George Bush e l’11 settembre: i 20 minuti passati alla storia

George Bush e la sua versione di cos'è accaduto dopo l'attentato delle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

L’11 settembre 2001 è una giornata storica, drammaticamente, e tutti ricordano dove fossero quando hanno visto il volo AA11 schiantarsi contro la torre nord del World Trade Center di New York. Ma dov’era il Presidente George Bush? Al momento della tragedia era in visita presso la scuola elementare Emma E. Booker di Sarasota, in Florida. Era circondato da bambini e le immagini che lo vedono informato di quanto avvenuto sono state ormai consegnate alla storia.

Gli ammiratori definiscono George Bush come un leader calmo e controllato, in grado di gestire una crisi di tale portata con il piglio di un grande comandante. I detrattori, invece, vedono in quel frangente lo sguardo del terrore, di chi sa che nulla sarà più lo stesso, tanto per il Paese quanto per la propria presidenza.

I 20 minuti di George Bush

Alle ore 8.48 il volo AA11 si è schiantato sulla torre nord del World Trade Center, nel cuore di New York. La diretta della CNN inizia dopo 1 minuto, circa, mentre tutto è ancora avvolto dalle fiamme. La confusione lascia presto il posto alla consapevolezza: gli Stati Uniti sono sotto attacco.

Le immagini fanno il giro del mondo e proprio mentre si tenta di accettare la tragedia che si ha dinanzi agli occhi, un secondo aereo si schianta contro la torre sud. In questo momento sono le 9.03 del mattino e le prime parole del presidente George Bush giungono alle 9.31. Parla di una tragedia nazionale e circa 15 minuti dopo si scatena il panico a Washington, perché il volo 77 dell’American Airlines si abbatte sul Pentagono.

Entra in funzione il protocollo di tutela di POTUS, con l’Air Force One che resta in volo per non essere bersaglio dei terroristi. Il ritorno alla Casa Bianca avviene soltanto alle 20.33 di sera, quando Bush ritiene giunto il momento di annunciare in televisione: “Faremo giustizia, senza distinzioni tra i terroristi e coloro che li proteggono”.

Ma quali sono i 20 minuti di Bush passati alla storia? Quelli nei quali il Presidente decide di non modificare i propri piani, restando seduto a leggere ai bambini che si trovava dinanzi. Nessuno può dire quali siano stati i suoi pensieri in quegli interminabili minuti ma, inutile dirlo, porre a confronto le due immagini, scuola e Torri Gemelle, è qualcosa di straniante a dir poco.

George Bush, la spiegazione della sua reazione

Sono ormai più di 20 anni che l’ex Presidente George Bush fa i conti con la sua scelta di restare seduto e calmo in quella scuola della Florida, mentre il Paese era nel panico. La satira se ne è cibata a lungo e così, in una rara intervista dopo la fine del suo mandato, è stato proprio lui a voler fare chiarezza.

Abbiamo visto tutti il capo dello staff presidenziale, Andy Card, avvicinarsi a Bush e parlargli all’orecchio. È stato quello il momento in cui ha scoperto dell’attacco? Dal primo schianto erano però trascorsi più di 10 minuti e pare improbabile un lasso di tempo così lungo.

Non manca chi ipotizza sia stato informato lungo il tragitto, optando quindi per il regolare svolgimento del suo incontro con i giovanissimi studenti. Ciò sarebbe in contrasto con quanto dichiarato nell’intervista concessa al National Geographic Channel nel 2011: “La mia prima reazione è stata di rabbia. Chi avrebbe mai potuto fare qualcosa del genere all’America? Poi mi sono concentrato sui bambini e sul contrasto tra l’attacco e la loro innocenza. Decisi di non saltare in piedi e lasciare l’aula. Non volevo scuoterli. Volevo trasmettere un senso di calma. Sono stato in abbastanza situazioni di crisi da sapere che la prima cosa da fare, per un leader, è proprio questa”.