I cittadini statunitensi hanno eletto Donald Trump come loro nuovo presidente. Si tratta della seconda volta per il Tycoon che, alla Casa Bianca, darà il cambio a chi nelle presidenziali precedenti gli aveva sottratto la poltrona, ovvero Joe Biden. La strada che porta Trump a diventare il 47esimo presidente degli Stati Uniti d’America è tuttavia ancora molto lunga in quanto il sistema costituzionale americano prevede prima molti passaggi formali che, da calendario, termineranno con il giuramento del 20 gennaio 2025 (Inauguration day). Fino a questa data, sarà Joe Biden a continuare a guidare il Paese, pur dovendo agevolare il passaggio di consegne. Questi gli step previsti:
- 16 dicembre 2024 riunione collegio elettorale;
- elezione nuovo congresso;
- 6 gennaio 2025 certificazione dei voti del Collegio elettorale da parte del Congresso;
- 20 gennaio 2025 Inauguration day.
Il primo step è il collegio elettorale (16 dicembre)
Nella strada che riporta Donald Trump alla Casa Bianca, il primo passaggio post voto è la riunione del collegio elettorale, ovvero sia l’organo costituzionale che ha il compito di eleggere in via formale il presidente. L’appuntamento, in questo caso, è fissato al 16 dicembre 2024, quando tutti i grandi elettori si riuniranno nelle loro capitali ed esprimeranno il proprio voto in base ai risultati delle elezioni dello Stato che rappresentano.
La formazione del nuovo congresso
Un secondo step molto importante è la formazione del nuovo Congresso. I repubblicani di Trump potrebbero avere la maggioranza anche al Senato (51 seggi contro i 41 dei democratici), ipotesi questa che, se confermata, potrebbe avere un forte impatto nell’agenda politica del “nuovo” presidente Trump. Controllando il Senato, infatti, i repubblicani potrebbero confermare le nomine di gabinetto del presidente, approvare giudici federali (inclusi quelli della Corte Suprema) e gestire il processo legislativo sia in termini di budget che di riforme. In questo scenario per l’opposizione sarebbe molto difficile interferire nei piani della maggioranza.
La conta dei voti (6 gennaio)
Altra data della roadmap verso la Casa Bianca di Donald Trump è il 6 gennaio 2025, quando è prevista la certificazione dei voti del Collegio elettorale da parte del Congresso. Nella seduta, che sarà guidata dal presidente del Senato, si effettuerà la conta dei voti di ogni singolo Stato. Per l’approvazione dei voti è necessario il parere favorevole di almeno un senatore e un rappresentante, ma se si crea una contestazione che ottiene l’appoggio necessario, è previsto che le due Camere si separino per discutere e votare la questione.
Il passaggio non è affatto banale, basti pensare che nel 2021, sempre il 6 gennaio, i sostenitori di Trump – allora sconfitto da Joe Biden – assaltarono il Campidoglio come forma di protesta contro i presunti voti truccati delle urne.
La facilitazione del passaggio dei poteri
La legge federale degli Stati Uniti prevede inoltre che, nel corso di questa fase di transizione che porta all’elezione del nuovo presidente, chi è in carica agevoli il passaggio dei poteri offrendo spazi, risorse e informazioni al neo eletto e al suo team. Il gruppo di lavoro nel nuovo presidente, inoltre, si forma proprio in queste settimane di transizione.
L’Inauguration day (20 gennaio)
L’intero processo descritto trova la sua conclusione con il giuramento in Campidoglio del nuovo presidente eletto. Trump, il 20 gennaio 2025, per diventare il 47esimo inquilino della Casa Bianca dovrà pronunciare la seguente formula: “Giuro (o affermo) solennemente che eseguirò fedelmente l’ufficio di Presidente degli Stati Uniti e che preserverò, proteggerò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti al meglio delle mie capacità”.