“Se l’Ucraina userà missili a lunga gittata nel nostro territorio, sarà solo grazie al supporto satellitare di Stati Uniti o Europa, coinvolgendo direttamente la Nato nel conflitto. Questo cambierebbe l’essenza stessa del conflitto e noi prenderemo le decisioni appropriate in base alle minacce” Un messaggio freddo e razionale quello del presidente russo Vladimir Putin, riguardo il tema dell’utilizzo dei missili non ucraini contro la Russia.
A giorni la decisione di inviare missili Nato in Ucraina
Ma partiamo dall’inizio: Zelensky da tempo chiede i missili Atacms e Storm Shadow per colpire le linee di rifornimento all’interno del territorio russo. Con un raggio di circa 250 chilometri, questi missili potrebbero colpire 15 aeroporti militari e 250 tra basi, depositi d’armi e infrastrutture cruciali, rallentando così lo sforzo bellico russo nelle regioni occupate, aumentando le possibilità di riconquista da parte dell’Ucraina. Un impiego massiccio di Atacms e Storm Shadow da parte ucraina porterebbe la guerra in almeno 5 regioni russe e coinvolgerebbe altrettanti milioni di abitanti.
A tessere i fili di questa trama ci sono Joe Biden e Keir Starmer, rispettivamente presidente degli Stati Uniti e primo ministro inglese, che vogliono portare i missili a lungo raggio nell’arsenale ucraino, come chiede da tempo Zelensky. Sebbene alcuni media occidentali indichino che la decisione di fornire questi missili sia già stata presa, il via libera ufficiale non è ancora arrivato. I britannici fornirebbero le armi e gli americani i sistemi Gps e i dati direzionali.
Quando ci sarò l’annuncio
Martedì, Biden ha ammesso che l’approvazione per i missili potrebbe essere imminente, dopo che Kiev ha fornito una lista di obiettivi strategici in Russia. L’obiettivo è non solo dare il via libera ai missili britannici Storm Shadow e francesi Scalp, ma anche potenziare le forniture americane. Finora gli Usa hanno consegnato ad Ucraina gli Atacms, capaci di colpire fino a 190 miglia, ma con una limitazione impostata a 60 miglia per evitare un’escalation. Il limite potrebbe essere rimosso, come già accaduto con altre armi, per consentire di colpire basi logistiche e retrovie russe, rallentando le operazioni nel Donbass. Gli Usa potrebbero anche fornire i Jassm, missili che possono essere lanciati dagli F16 con testate da 500 kg, raggiungendo 230 miglia senza uscire dallo spazio aereo ucraino.
Le resistenze del Pentagono riguardano, oltre al rischio di escalation, il fatto che la Russia ha già spostato alcune basi a distanze superiori alla gittata di questi missili, e la scarsità di tali armi nell’arsenale americano.
Intanto, il nuovo ministro degli Esteri ucraino, Andrii Sybiha, ha parlato con il collega italiano Tajani, discutendo l’accelerazione del prossimo pacchetto di armi e il rafforzamento dello scudo aereo ucraino, mostrando interesse per le armi italiane dismesse.
Giornalista italiana nella lista dei ricercati in Russia
Il ministero dell’Interno russo ha pubblicato una lista di giornalisti stranieri ricercati, accusati di aver attraversato illegalmente il confine russo insieme alle forze armate ucraine durante l’offensiva di Kiev nella regione di Kursk, lo scorso agosto. Tra loro figurano anche la giornalista Rai Stefania Battistini e l’operatore Simone Traini. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha convocato l’ambasciatore russo alla Farnesina, esprimendo sorpresa per la decisione di Mosca di inserire Battistini nella lista dei ricercati.