mediaset, stringendo un forte legame con Silvio Berlusconi, preceduto però dalla forte amicizia con Gianni Agnelli.

Il Cavaliere Berlusconi

Il legame con Silvio Berlusconi non si limitava al mondo televisivo e aziendale, tutt’altro. Jas Gawronski è stato infatti anche portavoce del compianto ex Cavaliere. Un’esperienza che ci riporta indietro nel tempo fino al 1994, anno cruciale per la carriera e vita di entrambi.

L’incontro era avvenuto nella sede di Fininvest, dove Gawronski aveva lavorato come giornalista. Conduceva al tempo un programma noto come Big Bang, che ha descritto semplicemente a Il Foglio come una sorta di Quark. Un metro di paragone non casuale, dal momento che si desiderava proprio imitare Piero Angela, senza però riuscire a restituire quel lampo di genio.

A favorirlo nel rapporto con Berlusconi fu proprio il legame con l’Avvocato Agnelli. Almeno questo è ciò che racconta. Due personalità tanto differenti eppure attratte l’una dall’altra. Jas Gawronski spiega infatti come Berlusconi venne invitato a Torino, presso villa Frescot, dal momento che l’Avvocato era molto incuriosito da lui. Una sorta di interesse antropologico, misto a un senso di divertimento e anche un po’ d’invidia.

Per quanto possa sembrare incredibile, Gianni Agnelli era intrigato da quell’ambizioso progetto televisivo, e anche dal successo con le donne, anche se del sesso femminile non erano soliti discutere. Spazio inoltre anche a un certo livello di presa in giro, almeno fino a quando Silvio Berlusconi non è diventato presidente del Consiglio: “Da allora, mai più. Aveva un sacro rispetto per le istituzioni”. Per il Cavaliere, invece, Gianni Agnelli era un mito: “Ha sempre sostenuto d’avere la sua foto incorniciata sul comodino”.

L’Avvocato Agnelli

Come detto, la vita condotta da Jas Gawronski è stata particolarmente ricca di incontri esaltanti. In cima alla lista non può che esserci l’amicizia con l’Avvocato Gianni Agnelli, con il quale si recò una volta ad Arcore. Ci arrivarono in elicottero da Torino.

Le differenze con Berlusconi erano evidenti sotto tanti punti di vista. Gawronski si è soffermato sul fronte privato, spiegando come il Cavaliere fosse ossessionato dai capelli (mancanti, ndr). Era uno dei motivi d’invidia nei confronti di Gianni Agnelli: “Lui era invece contrario a qualsiasi ritocco o chirurgia. Nella maniera più assoluta”.

Facendo però un passo indietro, la prima volta che Jas Gawronski ha incontrato Gianni Agnelli fu nel 1957, quando il giornalista aveva appena 20 anni. Lo invitò a una festa a Sestriere, incuriosito dal fatto che vivesse in Polonia: “Era affascinato dai comunisti, per lui uomini di un’altra categoria: spietati. Lo interessavano poi la durezza della vita e la sofferenza delle persone”.

Riprova di tutto ciò sono i tanti dialoghi con i membri della Legione straniera. Adorava parlarci perché non sapevano chi fosse, e poi per carpire dettagli della loro vita dura: “Lo colpivano le loro camicie stirate alla perfezione. Vanno a morire con la divisa in ordine, diceva”. Uniti in maniera insolita, perché forse alla base di tutto ci fu un certo senso di colpa da parte dell’Avvocato. Suo nonno aveva portato via il giornale di Torino al nonno di Gawronski, grazie al fascismo.

Guardando poi all’ultima fase, ha spiegato come non ci fu un vero e proprio addio. La malattia dell’Avvocato è stata lunga ma lui non se ne lamentava, non sapendo inoltre di dover morire: “L’assenza di un vero addio non mi ha stupito. Mi sarei sorpreso del contrario. Lui non era un sentimentale e detestava i finali. Allo stadio andava sempre via prima della fina. Lo ha fatto anche nella vita”.