Cosmos-2553 lanciato dalla Russia nello spazio, l’arma nucleare anti satellite di Putin

Secondo i servizi segreti americani, citati dal Wall Street Journal, la Russia ha spedito in orbita un satellite capace di fare esplodere ordigni nucleari

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Un’arma nucleare inviata nello spazio in grado di distruggere i satelliti in orbita e provocare il caos nel sistema di comunicazione civile e militare mondiale. È lo scenario tracciato dai servizi segreti statunitensi e riportato dal Wall Street Journal, secondo cui alla vigilia dell’inizio della guerra contro l’Ucraina, nel febbraio 2022, Vladimir Putin ha lanciato un satellite sperimentale denominato Cosmos-2553, che avrebbe la capacità di traportare ordigni atomici. Questo prototipo non sarebbe già armato, ma stando all’intelligence Usa sarebbe al centro di un programma segreto di Mosca.

La minaccia nucleare nello spazio

Il primo riferimento pubblico all’esistenza di un satellite russo capace di portare armi nucleari nello spazio è stato fatto lo scorso febbraio dal deputato repubblicano a capo della commissione intelligence della Camera dei Rappresentanti Usa, Mike Turner.

Il rappresentante dell’Ohio avrebbe in pratica tirato in ballo un’informativa della Casa Bianca, anticipando il vertice sul tema con il consigliere alla sicurezza nazionale Jake Sullivan e chiedendo al presidente Joe Biden di rendere pubblici i documenti sulla “seria minaccia alla sicurezza nazionale”.

Turner ha fatto riferimento all’arma spaziale nucleare in grado di spazzare via parte della rete di satelliti americani, a partire da quelli destinati allo spionaggio e al supporto dell’Ucraina nella guerra contro la Russia.

“Questa è la crisi dei missili di Cuba trasportata nello spazio”, ha commentato il deputato repubblicano. I colleghi in commissione del partito democratico non hanno smentito la rivelazione, negando che si tratti però di una minaccia imminente.

Lo scenario riporta la mente al test “Starfish Prime” realizzato dagli Stati Uniti in uno dei periodi più delicati della Guerra Fredda, quando il 9 luglio del 1962 fu fatta esplodere in orbita una bomba atomica da 1,4 megatoni.

L’obiettivo era quello di sviluppare la minaccia di un’arma nucleare oltre l’atmosfera, ma l’esplosione a circa 400 chilometri di altezza provocò il guasto di 8 satelliti, nonostante la corsa allo spazio fosse appena iniziata.

L’anno dopo Urss e Usa firmarono il trattato sulla messa al bando parziale degli esperimenti nucleari, ma il pericolo sarebbe tornato attuale. Con l’odierna proliferazione di satelliti (6.700 soltanto quelli americani) una detonazione simile provocherebbe danni incalcolabili alle comunicazioni civili, distruggerebbe il sistema di comando e controllo delle operazioni militari da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati, dando così un vantaggio strategico alla Russia.

Il lancio del Cosmos-2553

I nuovi dettagli sul lancio del prototipo sono stati diffusi adesso dal Wall Street Journal, citando funzionari anonimi dell’amministrazione Biden. Secondo le rivelazioni, il Cosmos-2553 decollato il 5 febbraio 2022 non avrebbe con sé ordigni nucleari ma se fosse dotato di una testata atomica potrebbe spazzare via centinaia di satelliti.

In seguito alle notizie sulla presunta arma in orbita, il presidente russo Vladimir Putin ha negato qualsiasi obiettivo simile, affermando che la Russia è sempre stata e rimane “categoricamente contraria all’installazione di armi nucleari nello spazio”.

Secondo quanto dichiarato dal Cremlino, infatti, il satellite lanciato nel febbraio 2022 avrebbe soltanto scopi di ricerca scientifica. Ma secondo esperti statunitensi, il prototipo si troverebbe in un’orbita insolita, non utilizzata da altre navicelle spaziali e non abbastanza alta per consentire esperimenti scientifici.