Pensioni a rischio collasso: per un bambino ci sono 5 anziani, è allarme

Sistema pensionistico a rischio collasso da qui al 2050, allarme forte e chiaro dall'Istat: ecco cosa sta succedendo in Italia, un Paese sempre più vecchio

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

L’Italia è un Paese che invecchia sempre più e in cui, a lungo andare e continuando così il trend, le pensioni sono sempre più a rischio collasso. Non sono affermazioni frutto dei timori dei giovani, bensì una fotografia che emerge allarmante dalle ultime rilevazioni dell’Istat sul censimento 2022 del Bel Paese che si mostra sempre più anziano e con un ricambio generazionale ai minimi. Il confronto tra il numero di anziani e giovani, infatti, è allarmante e da qui al 2050, riferiscono i dati, il rischio è che anche il sistema lavorativo e previdenziale ne risentirà parecchio.

Allarme Istat: per un bimbo 5 anziani

Come detto, tutto parte dall’ultimo censimento della popolazione in Italia, quello relativo al 2022, redatto dall’Istat. L’Istituto Nazionale di Statistica, infatti, come ogni anno rende noto il censimento al 31 dicembre dell’anno precedente, e i numeri che emergono dalla fotografia scattata nel 2022 è di quelli difficili da ignorare.

Il rapporto, infatti, sottolinea un confronto tra il numero di anziani e giovani nel Paese davvero allarmante, con l’indice di vecchiaia, che misura il numero persone di 65 anni e più ogni 100 giovani di 0-14 anni, che è passato infatti dal 187,6% del 2021 al 193,1% del 2022 . E pensando che nel 2011 era al 148,7% è ancor più sconvolgente.

Tradotto in numeri, infatti, nel 2022 l’Italia è stato un Paese in cui a ogni bambino con meno di sei anni corrispondono oltre 5 anziani (5,6). Nel 1971 si contava un anziano per ogni bambino e, in cinquant’anni sottolinea l’Istat, è sempre più sbilanciato il rapporto tra anziani, bambini e giovani. L’esempio dell’Istituto è chiaro con i numeri del 1971 in cui si contavano 46 over 65 ogni 100 giovani under 15, mentre oggi (come detto sopra) se ne contano 193.

Rischio collasso pensioni al 2050

Ed è inutile nascondersi troppo, perché la traduzione logica è appunto l’invecchiamento del Paese, ma anche e soprattutto i risvolti che questo problema potrà avere nel futuro prossimo sul sistema lavorativo e previdenziale.

L’Istat, senza andare troppo lontano, ha fatto una previsione per il prossimo ventennio e trentennio. Secondo quanto riportato, infatti, il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) è passata da circa tre a due nel 2022 e a circa uno a uno nel 2050.

L’Italia perde popolazione e invecchia

Numeri allarmanti che si basano anche su una natalità davvero ai minimi nel 2022. La popolazione italiana al 31 dicembre 2022, infatti, è scesa sotto i 59 milioni, esattamente a 58.997.201 residenti, con il Paese che ha perso popolazione e invecchia nonostante il contributo degli stranieri.

I nati residenti in Italia sono 393mila nel 2022, con un tasso di natalità del 6,7 per mille. Si rilevano quasi 7mila nascite in meno rispetto al 2021 (-1,7%), e ben 183mila in meno (-31,8%) rispetto al 2008, anno in cui il numero dei nati vivi registrò il più alto valore dall’inizio degli anni Duemila.

E a giocare un ruolo fondamentale nell’invecchiamento del Paese è anche la fuga dei giovani verso l’estero. Infatti al 31 dicembre 2022 si stima che i cittadini italiani residenti all’estero siano 5 milioni e 940mila. Più della metà è concentrata in Europa (54,7%) e un altro 40,1% in America, totalizzando nei due continenti circa il 95% dei residenti all’estero.