Pensioni: tutte le novità previste per il 2024

La Legge di Bilancio ha introdotto alcune importanti novità per il mondo delle pensioni. Ecco cosa cambia dal 2024

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Come cambieranno le pensioni nel 2024? Quali novità si devono aspettare i lavoratori? Ad introdurre una serie di novità è la Legge di Bilancio, che ha regolamentato la rivalutazione – che dal prossimo anno sarà al 6% – ed ha inserito alcune misure restrittive per le pensioni anticipate.

Per i lavoratori che andranno in quiescenza con il sistema retributivo è prevista una riduzione della misura minima necessaria per vedersi riconosciuto il trattamento di vecchiaia. In questo caso l’assegno dovrà essere pari almeno all’importo dell’assegno sociale. Alcune novità, inoltre, riguarderanno i calcoli relativi a Quota 103, che verranno calibrato in funzione ai contributi che sono stati effettivamente versati dai lavoratori.

Pensioni 2024: cosa cambierà

Nel 2024 sono previste delle importanti novità per quanto riguarda le pensioni. Da quanto si apprende dalla bozza della Legge di Bilancio, che è all’esame in queste settimane, sono state introdotte alcune modifiche che risultano essere particolarmente significative per le dinamiche previdenziali del prossimo anno.

Una delle novità più rilevanti che sono state introdotte è la rivalutazione, che nel 2024 sarà al 6%. L’obiettivo di questa misura è quello di garantire un incremento più sostanziale degli assegni previdenziali: l’attenzione del legislatore, in questo caso, si è concentrata principalmente sulle famiglie con i redditi più modesti, in modo da andare a contrastare gli effetti negativi causati al potere d’acquisto dall’inflazione.

Sicuramente uno degli aspetti più rilevanti da ricordare è costituito dai requisiti più restrittivi per accedere alle pensioni anticipate, che andranno a coinvolgere principalmente:

A caratterizzare in maniera determinante il prossimo anno è sicuramente il maggior accento posto sul sistema contributivo, il quale andrà ad assumere un ruolo centrale per il calcolo dell’assegno previdenziale dei trattamenti di vecchiaia e di Quota 103. È sostanzialmente prevista una riduzione della misura minima che viene richiesta perché la pensione di vecchiaia venga riconosciuta, il cui assegno dovrà essere pari a quello sociale. Per quanto riguarda Quota 103, l’importo della pensione relativa agli anni che sono stati lavorati prima del 31 dicembre 2023 non verrà calcolato con il sistema retributivo, ma si terrà conto dei contributi versati.

Modifiche sicuramente rilevanti ed importanti. Al momento, però, continua a mancare una vera e propria riforma delle pensioni. La Legge Fornero continua a costituire l’ossatura di tutto il sistema previdenziale e, almeno per il momento, non sono stati previsti dei progressi significativi che portino verso la tanto annunciata riforma.

Come funzionano la rivalutazione ed il conguaglio

Una delle innovazioni più importanti previste per il 2024 è la rivalutazione delle pensioni. L’obiettivo è quello di andare a contrastare gli effetti negativi dell’inflazione. Ma soprattutto di garantire che gli assegni previdenziali riescano a mantenere il proprio potere d’acquisto nel corso del tempo.

L’elemento più importante, in questo contesto, è stato il versamento in anticipo del conguaglio relativo al calcolo della perequazione delle pensioni, che è stato fissato per lo scorso 1° dicembre 2023. Solo un mese dopo rispetto alle previsioni iniziali. Allo stato attuale, il conguaglio è stato fissato nello 0,8% ed è finalizzato al recupero dell’inflazione effettiva del 2022: questa ha superato la stima provvisoria del 7,3% e si è attestata all’8,1%.

Per il 2024, invece, stando alle proiezioni la rivalutazione basata sul nuovo indice Istat è del 6%. Ma questo non basta: gli aumenti che derivano direttamente dalla rivalutazione definitiva del 2023 si andranno a sommare direttamente al conguaglio anticipato. L’obiettivo di questa strategia, in estrema sintesi, non è unicamente quello di riflettere l’andamento effettivo dell’inflazione, ma cercare di preservare il valore reale degli assegni previdenziali.

Il sistema contributivo

Una delle innovazioni più significative introdotte attraverso la Legge di Bilancio è quella relativa al calcolo delle pensioni 2024. Sotto i riflettori sono finiti principalmente i lavoratori che sono stati classificati come contributivi: che corrispondono a quanti hanno iniziato a versare i contributi dopo il 31 dicembre 1995. In altre parole ci si riferisce alla platea dei lavoratori anagraficamente più giovani.

Il Disegno di Legge di Bilancio, all’articolo 26, prevede delle modifiche sostanziali per quanto riguarda il calcolo delle pensioni proprio per questo tipo di lavoratori. Per il trattamento di vecchiaia la misura minima richiesta viene ridotta, passando dall’attuale 1,5 volte l’assegno sociale ad un valore che corrisponde a quest’ultimo: il coefficiente è, infatti, 1,0.

Dal prossimo anno, per poter accedere alla pensione di vecchiaia con il sistema contributivo, sono sufficienti 20 anni di contributi e aver raggiunto un’età anagrafica di 67 anni. L’importo minimo dell’assegno previdenziale deve essere uguale all’assegno sociale. Quella che abbiamo davanti, in estrema sintesi, costituisce una modifica significativa rispetto alla normative che oggi è in vigore: per poter accedere alla pensione di vecchiaia è necessario percepire un importo pari ad una volta e mezzo l’assegno minimo.

Accesso più selettivo alle pensioni anticipate

Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna costituiscono delle opportunità importanti per i lavoratori che decidono di andare in quiescenza. Dal 2024, però, per chi dovesse optare per queste misure dovrà confrontarsi con una regolamentazione più rigorosa, che rende l’accesso molto più selettivo. Quota 103 ed Opzione Donna, in particolar modo, verranno determinate seguendo le regole del sistema contributivo.

Ape Sociale

Prorogata fino al 31 dicembre 2024, è possibile accedere all’Ape Sociale nel momento in cui si compiono 63 anni e 5 mesi e si abbia maturato un’anzianità contributiva di 30/36 anni. I beneficiari che possono accedere a questa misura sono i seguenti:

  • disoccupati;
  • invalidi;
  • caregivers;
  • lavoratori che svolgono mansioni gravose.

L’Ape Sociale non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo, con l’unica eccezione del lavoro autonomo occasionale, con un limite massimo di 5.000 euro lordi all’anno.

Opzione Donna

Apportate alcune modifiche anche per Opzione Donna. È previsto il calcolo attraverso il sistema contributivo e viene aumentato di un anno il requisito di accesso. Possono beneficiare di questa misura le lavoratrici – disoccupate, invalide o caregiver – che alle seguenti condizioni:

  • 59 anni: lavoratrici con almeno due figli;
  • 60 anni: lavoratrici con un figlio;
  • 61 anni: lavoratrici senza figli.

Quota 103

Confermata Quota 103 per il 2024. Sono stati introdotti, comunque vada, alcuni correttivi che hanno reso l’accesso leggermente più selettivo. È necessario aver compiuto almeno 62 anni e aver maturato un’anzianità contributiva pari a 41 anni entro il 31 dicembre dell’anno successivo.

Per calcolare l’assegno previdenziale viene utilizzato il sistema contributivo. L’importo lordo mensile non deve superare le quattro volte il trattamento minimo previsto dalla normativa vigente. Chi matura i requisiti entro il 31 dicembre 2023, invece, il limite massimo è pari a cinque volte il trattamento minimo.