Riforma pensioni, le ipotesi sul tavolo tra Quota 101 e Quota 41

Governo e opposizioni dovranno presto confrontarsi sul tema delle pensioni. Ecco quali potrebbero essere le soluzioni

Pubblicato: 27 Giugno 2020 19:14

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Redazione

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Ora che la fase di crisi acuta scatenata dal COVID-19 sembra essere alle spalle, la politica può (e deve) tornare a occuparsi di tematiche differenti dalla gestione dell’emergenza. Uno dei primi argomenti che dovrebbe finire sul tavolo del Governo – ma anche delle minoranze – riguarda una riforma organica del sistema pensionistico italiano.

Prima dell’emergenza sanitaria, infatti, diversi schieramenti politici avevano iniziato a discutere di alternative a Quota 100 che, come noto, ha una durata triennale e arriverà a breve a scadenza (oltre a essere stata recentemente bocciata dalla Corte dei Conti). Nel corso dei mesi passati sono state avanzate diverse ipotesi ma, di fatto, di concreto non c’è ancora nulla. E, visto lo stato delle casse dell’Erario (e dell’INPS) bisognerà vedere se una riforma potrà arrivare a breve o se, invece, bisognerà attendere ancora del tempo.

Riforma quota 100, le ipotesi del Governo

Prima dell’emergenza Coronavirus, l’obiettivo del Governo era di arrivare a una riforma organica del sistema pensionistico prima del 31 dicembre 2021, data di “scadenza” di Quota 100. Lo scorso febbraio, la ministra per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone aveva affermato che l’Esecutivo era al lavoro per evitare che si venisse a creare uno scalone tra chi era potuto andare in pensione a 62 anni (con 38 anni di contributi) e chi, invece, era costretto ad attendere i 67 anni di età (la Riforma Fornero, infatti, non è mai stata cancellata).

Il Governo, aveva affermato la ministra nel corso di un’intervista radiofonica a Radio 1, stava studiando la fattibilità di adottare per tutti i lavoratori “Quota 101“, che avrebbe garantito a tutti i lavoratori italiani di andare in pensione con regole certe e uguali per tutti. Il funzionamento, a grandi linee, è lo stesso di Quota 100, ma basata su diversi fattori da sommare.

Le ipotesi delle opposizioni

Sul fronte pensionistico, la linea delle opposizioni è dettata dalla Lega. In una recente intervista, Matteo Salvini ha ribadito che lo scopo del partito da lui guidato è quello di confermare Quota 100, in attesa che sia possibile approvare una riforma organica basata su Quota 41.

Quest’ultima è una proposta di riforma delle pensioni avanzata dalla Lega, che prevede il diritto di andare in pensione una volta raggiunti i 41 anni di contributi previdenziali, indipendentemente dall’età anagrafica del lavoratore. Questa misura è concepita per favorire i “lavoratori precari”, coloro che hanno iniziato a lavorare in giovane età, talvolta già a 15 o 16 anni, e che hanno accumulato molti anni di contributi previdenziali, ma che non hanno ancora raggiunto l’età pensionabile.

L’obiettivo principale è quello di premiare il duro lavoro e la lunga carriera lavorativa di tali individui, consentendo loro di accedere alla pensione in anticipo rispetto alla normativa attuale, che stabilisce un’età pensionabile minima di 67 anni.
La proposta di Quota 41, però, solleva diverse questioni e dibattiti riguardo alla sua fattibilità e ai suoi potenziali impatti sul sistema pensionistico e sull’economia nel suo complesso. Alcuni sostengono infatti che questa misura potrebbe rappresentare un incentivo per i giovani lavoratori a entrare presto nel mercato del lavoro e a iniziare a contribuire al sistema previdenziale, mentre altri sollevano preoccupazioni riguardo alla sostenibilità finanziaria di una pensione anticipata per un numero significativo di lavoratori.