Pensioni e morti Covid: Inps risparmia più di un miliardo

Il triste bilancio 2021 della pandemia: saranno 11,9 i miliardi risparmiati nel decennio.

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Redazione

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Pubblicato: 16 Febbraio 2022 10:19

Come già ipotizzato nel corso di questi due anni di pandemia da Covid-19, il numero di morti in fascia di età alta ha ovviamente delle conseguenze anche sui conti dell’Inps, che in seguito ai numerosi decessi si è trovata ad erogare un numero minore di assegni pensionistici già dalla cosiddetta prima ondata, che aveva mietuto vittime soprattutto tra i più anziani. L’Istituto di previdenza ha stimato in 1,1 miliardi di euro gli assegni previdenziali che non sono stati erogati nel 2020.

I numeri

Al 1 gennaio 2021 risultavano infatti in pagamento presso l’Inps 423.009 prestazioni previdenziali con durata quarantennale, erogate cioè a persone andate in pensione nel lontano 1980 o ancora prima; l’anno precedente erano 502.327. Il decremento è del 16%, pari a 79.318 prestazioni eliminate, molte delle quali a causa del nuovo coronavirus, i cui esiti si sono manifestati più severamente nei confronti degli over 65. Lo sottolinea il Nono Rapporto sul Bilancio del sistema previdenziale italiano di Itinerari Previdenziali.

Come evidenzia il Rapporto, il 96,3% dell’eccesso di mortalità registrato nel 2020 ha riguardato persone con età uguale o superiore a 65 anni, per la quasi totalità pensionate e che percepivano in media circa 1,17 pensioni Ivs (invalidità, vecchiaia, superstite – non disponibili i dati sulle prestazioni assistenziali eliminate).

Considerando per compensazione l’erogazione delle nuove reversibilità, la pubblicazione quantifica dunque in 1,11 miliardi di euro il risparmio, tristemente prodotto nel 2020 da Sars-CoV-2 a favore delle casse Inps, e in circa 11,9 miliardi la minor spesa nel decennio (2020-2029).

I prossimi anni

Anche per effetto della fine di Quota 100, combinata con la cancellazione di prestazioni a lunga decorrenza, a partire dal 2022 i minori pensionamenti, “dovrebbero consentire di ammortizzare le perdite prodotte da Covid-19 nel corso dei prossimi 2 o 3 anni, con una risalita del rapporto attivi/pensionati intorno al valore di 1,49 già nel 2024″, un valore vicino alla quota record di 1,4578 toccata nel 2019 (qui per conoscere il calendario Inps delle pensioni del 2022).

Dai calcoli emersi dal dossier, il rapporto spesa pensionistica/PIL dovrebbe ridursi dal 14,27% del 2020 al 13,19% del 2021, migliorando fino al 12,32% (valore in linea alla media Eurostat) nel 2024 (ecco cosa può cambiare con Quota 102).

Sostenibilità del sistema

Per il presidente del Centro Studi e ricerche Itinerari previdenziali, Alberto Brambilla, il nostro sistema pensionistico rimane comunque sostenibile “e lo sarà anche tra 15 anni, nel 2035, quando le ultime frange dei baby boomer nati dal Dopoguerra al 1980 si saranno pensionate”.

Il professore ha però indicato quattro punti fondamentali sui quali è richiesto l’intervento dello Stato affinché si mantenga la sostenibilità pensionistica:

  • le età di pensionamento, attualmente tra le più basse d’Europa (62 anni l’età effettiva in Italia contro i 65 della media europea), nonostante un’aspettativa di vita tra le più elevate a livello mondiale;
  • l’invecchiamento attivo dei lavoratori, attraverso misure volte a favorire un’adeguata permanenza sul lavoro delle fasce più senior della popolazione;
  • la prevenzione, intesa come capacità di progettare una vecchiaia in buona salute;
  • le politiche attive del lavoro, da realizzare di pari passo con un’intensificazione della formazione professionale, anche on the job.

Uil: “Ora estendere 14esima”

“Il drammatico impatto del Coronavirus sulla mortalità degli anziani ha prodotto un risparmio rilevantissimo per le casse dell’Inps. Secondo i dati di Itinerari previdenziali sono circa 1,11 miliardi nel 2020 e 11,9 miliardi di euro nel decennio. Un risparmio significativo che non viene evidenziato tanto quanto solitamente si fa sul versante dei costi”. Così Domenico Proietti, segretario confederale Uil e Carmelo Barbagallo, segretario generale dei pensionati della confederazione, commentano i risultati del Rapporto di Itinerari previdenziali.

“Questo dato rende più che mai realizzabile quello che la Uil e la Uilp propongono da tempo in merito alla necessità di adeguare le pensioni in essere sia recuperando il montante perso in tanti anni di blocco delle rivalutazioni sia con un potenziamento ed estensione della quattordicesima mensilità per le pensioni fino a 1.500 euro“, proseguono sollecitando un’azione urgente e immediata ” per dare un concreto supporto a milioni di cittadini che sono stati un pilastro per le famiglie italiane in questi anni di crisi”.

 

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