Permessi retribuiti per gravi motivi, quando e come possono essere fruiti

Permessi per gravi motivi: quando posso essere richiesti dai lavoratori dipendenti, quanti giorni spettano e come vengono retribuiti

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Alessandra Moretti

Consulente del lavoro

Laureata, è Consulente del Lavoro dal 2013. Esperta di gestione e amministrazione del personale.

Di fronte a situazioni familiari delicate, i lavoratori dipendenti hanno la facoltà di utilizzare i permessi per gravi motivi. Di seguito esamineremo da vicino i dettagli operativi di questi permessi, evidenziando chi ne ha diritto e quali siano le condizioni d’uso e le diverse modalità di fruizione.

In che cosa consistono

I permessi per gravi motivi sono destinati a tutti i lavoratori dipendenti (a tempo determinato o indeterminato, a tempo pieno o parziale), indipendentemente dall’anzianità di servizio maturata presso il datore di lavoro.

Possono essere richiesti in caso di decesso o documentata grave infermità:

  • del coniuge (anche se legalmente separato)o del convivente (la stabile convivenza deve risultare da certificazione anagrafica)
  • di un parente entro il 2° grado , anche non convivente (nonni e nipoti, fratelli e sorelle)
  • o di un soggetto componente la famiglia anagrafica.

I lavoratori hanno diritto ad un massimo di 3 giorni retribuiti all’anno, anche al verificarsi di più eventi di lutto o grave infermità. Nei 3 giorni non sono però considerati i giorni festivi e non lavorativi.

Inoltre questo tipo di permessi può anche essere cumulato con quelli spettanti per l’assistenza di persone con handicap.

I contratti collettivi o i contratti individuali di lavoro possono comunque prevedere condizioni di applicazione di maggior favore rispetto a quelle sopra illustrate.

Fruizione dei permessi

L’utilizzo dei permessi va preventivamente comunicato al datore di lavoro e la fruizione deve avvenire entro 7 giorni dall’evento scatenante. Deve poi seguire la presentazione di documentazione idonea a giustificare l’assenza.

In caso di grave infermità, il dipendente che intende utilizzare i permessi deve presentare al datore di lavoro il certificato del medico specialista del SSN (o convenzionato), del medico di medicina generale, del pediatra di libera scelta o della struttura sanitaria in caso di ricovero o intervento chirurgico. La certificazione medica va prodotta entro 5 giorni dalla ripresa dell’attività lavorativa.

In caso di decesso, il lavoratore deve presentare il certificato di morte del congiunto oppure può produrre una dichiarazione sostitutiva, se ammessa.

Variazione della prestazione lavorativa

Alternativamente all’uso del permesso retribuito, lavoratori e datori di lavoro possono concordare diverse modalità di lavoro per un periodo equivalente a 3 giorni, sotto forma di una riduzione di orario.

Esempio 1: lavoratore full time

  • Orario giornaliero: 8 ore
  • Durata complessiva dei permessi da utilizzare: 8 ore giornaliere x 3 giorni di permesso =24 ore
  • E’ possibile concordare 3 ore di permesso per 8 giorni lavorativi (o altre combinazioni di riduzione orario fino ad un massimo di 24 ore).

Esempio 2: lavoratore part time

  • Orario giornaliero: 6 ore
  • Durata complessiva dei permessi da utilizzare: 6 ore giornaliere x 3 giorni di permesso =18 ore
  • E’ possibile concordare 2 ore di permesso per 9 giorni lavorativi (o altre combinazioni di riduzione orario fino ad un massimo di 18 ore).

L’intesa tra le parti coinvolte deve essere formalizzata per iscritto, secondo la proposta avanzata dal lavoratore. Nell’accordo devono essere chiaramente specificati i giorni in cui il permesso viene sostituito dalle diverse modalità di svolgimento dell’attività, insieme ai criteri che regolano le eventuali verifiche periodiche del datore di lavoro sulla persistenza della grave infermità.

La riduzione dell’orario lavorativo deve iniziare entro un periodo massimo di 7 giorni dal momento in cui si verifica la grave infermità.

Nel caso in cui la grave infermità cessi, il dipendente è tenuto a riprendere la normale attività lavorativa. Se restano periodi di permesso inutilizzati, questi rappresentano il residuo di cui il dipendente può avvalersi per affrontare altre eventualità che possano sorgere nel corso dell’anno.

Aspetti retributivi, contributivi e fiscali

Oltre ad essere retribuiti al 100% a carico del datore di lavoro, i periodi di permesso per gravi motivi danno luogo alla normale maturazione di ferie, permessi e mensilità supplementari (tredicesima, quattordicesima). Essi sono inoltre utili al calcolo del trattamento di fine rapporto.

La relativa retribuzione corrisposta concorre a formare il reddito imponibile sia ai fini del calcolo dei contributi Inps e Inail , sia ai fini della determinazione dell’imposta sul reddito (Irpef), secondo la tassazione ordinaria.

Le informazioni hanno carattere generale e sono in riferimento al settore privato. Si consiglia sempre di verificare in base alla situazione specifica, al settore di appartenenza e al CCNL applicato.