Benito Mussolini

Benito Mussolini è stato un politico italiano, fondatore del Partito Fascista e dal 1922 al 1943 presidente del Consiglio del Regno d’Italia.

Benito Mussolini
Fonte: IPA

Benito Mussolini, nato nel 1883, si iscrive inizialmente al Partito socialista italiano, arrivando a dirigerne anche il quotidiano Avanti!.

Nel 1919 fonda i Fasci di combattimento e nel 1922, dopo la marcia su Roma, diventa presidente del Consiglio del Regno d’Italia, governando in maniera dittatoriale per più di venti anni.

Nome completo: Benito Amilcare Andrea Mussolini
Nascita: 29 luglio 1883
Luogo di nascita: Dova di Predappio (Forlì-Cesena)
Morte: 28 aprile 1945
Luogo di morte: Giulino di Mezzegra (Como)
Professioni: Politico, fondatore del Partito Fascista, presidente del Consiglio del Regno d’Italia
Partner: Rachele Guidi, Claretta Petacci
Figli: Edda, Vittorio, Bruno, Romano e Anna Maria

BIOGRAFIA

Benito Mussolini, nato a Dova di Prepaddio (Forlì-Cesena) il 29 luglio 1883 e morto a Giulino di Mezzegra (Como) il 28 aprile 1945, è stato un politico e dittatore italiano.

Mussolini è stato il fondatore del fascismo, presidente del Consiglio del Regno d’Italia (dal 1925 capo del governo) dal 1922 al 1943 e, dal 1943 al 1945, capo di Stato e di governo della Repubblica sociale italiana.

Dopo aver frequentato il collegio salesiano di Faenza, si trasferisce al collegio Carducci di Forlimpopoli dove, nel 1898, consegue la licenza tecnica inferiore e, nel 1901, il diploma di maestro elementare.

Dopo alcuni mesi di supplenze, l’anno successivo si trasferisce in Svizzera per sfuggire al servizio militare obbligatorio.
Qui entra in contatto con esponenti socialisti in esilio, come Giacinto Menotti Serrati e Angelica Balabanoff, futura segretaria della Terza internazionale comunista, con cui Mussolini intraprende una relazione sentimentale.

Per la sua attività politica e militante, Mussolini in Svizzera viene arrestato due volte e, nel frattempo, riceve in Italia una condanna a un anno per renitenza alla leva. Grazie ad un’amnistia concessa dopo la nascita dell’erede al trono Umberto, fa ritorno in Italia nel novembre 1904 e viene assegnato al X Reggimento bersaglieri di Verona.

Mentre riprende per un breve periodo la sua attività di insegnamento, continua a scrivere articoli su quotidiani d’ispirazione socialista, diventando una voce sempre più influente all’interno del partito.
Nel 1908, Benito Mussolini viene arrestato altre due volte: una prima, a Predappio, per essersi messo a capo di uno sciopero di braccianti agricoli, e una seconda a Meldola per aver tenuto un comizio non autorizzato.

Nel 1910 inizia a convivere con la sua futura prima moglie, Rachele Guidi, con cui si sarebbe sposato con rito civile nel 1915.

Dal Partito socialista italiano, di cui diventa un esponente di spicco fino a dirigere dal 1912 il quotidiano Avanti!, verrà espulso nel 1914 per via delle sue posizioni interventiste sul primo conflitto mondiale, contrarie alla linea del partito.

A novembre dello stesso anno Mussolini fonda un proprio giornale, Il Popolo d’Italia.

Durante la guerra Mussolini viene chiamato come coscritto, promosso caporale e poi caporal maggiore. Il 23 febbraio 1917 viene ferito durante un’esercitazione sul Carso e, per questo, viene congedato.

Nel primo dopoguerra rompe gli ultimi legami con la vecchia matrice socialista e, il 23 marzo 1919, fonda a Milano i Fasci di combattimento.

Dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, il re Vittorio Emanuele III nomina Mussolini a capo del governo, aprendo così a un ventennio di regime dittatoriale e totalitario di cui Mussolini fu il capo indiscusso.

Dopo la caduta del regime il 25 luglio 1943 e dopo essere stato arrestato e poi liberato dai tedeschi, Mussolini fonda nel nord Italia la Repubblica sociale italiana.

Muore il 28 aprile 1945 a Giulino di Mezzegra (Como), giustiziato dai partigiani.

CARRIERA

Figlio di un esponente socialista, Benito Mussolini comincia la sua carriera politica iscrivendosi nel 1900 al Partito socialista italiano (Psi).

Durante il suo periodo in Svizzera, si avvicina ai principi rivoluzionari del marxismo-leninismo ed entra in contatto con importanti esponenti del socialismo europeo.

Tornato in Italia, nel 1909 si trasferisce a Trento dove viene eletto segretario della Camera del lavoro e, da gennaio 1910, diventa segretario della Federazione socialista di Forlì, dove conosce il futuro leader del Psi Pietro Nenni e dove dirige il suo primo periodico L’idea socialista (ribattezzato da Mussolini Lotta di classe).

A novembre 1912 è chiamato a dirigere il quotidiano Avanti!, organo ufficiale del partito socialista.

Si candida anche alle elezioni politiche del 1912 ma non viene eletto.

In occasione dello scoppio della prima guerra mondiale, dopo un primo periodo in cui appoggia la linea di neutralità dell’Internazionale socialista, cambia opinione e si schiera a favore dell’intervento italiano nel conflitto, contro le sensibilità maggioritarie del partito. Dopo pochi giorni Mussolini si dimette dalla direzione dell’Avanti!, fonda il suo nuovo giornale Il popolo d’Italia e, il 29 novembre 1914, viene espulso dal Psi.

Dopo una breve esperienza da soldato sul Carso, nel primo dopoguerra Mussolini aderisce alla retorica di Gabriele D’Annunzio e interpreta il malessere dei reduci di guerra.

Il 23 marzo 1919 fonda, in piazza San Sepolcro a Milano, i Fasci di combattimento, un movimento antimonarchico e anticlericale che è stato l’embrione, pur molto diverso, del fascismo. Il primo atto del neonato movimento mussoliniano è l’assalto, il 15 aprile 1919, alla sede dell’Avanti!.

Alle elezioni del 1919, le prime dopo la prima guerra mondiale e con la nuova legge elettorale proporzionale, i Fasci di combattimento non ottengono neanche un seggio.

Nel frattempo il fascismo, soprattutto nella pianura Padana, andava strutturandosi in milizie armate e si moltiplicavano assalti alle Case del lavoro e contro le agitazioni dei socialisti, in quel che viene ricordato come “biennio rosso”. È in questo momento che il progetto antisocialista e antisindacale di Mussolini inizia a ricevere le prime adesioni dai settori agrari, industriali e anche da parte di alcuni ambienti ed esponenti liberali, timorosi che l’Italia potesse cadere in una situazione rivoluzionaria.

In occasione delle elezioni del maggio 1921, Mussolini accetta la proposta di Giovanni Giolitti di far parte dei Blocchi nazionali, un cartello elettorale che comprendeva anche liberali e nazionalisti in chiave antisocialista: i fascisti ottengono 35 seggi e Mussolini viene eletto deputato.

Il 9 novembre 1921 Mussolini fonda il Partito nazionale fascista, con Michele Bianchi primo segretario.

In un clima di crescente instabilità e violenza, il 28 ottobre 1922 migliaia di fascisti in camicia nera provenienti da tutta Italia (ma senza Mussolini, che rimane a Milano) marciano indisturbatamente su Roma.

Il re Vittorio Emanuele III si rifiuta di firmare lo stato d’assedio proposto dal presidente del Consiglio Luigi Facta e, il giorno dopo, incarica Mussolini di formare un nuovo governo.

Il 16 novembre Mussolini si presenta alla Camera dei deputati e tiene un discorso minaccioso e autoritario (detto il “discorso del bivacco”), il suo primo da presidente del Consiglio.

Tra i primi atti del governo c’è l’istituzione del Gran consiglio del fascismo, il massimo organo del partito che negli anni sostituirà di fatto il Parlamento, e l’istituzionalizzazione delle camicie nere con la creazione della Milizia volontaria per la sicurezza nazionale.

Le elezioni del 1924 sono lo spartiacque nella storia del fascismo e nella carriera politica di Mussolini. Il partito fascista ottiene la maggioranza dei seggi.

Il 10 giugno 1924 il deputato socialista unitario Giacomo Matteotti, che dieci giorni prima alla Camera aveva denunciato brogli elettorali, viene sequestrato da squadristi fascisti e il suo corpo ritrovato senza vita il 16 agosto 1924.

Dopo mesi di difficoltà, il 3 gennaio 1925 Mussolini tiene in Parlamento un discorso in cui si assume la responsabilità del delitto Matteotti, aprendo le porte alla dittatura.

Anche a seguito di una serie di attentati nei confronti del duce, tra il 1925 e il 1926, con le leggi fascistissime, vengono soppressi i giornali antifascisti, sciolti i partiti, creata la polizia segreta Ovra e il Tribunale speciale, abolito il diritto di sciopero, introdotto il confino di polizia, eccetera.

Il 24 dicembre 1925, poi, viene cambiata la dicitura “presidente del Consiglio” in “capo del governo”.

L’11 febbraio 1929, Mussolini firma i Patti lateranensi, ponendo così fine alla questione romana e aggiudicandosi anche l’appoggio della Chiesa cattolica.

Nel frattempo i deputati erano stati ridotti a 400, era stato previsto che sarebbero stati eletti in un unico collegio nazionale e i candidati scelti dagli stessi organi fascisti.

Nel 1929 il rinnovo della Camera si trasforma in un plebiscito, con il 98,4% di voti favorevoli ai candidati scelti dal Gran consiglio del fascismo. La stessa logica e lo stesso risultato si sarebbero replicati in occasione delle elezioni del 1934.

Negli anni Trenta Benito Mussolini ha l’ambizione di far diventare l’Italia una grande potenza coloniale e, il 2 ottobre 1935, dichiara guerra all’Etiopia. Con la conquista del Paese africano nel 1936, Mussolini proclama la nascita dell’Impero e si autoconferisce il titolo di Primo maresciallo.

Questi sono anche gli anni in cui l’Italia si avvicina alla Germania nazista di Adolf Hitler.

Il 29 e 30 settembre 1937 durante la Conferenza di Monaco, forte anche degli stretti rapporti con il cancelliere tedesco, Mussolini riesce a rimandare lo scoppio di un conflitto europeo, accontentando le mire espansionistiche di Hitler sulla regione cecoslovacca dei Sudeti e, insieme, incontrando il benestare di Francia e Regno Unito.

Il 22 maggio 1939 l’Italia e la Germania firmano il Patto d’acciaio, un trattato di reciproco aiuto militare. Sul piano interno, nel 1938 Mussolini firma le leggi razziali, con cui gli ebrei venivano pesantemente discriminati ed esclusi dalla vita civile, e il 19 gennaio 1939 sopprime la Camera dei deputati, sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni. In aprile dello stesso anno, poi, viene occupata e annessa l’Albania.

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, dopo alcuni mesi di neutralità e attesa, Mussolini il 10 giugno 1940, annuncia l’ingresso dell’Italia nel conflitto a fianco dell’alleato tedesco, assumendo il controllo supremo delle truppe.

Dopo che le sorti della guerra si rivelano via via sempre più negative per Mussolini e per il fascismo, il duce viene sconfessato dallo stesso Gran consiglio del fascismo, nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1945, e il giorno dopo fatto arrestare.

Nel frattempo, gli anglo-americani sbarcano in Sicilia e, l’8 settembre 1945, l’Italia firma l’armistizio con gli Alleati, trovandosi all’improvviso in guerra contro i tedeschi, presenti sul suolo nazionale, e dando il via a una sanguinosa guerra civile.

Dopo essere stato arrestato, Mussolini è recluso a Ponza, poi alla Maddalena e infine a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, dove il 12 settembre 1945 viene liberato dai paracadutisti tedeschi e portato prima a Vienna e poi in Germania.

Torna in Italia il 23 settembre 1945 e annuncia la nascita di un nuovo Stato nel nord del Paese, la Repubblica sociale italiana, con sede a Salò sul lago di Como.

Con la risalita della penisola da parte degli anglo-americani e dei partigiani, nell’imminenza della sconfitta degli ultimi reparti tedeschi, Mussolini propone ai vertici del Comitato di liberazione nazionale un passaggio di poteri che, però, viene respinto.

Travestito da militare nazista, tenta la fuga in Germania ma viene riconosciuto a Dongo dai partigiani. Successivamente, viene arrestato e giustiziato, insieme alla compagna Claretta Petacci, il 28 aprile 1945 a Giulino di Mezzegra (Como).

VITA PRIVATA

Benito Mussolini è figlio del fabbro Alessandro Mussolini e della maestra elementare Rosa Maltoni.

Il nome intero del duce del fascismo è “Benito Amilcare Andrea”, viene deciso dal padre, socialista, come omaggio a Benito Juárez, rivoluzionario ed ex-presidente messicano, e a Andrea Costa, tra i principali esponenti del socialismo italiano.

Benito ha avuto due fratelli minori, Arnaldo ed Edvige.

Mussolini si è sposato, con rito civile, con Rachele Guidi, figlia della nuova compagna di suo padre. I due si sono poi sposati con rito cattolico il 28 dicembre 1925.

Rachele Guidi e Benito Mussolini hanno avuto cinque figli: Edda (poi moglie di Galeazzo Ciano), Vittorio, Bruno, Romano e Anna Maria.

A Mussolini vengono attribuite diverse amanti e, insieme, molti altri figli, anche se non riconosciuti. Tra le amanti accertate, le più conosciute sono Ida Dalser (con cui nel 1915 ha avuto un figlio, Benito Albino, e che avrebbe sposato l’anno prima, anche se non sono noti gli atti del presunto matrimonio), Margherita Sarfatti (intellettuale e scrittrice ebrea) e Claretta Petacci, con cui ha condiviso gli ultimi anni.

INCARICHI

  • Presidente del Consiglio dei ministri del Regno d’Italia (1922 – 1943. Dal 2025 capo del governo)
  • Ministri degli Affari esteri del Regno d’Italia (1922 – 1929, 1932 – 1936)
  • Ministro dell’Interno del Regno d’Italia (1922 – 1924, 1926 – 1943)
  • Deputato del Regno d’Italia (1921 – 1939)
  • Primo maresciallo dell’Impero (1938 – 1943)
  • Capo del governo della Repubblica sociale italiana (1943 – 1945)
  • Ministro degli Affari esteri della Repubblica sociale italiana (1943 – 1945).

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