Nikki Haley si ritira dalle presidenziali, ma non appoggerà Trump

Resa della candidata repubblicana, ma Nikki Haley volta le spalle a Donald Trump: il messaggio verso le elezioni è chiaro, il tycoon è avvisato

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Nonostante la vittoria nel Vermont nel Super Tuesday, Nikki Haley ha deciso per il ritiro dalle presidenziali repubblicane. La 52enne, infatti, dopo aver incassato numerose sconfitte nella corsa contro Donald Trump, ha deciso per la resa che in tanti ormai si aspettavano da diverse settimane. Un addio alla corsa per la Casa Bianca che diventa un assist per il tycoon che punta al ritorno al 1600 di Pennsylvania Avenue a Washington DC, ma che di certo non troverà l’appoggio della ritirata.

Haley si ritira dalle presidenziali

Nulla da fare per Nikki Haley che ci aveva creduto tanto, ma che ha raccolto poco. Poco in termini di voti, perché l’unico successo segnalato è quello del Vermont nel Super Tuesday del 5 marzo, ma non dal punto di vista della raccolta fondi per finanziare la propria campagna. Tra gennaio e febbraio, infatti, la 52enne ex governatrice del South Carolina nonché ex ambasciatrice all’Onu, ha infatti raccolto più di Trump, i cui fondi possono contare svariati milioni.

Ma nonostante la solida base economica alle spalle, Haley ha sventolato bandiera di resa. Lo ha fatto a poche ore dal successo in Vermont, ma ancora scottata dalla sconfitta nella sua South Carolina delle scorse settimane. Una resa, quella di Haley, che segna un duro, seppur prevedibile, colpo per quegli elettori, donatori e funzionari del partito Repubblicano che si sono opposti a Trump e alla sua focosa politica del “Make America Great Again”.

La 52enne, che era particolarmente popolare tra gli elettori moderati e con istruzione universitaria, non appoggerà però il suo rivale. Infatti i collegi elettorali che hanno votato per lei, e che probabilmente giocheranno un ruolo fondamentale nelle elezioni generali, non verranno spinti dall’ex ambasciatrice a votare per il tycoon che ha stravinto ovunque.

Haley: “Continuerò a farmi sentire”

Intervenuta in conferenza stampa dalla sua South Carolina, Nikki Haley ha sottolineato che la decisione di sospendere la sua corsa per le presidenziali è arrivata dopo aver provato a farse sentire la voce degli americani. “L’ho fatto, non ho rimpianti. Anche se non mi candiderò più non smetterò di usare la mia voce per ciò che credo” ha detto l’ex candidata repubblicana.

“Ho lanciato la mia campagna per la presidenza perché amo il mio Paese e una settimana fa mia madre, un’immigrata, ha votato per sua figlia. Ma ora è tempo di lasciare” ha sottolineato Haley.

Poi l’affondo a Donald Trump, quello che tutti si aspettavano, con tanto di citazione a Margaret Thatcher: “Si deve guadagnare i miei voti”.

Chi è Nikki Haley

Di origine indiana Sikh, il reale nome all’anagrafe dell’ex ambasciatrice Onu è Nimrata Nikki Randhawa, divenuta poi Nikki Haley in seguito al matrimonio nel 1996 con Bill Haley. Classe 1972 e bimba prodigio, sin dall’infanzia aveva dimostrato di saperci fare con la diplomazia, con battaglie contro il pregiudizio già dalle scuole elementari quando, alla recita per il Ringraziamento, le venne assegnato il ruolo di Pocahontas sottolineando di “non essere quel tipo di indiano”.

Non lamentarti dei problemi, prova a risolverli” il mantra in casa Randhawa, con Nikki sempre pronta a combattere per farsi spazio nella società americana. Laureata alla Clemson University ,con una borsa per studiare gestione tessile, nel 2004 ha dato il via alla sua ascesa politica, quando si è candidata per un seggio alla Camera sfidando il deputato più longevo della legislatura Larry Koon in South Carolina. Dal 2011 al 2017 anche governatrice dello Stato, nello stesso anno vota per Trump nella corsa alla Casa Bianca contro Hillary Clinton.

Un voto che però, negli anni, si è trasformato. Ambasciatrice delle Nazioni Unite sotto la presidenza Trump,  è l’unica persona a uscire dall’amministrazione del tycoon con la dignità sostanzialmente intatta. E negli anni successivi la sua ambizione l’ha portata fino a sfidare l’imprenditore per la corsa al 1600 di Pennsylvania Avenue a Washington DC, salvo poi ammainare le vele.