Pensioni, approvata la Manovra: cosa cambia nel 2022 con Quota 102

Quota 100 viene sostituita da Quota 102, e sono prorogate misure già note come Opzione donna e l'Ape sociale, con una platea estesa ad altre categorie

La Manovra finanziaria del 2022 è diventata legge con l’approvazione del ddl bilancio alla Camera, che ha ricevuto 335 sì e 45 no. Il provvedimento è ora nelle mani di Sergio Mattarella, che dovrà apporre la firma per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale entro il 31 dicembre. Le risorse stanziate sono quasi 14 miliardi di euro, a cui se ne aggiungono più di 23 in deficit. Si tratta dunque di una manovra espansiva per ben 37 miliardi di euro.

A interessare particolarmente agli italiani è il capitolo pensioni, considerando la fine di Quota 100 e la proroga di alcune importanti misure che possono fare la differenza per molti lavoratori che vorrebbero accedere alla pensione in anticipo dopo anni di duri sforzi.

Pensioni, approvata la manovra: sgravi per tutto il 2022 per i lavoratori dipendenti

Prima di vedere le novità per il 2022 che riguardano l’accesso anticipato alla pensione e gli scivoli pensionistici introdotti con la nuova manovra, sempre in campo previdenziale c’è una misura che invece farà gola a tanti lavoratori dipendenti, pensata in particolare per chi ha un reddito medio-basso.

Si tratta di uno sgravio dello 0,8% dei contributi previdenziali valido solo per il 2022 a carico dei lavoratori dipendenti con retribuzione imponibile fino a 35 mila euro. In parole povere molti italiani troveranno un tesoretto in busta paga che, sommando i vari tagli, potrebbe arrivare in alcuni casi a oltre 400 euro per tutto l’anno. Una cifra considerevole, considerando il caro bollette previsto da gennaio 2022, di cui vi abbiamo parlato qui.

Tornando invece al capitolo pensioni nudo e crudo, la legge di bilancio contiene grandi novità per le misure che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni, e che potrebbero anticipare una riforma del sistema previdenziale a tutto tondo a partire dal 2023. Anche per il 2022 l’età anagrafica per il pensionamento è di ben 67 anni anagrafici, e per questo in tanti valutano la pensione anticipata, che può essere chiesta con tre misure, di cui una nuova che arriverà il 1° gennaio 2022.

Addio a Quota 100, arriva Quota 102, come funziona

Il 31 dicembre 2021, come è ormai noto, scade Quota 100, che permette di andare in pensione ai lavoratori con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi versati. Una misura spesso critica per i suoi elevati costi e per il bacino relativamente ristretto di chi ha potuto usufruirne, ma che è stata anche molto apprezzata da chi desiderava smettere di lavorare.

Il 1° gennaio 2022 si inizia con Quota 102. L’età anagrafica minima sale a 64, e rimane il requisito dei 38 anni di contributi. Si tratta di un provvedimento che sarà valido solo per il 2022, anche se il diritto maturato quell’anno potrà essere esercitato anche negli anni successivi.

In base alla relazione tecnica del Ministero dell’Economia e delle Finanze, questa voce peserà per 1,6 miliardi di euro in manovra e permetterà di accedere al pensionamento anticipato a una platea di circa 60 mila lavoratori nei prossimi 4 anni. Dalle 5 alle 10 volte in meno rispetto a chi ha usufruito di Quota 100, che ha avuto un costo per il 2019 di 2,18 miliardi di euro e di 3,53 miliardi nel 2020.

Vi abbiamo spiegato qui perché questa misura e l’ipotetica Quota 104, sul tavolo del Governo fino alla stesura finale della manovra, potrebbero non bastare. Ecco in questo articolo tutte le criticità di Quota 102 evidenziate dalle sigle sindacali.

Cosa cambia per le lavoratrici con Opzione donna

Non ha invece subito modifiche Opzione donna, che permette alle lavoratrici di andare in pensione con 58 anni di età se dipendenti e 59 se autonome e 35 di contributi, con l’assegno calcolato interamente col metodo contributivo. A differenza del metodo retributivo e del metodo misto, questo prevede che la pensione sia conteggiata solo in base ai contributi versati nell’arco di tutta la vita lavorativa, e non in base al reddito degli ultimi anni di lavoro.

Hanno usufruito di questa opportunità solo 33 mila donne tra il 2019 e il 2020. A spaventare è la possibilità di perdere tra il 20% e il 25% dell’assegno mensile che verrebbe invece maturato con una pensione di anzianità. Abbiamo fatto qua il calcolo di quanti soldi si perdono davvero usufruendo di Opzione donna.

Le nuove categorie che accedono all’Ape sociale

Anche per l’Ape sociale è arrivata l’attesa proroga fino al 2022. Questa misura permette di andare in pensione anticipata a determinate categorie con 63 anni di età e 36 anni di contributi o 30 se disoccupati o invalidi, con un assegno fisso di 1.500 euro lordi fino alla maturazione dei requisiti per la pensione di anzianità.

I requisiti rimangono i seguenti.

  • Stato di disoccupazione per licenziamento, dimissioni per giusta causa, scadenza del rapporto di lavoro a tempo determinato.
  • Il lavoratore assiste da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap grave.
  • Riduzione della capacità lavorativa con riconoscimento dell’invalidità civile superiore o uguale al 74%. Sono lavoratori dipendenti.

La grande novità riguarda l’aggiunta di nuove categorie che possono beneficiarne. Finora la platea era formata da queste figure.

  • Addetti all’assistenza personale di persone non autosufficienti.
  • Conduttori di camion e mezzi pesanti.
  • Conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante.
  • Conduttori di gru e macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni.
  • Conciatori di pelli e pellicce.
  • Facchini e addetti allo spostamento di merci e assimilati.
  • Insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido.
  • Lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature.
  • Marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.
  • Operai dell’agricoltura, della zootecnica e della pesca, nonché pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative.
  • Operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione di edifici.
  • Personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere che lavorano su turni.

A queste si aggiungono anche le seguenti categorie.

  • Artigiani, operai specializzati e agricoltori.
  • Conduttori di impianti e macchine per l’estrazione e il primo trattamento dei minerali e operai di impianti per la trasformazione e la lavorazione a caldo dei metalli.
  • Insegnanti di scuola primaria e pre-primaria.
  • Magazzinieri.
  • Professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali.
  • Professioni qualificate nei servizi personali ed estetisti.
  • Tecnici della salute.

Vi abbiamo spiegato nel dettaglio qui tutte le informazioni necessarie per compilare la domanda per l’Ape sociale nel 2021. Il procedimento dovrebbe essere lo stesso anche per il prossimo anno.